3.Lily

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James non si rende conto della gravità della cosa.
Mia sorella mi odia. Mi ODIA.
Odia il mio essere una strega, odia il fatto che io sia più bella di lei, odia James, che il contrario di quel Vernon che si è presa come marito, odia che i nostri genitori mi dedicavano più attenzioni perché ero la più piccola.
Lei mi odia. Odia me, e odia qualunque cosa mi riguardi. Odierà anche Harry.
Io non posso lasciarlo tra persone che lo odiano...non posso.
-James, non non possiamo semplicemente "interferire" nella vita delle persone. Noi dobbiamo assolutamente evitare che nostro figlio venga maltrattato da quella...da quella...quella...BABBANA di mia sorella!-sbotto, all'ennesimo tentativo di quel cretino di mio marito di farmi ridere. Questa storia degli spiriti che interferiscono...è ridicola! Non non siamo spiriti, siamo fottute persone che devono proteggere loro figlio!
-Uhm. Okay. Ma stai calm...
-NON PROVARE A DIRMI DI STARE CALMA, JAMES FLEAMONT POTTER!
Non voglio stare calma, voglio portare Harry via da qui, devo fare assolutamente qualcos...

Non faccio in tempo a finire la frase che James mi zittisce con un dolce bacio.
Ha questo vizio di zittirmi così quando inizio a parlare tanto, ma non mi dispiace. Anzi, in realtà sono felice di riuscire a sentire ancora il suo tocco così nitidamente.
Ogni singola cellula di me in questo momento non vorrebbe fare altro, se non baciare James Potter. E quindi mi abbandono al soffice contatto delle nostre labbra, cingo il suo collo con le braccia e affondo le mani fra le sue ciocche, nere e ribelli.
È una sensazione così bella, bella come la prima volta che mi ha baciata...sento le stesse farfalle nello stomaco, il mio cuore batte all'impazzata come allora, lo stomaco si stringe in modo piacevolmente doloroso.

Ad interrompere questa magia è il suono di una motocicletta. Una motocicletta MOLTO grande, visto che il rombo che si sente è paragonabile a quello di un elicottero che decolla a cinque centimetri dai timpani del povero malcapitato.
Mi volto e vedo che il veicolo in questione ha una forma familiare.
È...
- La moto di Sirius!- mi precede James, che non poche volte è salito sulla moto che il suo migliore amico custodiva tanto gelosamente.
Custodiva perché a quanto pare Felpato ha abbassato la guardia, dato che in sella non c'è lui, bensì proprio Hagrid, che tra uno scossone e l'altro porta a terra la moto e il sidecar che la affianca.
Quasi con orrore mi rendo conto che il sidecar non è vuoto, ma è occupato da un piccolo fagotto avvolto in una copertina.
Guardo, tramortita, Hagrid prendere Harry con delicatezza (come se possa minimamente servire, visto che gli ha fatto fare un viaggio paragonabile a un giro di centrifuga in lavatrice) e portarlo verso Silente.
Li sento parlare, Hagrid piange. Piange per noi. Piange la nostra morte.
Vorrei dirgli "Stiamo bene! Non preoccuparti!", e abbracciarlo.
Vorrei fargli sentire che sono qui, che sono vicina.
Ma non posso.
Quindi mi limito a piangere anche io, senza un minimo di ritegno.
James mi tranquillizza.

-Ehi...io lo so che è strano. È tutto molto, molto strano. Però...ascolta. Harry sta bene. Voldemort è morto. Non possiamo fare niente. Siamo morti anche noi, Lily. Perché non lasciamo semplicemente che le cose accadano? Nostro figlio ha sbarellato un fottuto mago oscuro che noi combattevamo da anni. Gli facciamo un baffo. Secondo te che cosa se ne farebbe della nostra protezione, anche se potessimo dargliela? Prima dicevo delle interferenze, ma era soltanto un'idea stupida, così per farti ridere...per provarci, almeno.-mi dice, grattandosi dietro la nuca e poi addrizzandosi gli occhiali. Dio, se è adorabile.

-James...io...io credo che tu abbia ragione. Credo che potremmo proteggerlo anche senza interferire. Io credo nel mio bambino, e non posso fare altro che amarlo. Penso che il nostro amore e sostegno in ogni cosa che farà sarà una più che valida soluzione...lo spero.

Rilasso i muscoli, respiro,e cerco di convincermi che questa sia la soluzione migliore.
Non appena mi calmo, torniamo a sbiadire. Credo che dovrò abituarmi a queste materializzazioni cosi soft.
Quando ci "ricomponiamo, siamo di nuovo a King's Cross, ma stavolta passa un treno.
Dire "treno" è riduttivo. Non è un treno. O meglio, lo sembra come forma, ma quale treno è completamente trasparente e luminoso come lo è questo?
Mentre formulo queste constatazioni, le porte si aprono. In realtà, non si aprono, semplicemente svaniscono. Io e James vi guardiamo un secondo, prima di salire. Le stesse porte che un attimo fa sono sparite, adesso si ricompongono alle nostre spalle. Uh. Wow.
Quanta efficienza qui. Altro che la metropolitana babbana.
Il treno schizza improvvisamente alla velocità della luce, e mi sale lo stomaco in gola per lo spavento. Dopo pochi secondi mi abituo alla velocità e mi siedo , accanto a James.
Ci sorridiamo e ci stringiamo la mano, complici e compagni di questo viaggio verso l'ignoto.

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