°Bugie°

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Vi potrei raccontare che il ritorno in acqua non fu altrettanto doloroso, ma vi direi una grossa bugia, non appena ci rimisi piede, non appena il sole aveva fatto capolino all'orizzonte, sentì le carni strapparsi nuovamente, la pelle lacerarsi e la coda riformarsi.

Il dolore fu davvero molto forte, meno intenso di quando avevo fatto il percorso inverso, ma pur sempre straziante all'inverosimile.

Dormì per i due giorni consecutivi senza neppure svegliarmi una volta. Tutto quella sofferenza mi aveva sfiancato.

"Eren..tesoro.." sentì mia madre cullarmi dolcemente.

Mugugnai un qualcosa di incomprensibile.

"Tesoro, svegliati, devi alzarti, è due giorni che stai a letto"

Non appena sentì quell'ultima frase balzai sul letto come in preda ad un incubo, avevo dormito così tanto senza neanche rendermene conto? Aprì gli occhi, era sera, dalle finestre non entrava neanche un filo di luce, osservai mia madre, chinata di poco su di me, guardami con occhi pieni di preoccupazione.

"Mamma non ti preoccupare, ero solo un po' stanco" la rassicurai, non avrei potuto raccontarle la verità, le avrei causato solo ulteriori ed inutili preoccupazioni.

Il suo sguardo sembrava dire "non me la dai a bere" ma come se nulla fosse, si alzò dal letto, si girò e pronunciò le quattro parole più soavi che potessi sentire dopo due giorni di completo digiuno, "è pronto a tavola". Il mio stomaco stava gridando pietà.

Dopo quell'esperienza, che sembrò quasi non essere vera, se non fosse stato per tutto il dolore provato, lessi, lessi tutti i libri che potevo e che mi spiegavano come era possibile la vita umana e le particolarità di quella terra che tanto avevo sognato. Il tutto era molto vago, risultavano in tutta la biblioteca solo un paio di tomi, quelli che fortunatamente erano stati salvati dai nostri antenati prima che venissimo condannati e quelli che erano giunti a noi dalle barche affondate.

Volevo conoscere ogni particolarità di quel mondo sconosciuto, gli alberi, gli animali, il cielo, la terra, l'anatomia umana e i loro pensieri più profondi, cosa ci differenziava veramente da loro? Cosa avevano di così particolare? Perché mai, una volta trasformato mi sentivo così diverso?

La mia ingordigia di sapere non aveva fine, passavo giorni interi a studiare quel poco di materiale a disposizione, non volevo perderne neanche il più piccolo dettaglio.

Trovai un libro che attirò, più di qualsiasi altra cosa la mia attenzione, descriveva gli umani in maniera molto approfondita, in ogni loro forma, dal neonato all'adulto, capì, con non poco imbarazzo, cos'era quella appendice più piccola, cresciuta proprio al centro delle due appendici più lunghe -chiamate curiosamente gambe- pensare che veniva utilizzata come metodo riproduttore, mi chiesi in che modo.  Avrei dovuto scoprire anche quello.

Captai non so quante informazioni quella sera, utili o meno, mi posi altrettante domande a quelle che già stagnavano fisse. Eppure, pensandoci meglio e tirando le somme, mi sembrò che quegli esseri, che tanto si diceva fossero diversi da noi,  non lo fossero poi così tanto.

6 mesi dopo:

Ogni qualvolta uscivo dall'acqua, era una lenta agonia, sembrava durare ore quando in realtà, molto probabilmente, durava solo qualche minuto, mai mi sarei abituato a quel dolore straziante che si infilava fino nelle viscere più profonde, brandendo ogni singola parte di me, mai mi sarei abituato a quei lamenti infernali, che nonostante uscissero dalle mie labbra, come richieste di disperato aiuto, sembravano lamenti di un animale che aveva appena subito le peggiori atrocità. Mi rivoltavo più volte, a destra e sinistra, rotolavo sulla sabbia umida come se fossi stato impossessato dal demonio e tutto d'un tratto, com'era arrivato, se ne andava improvvisamente lasciandomi riprendere fiato.

Atlantia [ErenxLevi]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora