"State bene insieme, si vede che siete innamorati" io gli sorrisi mentre lo vidi restare per qualche secondo a fissare il vuoto.

"Si, credo di sì" lui sembrava spaesato come se avessi detto qualcosa di cui non era certo nemmeno lui.

"Credi?" Mi voltai verso di lui guardandolo con un sopracciglio alzato per qualche secondo. Niccolò era sempre stato un tipo di pancia, o era innamorato o non lo era, o bianco o nero, non esistevano vie di mezzo. Aprì la bocca per rispondere ma fu fermato da una voce squillante.

"Amore, stanno per iniziare il ballo, vieni?" Notai Niccolò alzare gli occhi al cielo tanto che non riuscì a trattenere una risata.

"Si Chià, arrivo" rispose lui girandosi verso la bionda che poi giró i tacchi e tornó dentro.
Fortunatamente non sapeva nulla di me e Niccolò, perché, in base a ciò che mi avevano raccontato le mie due migliori amiche, data la sua gelosia sarebbe stato un grande problema per Niccolò.

"Perché ridi?" Chiese il moro voltandosi di nuovo verso di me ed essendo poi contagiato per la sua risata.

"Niente niente" risposi ancora con il sorriso dipinto sul viso sperando che lui facesse cadere il discorso in quell'esatto momento.

"Devo rientrare" Niccolò si alzó dal divanetto mentre io annuì, avviandosi verso la porta finestra che dava sul ristorante.

"Ah Sà" io mi voltai verso di lui facendogli capire che lo stavo ascoltando mentre lui era all'altezza dell'entrata che dava sulla sala da pranzo.

"Sei bellissima stasera" non mi diede il tempo di rispondere che entró nel locale raggiungendo poi la sua ragazza. Sentivo le mie guance andare a fuoco, dato che molto probabilmente ero diventata rossa in viso. Sorrisi inconsciamente per poi inspirare ed espirare cercando di tornare ad avere un respiro normale.
Era passato tanto tempo eppure la vicinanza di Niccolò mi creava sempre disagio, e non riuscivo proprio a dare una spiegazione a tutto questo.

Rimasi ancora per qualche minuto lì mentre Niccolò rientró, per poi vedere Marco venire verso di me e sedersi accanto a me.

"Piccola, che fai qui fuori tutta sola?" Si avvicinò a me mettendomi una mano intorno alle spalle. Marco era di cinque anni più grande di me, ma nonostante questo avevo notato che si era trovato molto bene con tutti i miei amici.

"Sono uscita per fumare una sigaretta, avevo bisogno di un po' d'aria, fa troppo caldo là dentro" lui sorrise per poi baciarmi dolcemente, un bacio sentito che trasmetteva tutto l'amore che potessimo provare. Un bacio che io approfondì.

"Dio quanto sei bella, Sà. Sopratutto con questo vestito, che però non vedo l'ora di toglierti" Marco sussurró queste parole al mio orecchio mentre io sorrisi imbarazzata diventando completamente rossa in viso. Sapevo benissimo che tutto ciò era frutto di tutto l'alcool che avesse ingerito durante la cena eppure non riuscì a non imbarazzarmi. Nonostante non fosse mai stato un tipo da tanti complimenti quel giorno sembrava impazzito, per quante volte continuava a ripetermi quanto fossi bella.

Soltanto in quel momento sentimmo il dj che annunciava che era arrivato il momento del ballo e notai Marco alzarsi.

"Me lo concedi questo ballo, signorina?" Lui si chinó leggermente porgendomi la mano.

"Ma certo" risposi con un sorriso stampato in faccia che non riuscivo a togliermi, afferrai la sua mano alzandomi dal divanetto e rientrando nel ristorante mano nella mano con il mio ragazzo.

Vidi qualche coppia già essere in pista, tra cui, ovviamente gli sposi, Gaia e Adriano e anche Niccolò e Chiara.
Io e Marco ci avviammo nella pista da ballo per poi iniziare a ballare un lento, ero stretta tra le sue braccia e in quel momento mi sentivo alquanto serena.
Eppure sentivo ancora un peso sul petto e sapevo benissimo che tutto ciò era dovuto alla presenza di Niccolò.
I nostri sguardi si incrociarono e mentre io deglutì lui spostó subito lo subito, baciando poi con passione la sua ragazza.

Il lento si era trasformato poi in dei balli di gruppi, dove io e Gaia ci eravamo decisamente scatenate con Priscilla, che sembrava alquanto allegra sebbene non avesse toccato alcool in quanto in piena gravidanza, nonostante mi avesse chiesto almeno quarantasette volte se poteva bere almeno un po' di spumante durante il brindisi e gli avessi già risposto che un po' di spumante al terzo mese di gravidanza non aveva mai fatto male a nessuno, ma mi ero raccomandata di non esagerare.

Era arrivato il momento della torta, Priscilla e Gabriele era pronti davanti alla torta a due piani, pronta per essere tagliata.
Gaia era accanto a me tra le braccia di Adriano con Tommaso e Lorenzo che stringevano le mani dei loro genitori.
Niccolò stringeva a se Chiara, lo vedevo dal suo sorriso quanto fosse felice.
Accanto a lui c'erano anche tutti i miserabili.
Io e Marco eravamo lì, avevo provato a stringere la sua mano ma lui l'aveva lasciata poco dopo, non lo faceva con cattiveria ma Marco era sempre stato così, era un tipo freddo e distante per la maggior parte.
E soltanto in quel momento riuscì a capire una cosa, sentivo di amare Marco eppure con lui non ero del tutto felice, non come lo ero stata in passato. Non era l'amore passionale che avevo sempre ricercato, era da un po' che ormai non riuscivo a sentirmi me stessa.

Buonasera.
So che questo capitolo doveva arrivare ieri sera ma ho avuto un imprevisto.
Purtroppo, scrivendo di getto, più di un capitolo al giorno non riesco a pubblicare.
Quindi scusatemi e spero che apprezzerete il capitolo.
Ho già le idee per il prossimo capitolo che scriverò nei prossimi giorni.

Te dimmi dove sei, mi faccio tutta Roma a piedi. - UltimoDonde viven las historias. Descúbrelo ahora