10- Seal.

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Aggrotto le sopracciglia perplessa e curiosa allo stesso tempo.
Non mi aspettavo una risposta del genere.

«Sul serio? Cosa hai sentito?» gli domando intrepida.

«Non molto, non avevo un ruolo rilevante nei Dacia» sussurra.

Alzo un sopracciglio senza capire cosa volesse intendere.

Noto una scintilla di malinconia guizzare nel suo sguardo un po' più spento di qualche secondo prima.

«Ci sono dei ruoli tra i nomadi?» chiedo, ignara.

Annuisce. «Ci sono quelli a capo di tutto, che tengono sotto controllo ogni cosa che accade nei dintorni, e di solito sono quelli che facevano precedentemente parte di una delle squadre, ma sono stati cacciati o esiliati».

Lo fisso in attesa che continui a spiegare.

Nessuno alla Serra ha mai dato abbastanza importanza alla situazione dei Dacia, dei semplici nomadi esiliati dal mondo, e per questo le informazioni che ho su di loro sono scarse.

Non è complicato essere cacciato o esiliato dalla propria squadra: basta il tradimento.

Puoi fare del male a chi vuoi, puoi ferire, puoi fare cazzate su cazzate, ma il tradimento è l'unica cosa inaccettabile in queste squadre.

Non avrei mai capito la logica di tutto ciò.

«E tu?» smetto di riflettere e guardo Robin.

«Io non sono né un esiliato, né un cacciato», sorride malinconico, «Sono semplicemente stato raccattato dalla strada, senza un'identità e famiglia, solo perché ognuno di noi qua a Seal deve avere una squadra di appartenenza obbligatoria».

Abbasso lo sguardo e mi fisso la punta dei piedi a disagio.

«Mi dispiace» mormoro.

Scuote la testa. «Non ti preoccupare, è la mia situazione da tutta la vita e ci sono abituato».

Decido di cambiare discorso per evitare altro disagio e per non perdere il tema del nostro dialogo iniziale.

«Allora, per quanto riguarda i sigilli?» lo sguardo di Robin torna normale.

«Una notte, mentre vagavo per la struttura dei Dacia, come mio solito fare, sono passato dalla stanza dei Capi e ho sentito qualche spezzone di frase» sussurra come se avesse ansia di essere sentito da qualcun altro, oltre me.

Annuisco in attesa che continui.

«Il Capo Supremo, Wilson, blaterava qualcosa sul fatto che i sigilli si trovano proprio sotto i nostri nasi e servono per farci uscire da Seal» continua.

«Impossibile, non possiamo uscire da qua» balbetto confusa.

«Io invece credo che molte cose ci siano state nascoste, e che in realtà uscire da Seal non è così impossibile come sembra» risponde convinto.

Guardo una finestra sul tetto, che mostra le prime luci dell'alba e poi torno a guardare Robin, che aveva seguito il mio sguardo sorridendo.

«Credo che dobbiamo rimandare le nostre teorie complottiste a un'altra volta, perché tra non molto la palestra si riempirà» dico ironica.

Si alza divertito, mi tende la mano per aiutarmi ad alzare, e la afferro con un po' di diffidenza.

«Ci vediamo, dea della guerra» si allontana lentamente, con un sorriso stampato sul suo viso.

«Ci si vede in giro, aiutante di Batman» nascondo un piccolo sorrisetto.

Aspetto che esca dalla palestra, e dopo aver visto la sua ombra sparire dalla mia vista, tiro un forte sospiro.

Sotto la ragioneWhere stories live. Discover now