Capitolo 2

120 8 0
                                    

Sento la mia suoneria, ma non riesco a trovare il mio telefono.

Continua a squillare e cerco con la mano sul comodino senza nemmeno aprire gli occhi.

Quando finalmente lo trovo apro gli occhi e il nome di Federico lampeggia sullo schermo.

Rispondo subito e senza accorgermene sono già in piedi nella stanza buia.

"Pronto?" la mia voce risuona rauca e assonnata, ma anche un po' preoccupata.

"Ehi, perché non sei qui?" la sua voce è piena di sicurezza, ma non posso credere alle sue semplici parole.

"Sei ubriaco?" la speranza che dica che non lo è mi inonda subito, ma la sensazione svanisce appena risponde.

"Forse. Non hai risposto, perché non sei qui?"

"Dove sei?"

"Sono in un locale, sembri preoccupata"

"Dici? Sono le quattro del mattino e tu stai delirando"

In realtà anche io mi ubriaco spesso alle feste, ma non durante la settimana "Quale locale?

"Quello a fianco a Conner"

"Non ti muovere arrivo subito"

In questo istante mi sento felicissima per essermi addormentata già vestita così non dovrò perdere tempo per vestirmi.

Vado verso la porta e accendo la luce, prendo le chiavi dell'auto e di casa e esco dalla finestra, in questo modo farò meno rumore e non si accorgeranno della mia assenza.

Continuo a guidare e superare ogni semaforo rosso per arrivare prima.

La città di notte sembra deserta, ma quando entro in centro città ragazzi ubriachi camminano per le strade.

Arrivo al locale e mi immergo nella folla in cerca di Federico.

Lo trovo subito e, nonostante le sue lamentele, lo porto fuori.

"Sai appena sveglia sei anche più bella del solito" si lecca le labra e io mi sciolgo sotto le sue parole anche se so che lo sta dicendo solo perché è ubriaco marcio.

"Tu sta davvero male, quanto hai bevuto?"

"Qualche bicchiere, credo"

"Dai ti porto a casa" non sono mai stata responsabile in queste situazioni, di solito sarei entrata e avrei bevuto fino a sentirmi leggera e senza nessun pensiero.

"No, vieni dentro. Voglio stare con te" fa un passo verso di me e le sue labbra sfiorano le mie e lui cerca di approfondire il bacio.

Non mi sono mai sentita così felice ma, anche se a malavoglia, lo blocco e faccio un passo in dietro.

Se deve succedere non voglio che sia perché è ubriaco.

Gli prendo il polso e lo conduco fino alla macchina aprendogli la portiera perché entri.

Una volta tutti e due dentro accendo il motore e sento i suoi occhi fissi su di me.

Vorrei poter vedere i suoi occhi verdi e dimenticare tutto, anche dove ci troviamo e perché, ma né la luce fioca dei lampioni della strada che entra attraverso i finestrini oscurati, né la mia coscenza che mi ricorda di quello che è succeso cinque minuti fa, non me lo permettono.

La vita di un'adolescenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora