Strangers In The Night; Lando Norris

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One-shot con
contenuti espliciti.


Vagavo per le strade di Bristol senza una meta precisa. Era notte fonda, solo pochi lampioni mi impedivano di inciampare sui miei stessi passi. Sospirando, spostai una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Non era raro che uscissi in orari notturni, anche per una semplice passeggiata. Lo facevo per schiarirmi le idee oppure per cercare di dimenticare. E, poi, mi trovavo in una strada piuttosto isolata, quasi nessuno la intraprendeva. Credevo sarei rimasta sola, quando, ad un tratto, volgendo il capo, incontrai lo sguardo di un ragazzo. Non riuscivo a vederlo chiaramente, potevo scorgere solamente il colore azzurro dei suoi occhi lucidi. Abbozzò un leggero sorriso, nonostante il suo stato d'animo combattuto e mi porse una mano. Seguii attentamente il movimento e, confusa e stordita, posi la mia mano sulla sua. Non comprendevo né il suo comportamento né il mio, ma non riuscivo a porre fine a quel contatto. Mi spinse a sé con l'altra mano e, dopo aver abbozzato un altro sorriso, questa volta più timido ed imbarazzato, iniziammo ad improvvisare dei leggeri passi di danza, basandoci unicamente sul fruscio delle foglie.Nessuno dei due parlò, ci godemmo il momento. I nostri occhi non smettevano mai di cercarsi, dando anche loro origine ad una danza tutt'altro che indesiderata. Volteggiavamo liberi nel silenzio assoluto, si potevano udire solamente i nostri sospiri, che sembravano essersi sincronizzati. La nostra quiete fu disturbata unicamente da piccole gocce di pioggia, che ci accarezzavano il volto. Quando la pioggia iniziò ad intensificarsi, anziché ripararci, cercammo di andare a tempo. Eravamo alquanto buffi e per questo lo sconosciuto iniziò a ridere, mostrando la dentatura candida e riscaldandomi il cuore. Mi lasciai andare e, sorridendo e chiudendo gli occhi, mi appoggiai al suo petto. Continuammo così fino a quando, ormai sfiniti, non ci allontanammo.
《Buonanotte.》Mi sussurrò e, dopo avermi sorriso, si incamminò. Non riuscii neanche a ricambiare il gesto, che era già scomparso. Con il cuore a mille e la mente confusa, mi diressi verso casa.
Per tutta la settimana, non smisi di pensare a quello sconosciuto ed a quel ballo così insolito eppure così magico e desiderai con tutto il cuore che anche lui mi stesse pensando. Sapevo fosse scattato un qualcosa tra noi, ben più forte di quello che due semplici sconosciuti avrebbero dovuto provare. Intraprendevo quella stessa via ogni singola mattina, nella speranza di intravederlo, ma sembrava essersi dissolto nel nulla. Quasi non ricordavo più il suono della sua voce o la sua risata, nella mia mente era rimasto impresso unicamente il colore dei suoi occhi, annebbiati dalle lacrime. Trascorsero i mesi, vani erano stati i miei tentativi di rincontrarlo ed ormai avevo perso qualsiasi speranza, sebbene il desiderio fosse ancora vivo. Mi sentivo stupida, poiché mi ero lasciata ingannare nuovamente dai miei sentimenti. Decisi di provare un'ultima volta e nel caso in cui non si fosse presentato, avrei cercato di dimenticarlo definitivamente. Era una notte piuttosto fredda ed io, stringendomi nel mio giaccone, andai a sedermi su una panchina, situata nello stesso luogo in cui avevamo danzato. A quel ricordo sorrisi amaramente. Se qualcun altro mi avesse raccontato di aver ballato con uno sconosciuto nella pioggia di notte, l'avrei preso, probabilmente, per folle, eppure ai miei occhi sembrava essere la cosa più normale. Scuotendo la testa, rivolsi il mio sguardo verso le mie scarpe.
《Attende qualcuno?》Mi domandò qualcuno ed io rimasi pietrificata al suono della sua voce. Volsi leggermente la testa verso di lui ed anch'egli mi guardò stupito.
《In realtà sì.》Risposi semplicemente, spostando lo sguardo. Si sedette sulla panchina, a debita distanza, ed iniziò a guardare dinanzi a lui.
《Non si è ancora presentato?》Riportai i miei occhi su di lui e potetti osservarlo, per la prima volta, di profilo. Sebbene la scarsa luce, potevo scorgere le labbra serrate ed il volto contratto, mi appariva diverso dal nostro primo incontro.
《Lo hai appena fatto.》Mi uscii dalle labbra automaticamente. Quando mi resi conto di ciò che avevo detto, mi tappai la bocca con la mano, ma ormai il danno era fatto. Senza scomporsi, sorrise e si voltò a guardarmi.
《Anche io ero venuto qui per qualcuno.》 Ammiccò, senza smettere di sorridere. Dopo pochi attimi di silenzio, riprese. 《Comunque non mi sono presentato, piacere, Lando.》Mi allungò la mano, che io prontamente strinsi.
《T/N》Aggiunsi, per poi porre fine al contatto. 《Come mai non ti sei fatto vivo in questi mesi?》 Domandai sfrontata, maledicendomi subito dopo.
《A causa del mio lavoro sono costretto a viaggiare per il mondo, molto spesso non torno a Bristol per un lungo periodo.》 Rispose.
《Dovrai ripartire presto?》
《Adesso ho un periodo di vacanza, quindi rimarrò qui per un po'.》Si spostò leggermente verso di me.
《Che lavoro fai?》Chiesi curiosa. Mi sorrise dolcemente e poi parlò.
《Sono un pilota.》Lo guardai accigliata. 《Pilota di Formula 1. Siamo quei pazzi che corrono a 300 km/h, mettendo a rischio la nostra vita.》 Rise, come se fosse la cosa più normale del mondo rischiare la propria vita.
《Quindi sei piuttosto famoso?》Fece spallucce.
《Tu non mi conoscevi.》 Sorrise nuovamente e credetti di poter diventare dipendente dal suo sorriso.
《Non sono un'appassionata di automobili.》Mi passai una mano tra i capelli, imbarazzata.
《A cosa sei appassionata, allora?》Volse il corpo verso di me, dimostrandomi, così, il suo sincero interesse.
《Alla danza latino-americana, sono una ballerina.》 Lo imitai.
《Da quanto tempo balli?》Mi domandò.
《Da quando avevo tre anni, è trascorso davvero molto tempo.》Sorrisi. 《Tu da quanto tempo corri?》
《Uhm…》 Fece per pensarci su. 《Dal 2008, avevo nove anni.》
《Hai vent'anni adesso, quindi.》 Supposi e lui annuì.
《Compiuti da poco.》Sorrise.
《Oh beh, allora auguri in ritardo.》 Ridacchiai. 《Io ho diciotto anni.》 Aggiunsi, anticipandolo.
Parlammo a lungo, ma mai di quanto fosse accaduto quella famigerata notte. Forse per l’imbarazzo o per la gelosia di quel momento speciale. Decidemmo di incontrarci su quella panchina ogni notte, era il nostro punto di ritrovo. O almeno ciò accadeva quando nessuno dei due era in viaggio per lavoro. Poi arrivò ben presto febbraio, io avrei ripreso con le gare internazioni e lui con la F1. Ci eravamo avvicinati molto in quel periodo ed i miei sentimenti non erano affatto mutati. Mi piaceva ancora come la prima volta in cui l'avevo incontrato. Anche lui sembrava essere affezionato a me, ma dubitavo ricambiasse i miei stessi sentimenti. Era il 12 febbraio, quando avvenne la svolta. Lando mi aveva invitata ad una festa che si sarebbe tenuta in un locale con il suo team di Formula 1. Non avevo la più pallida idea del motivo per cui l'avesse fatto, visto e considerato che non avevo grandissime conoscenze dell'ambito, ma decisi, comunque, di accettare. Indossai un abito di pizzo con il corpetto bianco e la gonna rossa, delle décolleté bianche ed un cappotto del medesimo colore. Mi truccai leggermente ed arricciai i capelli, che, normalmente, portavo lisci. Mentre afferravo la mia pochette e controllavo l'acconciatura allo specchio, bussarono alla porta. Sapevo fosse Lando e mi benedii mentalmente per essere riuscita a non farlo aspettare. Aprii la porta e dopo averla richiusa dietro di me, vidi il ragazzo appoggiato alla sua vettura, con lo sguardo assorto sul cellulare. Quando sentì il rumore che avevo prodotto, alzò il capo e mi sorrise leggermente.
《Sei bellissima.》Proferì e mi aprì la portiera, per farmi sedere. Arrossii e con un cenno del capo lo ringraziai, per poi prendere posto nella sua McLaren. Fece il giro della vettura, per poi accomodarsi dal lato del guidatore. Ingranò la marcia e partì, non prima di avermi lanciato un altro sguardo. Rimasi ad osservarlo, spudoratamente, mentre guidava. Era davvero bello e solo allora mi resi conto di non aver ricambiato il suo complimento. Mi diedi un colpo sulla fronte mentalmente e maledii la mia timidezza. 《Non osservarmi in questo modo o mi sciupi.》 Si finse serio per un momento, ma poi scoppiò a ridere, facendomi arrossire ancora di più.
《È che sei bello.》Uscì dalle mie labbra e mi venne voglia di sotterrarmi. Perché non riuscivo mai a porre un freno alla mia lingua? Mi sorrise e pose una mano sul lembo di pelle della mia gamba lasciato scoperto dal cappotto. Sentii milioni di scariche elettriche attraversarmi il corpo, tanto che sospettai di poter morire nel giro di pochi istanti. Iniziai a pensare o che lo stesse facendo di proposito, poiché aveva compreso i miei sentimenti nei suoi riguardi, o che non avesse compreso l'effetto di ogni suo tocco su di me. Chinai il capo e cercai di concentrare la mia attenzione su un qualcosa che non fosse Lando. Lui, però, rendendosi conto del mio improvviso silenzio, parlò.
《È successo qualcosa?》Non si voltò verso di me, rimase con lo sguardo fisso sulla strada.
《Niente di importante.》 Liquidai io, ma non mi sembrò abbastanza convinto ed insistette.
《Se ho fatto o detto qualcosa di sbagliato, ti chiedo scusa.》Aveva un tono di voce dispiaciuto e gettò solo uno sguardo verso di me, che io evitai.
《Non c'entri tu, è solo che…》  “Inventa una scusa credibile, inventa una scusa credibile” Pensai. 《… Non sono un'amante delle feste e credo che sarò molto a disagio stasera.》 Lo vidi sorridere.
《Neanche a me piacciono molto le feste, per questo ti ho invitata, almeno trascorrerò bene il tempo.》 Mi fece un occhiolino. 《Spero sia lo stesso anche per te.》 Annuii prontamente. Ben presto arrivammo nel locale in cui si sarebbe tenuto l'evento. Lando venne ad aprirmi la portiera e mi aiutò a scendere. Sospirai leggermente ed afferrai la sua mano, in un gesto quasi spontaneo. Rimase sorpreso, perché si voltò a guardarmi di scatto, ma poi rese salda la sua presa ed iniziammo a camminare. Una volta entrati dentro, un gruppo di persone si avvicinò al pilota al mio fianco e fu costretto a rimanere a conversare con loro. Immaginai fossero i meccanici e gli ingegneri della scuderia. Mi allontanai e cercai un posto piuttosto calmo, dove attendere il mio accompagnatore. Sbuffai ed incrociai le braccia.
《Non sei un'amante delle feste, vero?》 Mi domandò una voce. Mi voltai verso di essa e vidi un ragazzo, dalla fisionomia potetti immaginare fosse spagnolo. Scossi la testa. 《Beh, neanche io. Piacere, sono Carlos.》 Mi allungò la mano, che io strinsi immediatamente.
《T/N, piacere.》 Abbozzai un sorriso.
《Sei qui con qualcuno? Non ti ho mai vista nel team, quindi dubito tu sia una di noi.》 Annuii.
《Sono qui con Lando, ma è rimasto a parlare con alcuni della scuderia, immagino.》 Gettò uno sguardo verso l'inglese.
《Sta parlando con il team principal ed alcuni membri dello staff.》Riportò lo sguardo su di me. 《Non credo si stia divertendo molto.》 Ridacchiò. 《Sai mi ha parlato molto di te.》 Aggiunse.
《Davvero?》 Domandai e lui annuì.
《Non so come vi siate conosciuti, non ha voluto spiegarmelo, ma non ha fatto altro che parlare di te.》 Ridacchiò. 《Penso si sia preso una bella cotta.》
《Lando? Di me? Non credo proprio.》Scossi la testa e lui mi guardò confuso.
《Perché mai?》Sospirai, per la seconda volta nel giro di pochi minuti.
《Non sono il suo tipo.》 Alzò un sopracciglio.
《Te lo ha detto lui?》Negai.
《Lo immagino, non sono abbastanza bella, non sarei disposta a sacrificare il mio sogno per lui, non riuscirei a seguirlo durante i weekend di gara.》
《Innanzitutto non è vero che non sei bella e poi non c'è bisogno né che tu sacrifichi la tua passione né devi seguirlo ovunque. La moglie di Sebastian non lo segue mai.》 Rispose prontamente.
《Ed a lui non dispiace?》 Chiesi curiosa.
《A Seb? No, affatto! È un tipo piuttosto riservato, quindi più mantiene segregata la sua famiglia, meglio è per lui. Non abbiamo ancora idea del nome del terzo figlio e quelli delle figlie sono rimasti anonimi a lungo.》 Ridacchiò. 《Tutto ciò per dirti che non vi è alcuna necessità di stare sempre a contatto. Vi vedreste comunque al suo ritorno.》Annuii. A disturbarci fu Lando, che nel frattempo si era liberato dei membri del team.
《Ehy, Carlos.》Si salutarono con un abbraccio e poi si avvicinò a me, stringendomi con un braccio a sé. 《Vi siete già incontrati.》 Sorrise.
《Sì, infatti, stavamo conversando.》Seguii io.
《Allora ti dispiace se te la rubo per un po'?》 Domandò l’inglese. 
《Tutta tua, amico.》Rispose prontamente lo spagnolo e, dopo averci salutato, si allontanò.
《Ti porto in un posto, ti va?》 Annuii e lo seguii. Ci ritrovammo su una terrazza, da cui si potevano ammirare le stelle. Feci per infilare nuovamente il cappotto, che mi ero sfilata in precedenza, quando Lando lo afferrò di colpo e lo pose su una poltroncina. Lo guardai confusa e lui mi sorrise leggermente. 《Lascia che ti riscaldi io.》A quelle parole, arrossii tremendamente e sentii un brivido di eccitazione pervadere il mio corpo. Il pilota si avvicinò al mio volto, fece scorrere lo sguardo tra i miei occhi e le mie labbra, per poi far unire le nostre labbra in un bacio passionale e desiderato da tempo. Rilasciò un mugugno, quando gli morsi il labbro inferiore, prima di allontanarmi. Mi fece girare, facendomi poggiare con le braccia alla ringhiera, ed iniziò a lasciarmi baci umidi sul collo e sulla schiena. Le sue mani avevano iniziato a vagare per il mio corpo e, sebbene l'eccitazione fosse molta, mi resi conto che fossimo su una terrazza durante un evento con la sua scuderia.
《Lando…》 Pronunciai il suo nome in un gemito. 《… Non adesso.》Si fermò e si allontanò, probabilmente maledicendosi mentalmente.
《Perdonami, non volevo sembrare troppo affrettato…》 Iniziò a scusarsi ed io sorrisi.
《Potremmo continuare in macchina, però.》 Aggiunsi, sorridendo. Lui annuì di scatto ed insieme uscimmo dal locale, affermando che non mi sentissi bene e che avessi bisogno di un passaggio a casa. Guardai per un attimo Carlos, che mi mostrò i pollici. Entrammo in macchina, cercò un luogo piuttosto appartato e buio e, subito dopo, abbassò il mio seggiolino. Si pose a cavalcioni su di me ed iniziò a baciarmi, mentre con le mani cercava di abbassare la zip del vestito. Dopo vari tentativi vi riuscì e cercò di sfilarlo, ma era un'impresa quasi impossibile. Alla fine ci rinunciò e lasciò fare a me. Sorrise e tornò a baciarmi. Nel frattempo iniziai a togliergli lo smoking ed a sbottonargli la camicia. Nel mentre fece scivolare la sua mano sulla mia zona erogena, causandomi un gemito sommesso. Cercai di sfilare anche i suoi pantaloni ed i suoi boxer, così da lasciarlo nudo, esattamente come me. Dopo aver raggiunto l'apice, iniziai a provocare piacere a lui.
《T/N, fermati ti prego.》 Mugugnò lui ed io, confusa, feci come disse. Iniziai a pensare di non essere stata abbastanza brava. Lui, capendo i miei pensieri, mi lasciò un bacio sulle labbra. 《Tu sei stata bravissima, T/N, ma se raggiungo l'orgasmo adesso, non riuscirei a continuare.》 Annuii e lo baciai nuovamente. Infilò il preservativo e mi guardò negli occhi. 《È la prima volta?》 Mi domandò, forse leggermente spaventato.
《Sì.》 Mi sorrise leggermente.
《Sei sicura di volerlo fare? Non voglio costringerti.》
《Lo voglio.》 Fece unire le nostre labbra ed anche i nostri corpi ed i miei occhi iniziarono ad inumidirsi per il dolore. Lando si fermò immediatamente, per farmi abituare. Quando mi resi conto che la sua presenza non fosse più così invadente, gli feci cenno di ricominciare. E così trascorremmo la nostra notte d'amore, convinta che non sarebbe stata l'ultima.
《T/N?》Mi chiamò Lando, che era appoggiato sul mio petto.
《Mmh?》 Mugugnai.
《Perché hai voluto perdere la tua verginità con me?》 Alzò il suo sguardo verso di me.
《Perché ti amo Lando, l'ho fatto dal primo istante in cui ti ho visto e credo che tu sia l'unica persona con cui avrei mai voluto perderla.》 Mi lasciò un altro bacio.
《Anche io ti ho amata dal primo istante, se potessi ritornare indietro, rifarei le stesse identiche cose. Forse, però, mi sarei dichiarato prima.》Mi sorrise.
《Non importa, adesso siamo solo noi due.》
《Solo noi due.》Ripetette, stringendomi a sé.

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