Durante la sua permanenza a palazzo, Taehyung aveva cercato di vivere a pieno le sue giornate più di quanto avesse già fatto in passato, cercando di imprimere nella sua memoria tutti i dettagli, tutti i particolari di quell'ambiente familiare che per lungo tempo gli era stato ostile, ma che lo aveva accolto e consolato in ogni momento della sua vita. 

Aveva passato le notti a dormire con Jimin e ad aiutare Jin con le varie scartoffie per alleggerirgli il lavoro, aveva curato il giardino, aveva raccolto i fiori, aveva guardato l'alba spuntare timida da dietro le montagne e si era dedicato ad impacchettare con cura tutto ciò che poteva servirgli.

E quando era arrivato il giorno della partenza, al contrario, si sentiva sollevato perché aveva fatto esattamente tutto ciò che poteva e doveva, non avendo alle spalle nessun rimpianto se non quello di non aver mai abbracciato suo padre.

Erano partiti in modo da arrivare con due giorni di anticipo alla data delle nozze e, come minimo, si era aspettato che Jungkook fosse stato sulle scale dell'enorme e colossale palazzo ad attenderlo e fare gli onori di casa insieme al padre.

Invece, si era trovato solamente il suo consigliere, il Segretario reale Min Yoongi ad attenderlo, un uomo poco più basso di lui con i capelli mogano e gli occhi castani che si inchinava profondamente e gli mostrava le sue stanze.

Il palazzo dei Jeon era profondamente diverso da quello dei Kim. Era più tenebroso, scuro, il cui colore prevalente era il rosso unito al nero con qualche nota di colore bianca, ma nulla di particolarmente incisivo. Grossi drappeggi borgogna ornavano le tende delle grandi finestre, le cui vetrate ricordavano quelle delle cattedrali; i corridoi erano illuminati da flebili e diffuse luci calde, dipinti della famiglia reale e nient'altro erano appesi con grosse cornici in legno scuro o dorato, lisce e quasi anonime. Era stata una sorpresa -ancora doveva capire se fosse stata negativa o meno- notare come l'arredamento non corrispondeva a ciò che si aspettava. 

Non riusciva ad immaginarsi Jungkook sfilare in quei corridoi scuri e rossi, non si immaginava come qualcuno potesse trovarsi a proprio agio avvolto da quei colori cupi e poco accoglienti. Aveva sospirato in silenzio, già rassegnato all'idea che non avrebbe potuto comunque cambiare nulla e che quindi sarebbe stato molto meglio abituarsi a quell'arredamento singolare.

«Mi perdoni, Sir Min. Dov'è Jungkook?» chiese semplicemente, seguendo quell'uomo silenzioso, diretto alle sue stanze.

«In questo momento non può riceverla, impegni burocratici improrogabili gli hanno impedito di presiedere al vostro arrivo. Vi porge le sue più sincere scuse con la promessa di rivedervi il prima possibile». 

Taehyung aggrottò le sopracciglia, poco soddisfatto della risposta.

«Ciò significa che lo rivedrò solo nel giorno del matrimonio?» domandò quindi, incredulo.

«Non ho detto questo, vostra altezza. Sua altezza il principe Jungkook farà in modo di potervi incontrare quanto prima per un caloroso benvenuto». La voce di quel Min era atona e poco espressiva, quasi stesse ripetendo per la millesima volta le stesse cose, e Taehyung si irritò molto più.

«I miei fratelli giungeranno a palazzo il giorno prima delle nozze».

«Sua maestà ha fatto già preparare le camere per i suoi fratelli, vostra altezza» annuì ancora quello, non voltando mai il viso verso di lui.

«Dove sarà la loro stanza?» chiese allora Taehyung, svoltando per la centesima volta. Era sicuro che si sarebbe perso in quell'enorme castello.

«Dall'altra parte del castello, nelle stanze adibite agli ospiti intimi della famiglia reale, e prima che me lo chiediate no, non potranno alloggiare nelle stanze vicino a voi. Quest'ala del palazzo è riservata solamente a sua altezza Jungkook e al suo futuro consorte» spiegò quello, con il mero intento di farlo stare zitto.

Let Me Get Lost In You [TaeKook]✔︎Hikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin