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(Historical Lams!)

Mi sento solleticare il naso, il viso si riscalda, infastidito schiudo le palpebre, e, ripreso il controllo di ogni mio senso mi rendo conto di avere qualcosa di pesante sul petto, abbasso lo sguardo e vedo un ammasso di capelli biondi sparpagliati qua e là, di riflesso sorrido, non c'era risveglio più bello. Certo, sarebbe stato più appagante se mi fossi svegliato naturalmente, e non con un raggio di sole che probabilmente ce l'aveva con il mio volto, ma la cosa più importante è che il mio vero sole è qui tra le mie braccia.

D'improvviso ricordo che Washington mi sta aspettando e sussulto, dando per sbaglio un colpo alla testa abbandonata sul mio petto.

"che diamine fai?..."

Spalanco gli occhi con il cuore che salta un battito, sono un dannato idiota, penso, e inizio a mormorare.

"John abbassa la voce, torna a dormire..."

Vedo i suoi occhi azzurri posarsi sul mio sguardo spaventato e le sopracciglia chiare incurvarsi verso l'interno.

"mi hanno sentito urlare per una buona parte della notte, non credo che si scandalizzino per due chiacchiere."

Scoppio a ridere, ecco perché sono innamorato di lui, mi dà delle risposte senza che io faccia domande. Gli bacio una guancia ruvida per l'accenno di barba presente e sospiro, dovrei contare le volte in cui lo faccio in sole ventiquattro ore.

"devo andare via, il lavoro mi chiama, e sai che non è gentile se lo faccio aspettare."

John mi scruta in viso e giocherella con qualche ciuffo rossastro che mi penzola vicino le guance. Mio Dio, lo sta facendo di nuovo, sa che ci casco ogni volta.

"hey John...sappi che così non è giusto..."

Mi scappa un sorriso a labbra unite e mi avvicino alle sue, catturandole per qualche attimo in un bacio stranamente casto, poi scuoto la testa, lasciando che i ciuffi già arruffati perdano completamente la forma originaria.

"non posso rimanere..."

Lascia intravedere un piccolo broncio e io ridacchio. Nonostante i vent'anni suonati ne dimostra nove a volte, ma solo a volte.

"allora vada mio prode Lancillotto, ci salvi dalla schiavitù."

Mi guarda con quegli occhioni blu e io distolgo le iridi violacee, è il momento di alzarmi, Washington non sarà molto felice del mio ritardo. Mi metto seduto sul letto, mentre John lotta con un fiocco e i suoi capelli ribelli, cerco di non guardarlo troppo a lungo altrimenti avrei dovuto dire addio all'appuntamento con il generale e indosso le braghe e la camicia, cercando in giro per la camera il gilet.

"certo che ne hai di forza per lanciarlo così lontano, eh?"

Dopo aver afferrato il mio gilet sulla scrivania, pericolosamente vicino alla china, prendo in giro Laurens, è il mio sport preferito.

"dovresti conoscerla la mia forza, dai."
"sei disgustoso."
"lo sei anche tu occhi viola!"

Torna a nascondersi sotto le lenzuola e non faccio a meno che mostrargli uno degli ennesimi sorrisi della mattinata, mi avvicino con lentezza e poggiando un ginocchio sul letto mi sporgo verso di lui.

"Signor John Laurens, come sempre le consiglio di non fiatare su questo argomento o potrei denunziarla per falsa testimonianza al mio avvocato."

Lui ride, lo faccio anch'io, e per farlo incazzare gli scombino i capelli.

"come osi?!"

"a domani John."

Vado via ma la mia mente rimane lì, su quel letto, accanto a quell'uomo, accanto al mio uomo.

Raccolta one shot Lams (hamilton) Where stories live. Discover now