5- Tu sei destinata alla città eterna.

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"Il progetto funzionerà e se parli di noi, non so cosa succederà ma ti prometto che farò di tutto per far sì che la cosa funzioni. Io ti amo Sara, ti amo davvero tanto e non desidero altro che la tua felicità, ma ti ho visto l'altra sera con Niccolò" io deglutì a fatica non capendo esattamente a cosa si riferisse, io e Niccolò avevamo semplicemente parlato, anzi ci siamo scambiati semplicemente qualche parola.

"Che c'entra Niccolò?" Lo guardai confusa per l'ennesima volta nell'arco di un paio d'ore.

"Devi affrontare il tuo passato, amore. Hai chiuso tutto ciò che riguardava Niccolò e Camilla dentro una scatola e sei scappata da Roma, lasciando quella scatola proprio qui. Posso soltanto immaginare quanto sia difficile, ma è arrivato il momento di riaprire quella scatola e affrontare il tutto e non puoi farlo da Milano. Sai che io sarò sempre al tuo fianco, ma Roma è la tua città, tu sei destinata alla città eterna" io ero completamente in lacrime davanti al mio ragazzo, come ogni volta che si toccava il tasto Camilla, tanto che non riuscivo nemmeno a trovare le parole per dire qualcosa.
Nonostante Marco la maggior parte delle volte potesse sembrare freddo e distante anche con me, era davvero sensibile e in quanto medico sapeva sempre come affrontare determinati argomenti. Gli avevo raccontato di Niccolò e Camilla quasi subito, tanto che non stavamo ancora insieme, eppure lui, in tre anni di relazione, non aveva mai usato una parola sbagliata su questo argomento, mai nel momento sbagliato e sopratutto aveva compreso e non si era mai permesso di intromettersi in questa storia e, pian piano, si è guadagnato la mia fiducia a tal punto che, pezzetto dopo pezzetto, io gli ho raccontato la mia storia.
Lui mi abbracció stringendomi tra le sue braccia, mentre io osservai il tatuaggio che avevo sul braccio che lui accarezzó lentamente.

"Grazie" sussurrai soltanto questo mentre lui asciugó le lacrime che scendevano lungo il mio viso.

"Promettimi che ritroverai la Sara che hai lasciato a Roma quattro anni fa" io sorrisi rimanendo abbracciata a lui.

"Ci proverò" lui mi stampó un dolce bacio sulle labbra.

"Adesso dovresti muoverti che sono già le 8 e tra mezz'ora devi essere in aereoporto e per di più sei nuda, sai com'è?" Io scoppiai a ridere tirando di nuovo in faccia a Marco il cuscino su cui avevo dormito.

"Sappi che avrò la mia vendetta" io mi chiusi in bagno cercando di fare il più veloce possibile nel prepararmi.

Alla fine avevamo deciso che una volta che saremmo riusciti a sistemare tutte le cose in ospedale e a trovare un appartamento, saremmo ripartiti per Milano in modo che io potessi prendere le cose necessarie da portare a Roma. Sapevo di poter sempre contare su di Marco anche se in lontananza, così come sapevo di poter sempre tornare a casa mia a Milano.

***

Priscilla e Gabriele sarebbero partiti questa mattina per il viaggio di nozze e alla fine io e Gaia e allo stesso tempo anche Adriano e Niccolò avevamo deciso di andare a salutarli, dato che sarebbero stati via due settimane.

"Buongiorno" dissi a Gaia mentre lei salì in macchina. Adriano era uscito prima per andare a fare colazione con Niccolò e Gaia mi aveva chiesto se potevo passare io, dato che doveva aspettare la mamma che arrivasse per tenere i bambini.

"Hai una strana luce negli occhi" io alzai gli occhi al cielo mentre lei stava salendo in quell'esatto momento in macchina. Ero impressionata da come, nonostante la quasi totale lontananza di quattro anni, lei riuscisse a capire sempre tutto in meno di un secondo.

"Ma come cazzo fai? Non sei nemmeno salita in macchina e porto gli occhiali da sole" lei scoppió a ridere mentre io sbuffai, per poi voltarmi solo per un secondo verso di lei, mandandole un occhiataccia. Indossavo gli occhiali da sole a lenti scure, ma non mi sarei meravigliata se avesse colto anche quella.

Te dimmi dove sei, mi faccio tutta Roma a piedi. - UltimoKde žijí příběhy. Začni objevovat