5° - La missione

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I miei genitori mi mancavano troppo.

Ogni giorno il peso che mi comportava la distanza da loro si faceva sentire sempre di più.

Ormai avrei dovuto abituarmici, erano anni ormai che me la cavavo da sola; eppure il fatto di trovarmi in quella nave, la nave di mio zio, aveva riacceso qualcosa dentro di me.

Loro due si amavano così tanto che scelsero di dare a me, la loro figlia, un nome che rappresentasse questo loro affetto. Infatti "Karin" conteneva in sè le parole "Karl" e "Ines".

«...E, quindi, questo è il motivo per cui Ned vuole tenere qui Karin. Ed è una ragione ancora più valida per cui lei deve assolutamente scappare».

«C-cosa? Potresti ripetere?».

Mi guardarono male.

«Scusatemi, non è la prima volta che sono così distratta. Sono sempre a pensare ai miei genitori ultimamente, non riesco a capire cosa mi prenda».

«Ti capisco, ma lo scopo mio piano è proprio che tu li possa rivedere e riabbracciare», disse March.

«Sono d'accordo», intervenne Jan.

«Karin, quello che sto dicendo già da un bel pezzo», proferì March, «è che ho scoperto una cosa che ha avvalorato una mia tesi a cui stavo pensando già da un bel po' di giorni, ormai».

«Potresti spiegarti meglio?».

«Ned ha in mente un piano per distruggere suo fratello Karl, e per poterlo raggiungere ha bisogno che tu rimanga qui. L'avevo già intuito dal suo comportamento in questi ultimi giorni - è più strano del solito - ma ne ho avuto la conferma quando ho trovato... questa».

Tirò fuori da una tasca una busta, con sopra un'incisione: "Per mio fratello Edward Ned Low".

«È la risposta di tuo padre ad una lettera di ricatto che Ned gli inviò tempo fa», spiegò poi. «La busta era già aperta, quindi ho letto quello che c'era scritto dentro».

«E cosa stai aspettando a leggercela anche a noi?!», sbottai.

«Capisco che sei impaziente, ma dagli almeno il tempo di aprire la busta!», disse Jan.

Sbuffai.

«Ecco qua». Si schiarì la voce.

« "Ciao Ned, sono tuo fratello Karl. Ho ragionato a lungo sul da farsi, e sono giunto a una conclusione: non sopporterei mai che venga fatto del male alla mia Karin, e quindi ti ho mandato questa lettera insieme alle diecimila ghinee. Ma non la passerai liscia, mia figlia è una ragazza in gamba e non si farà mai mettere i piedi in testa da uno come te. Potrei giurarci". Sotto c'è anche la sua firma, Karl Low».

Improvvisamente sentii qualcosa di caldo scendermi lungo le guancie. Erano... lacrime?

«Ma i soldi dove sono?», chiese Jan.

«Li avrà nascosti meglio della lettera, no?», dissi.

«Giustamente».

«Allora ragazzi, per quanto riguarda il piano...», iniziò a dire March.

Lo interruppi: «E Mike? Lui non ne farà parte?».

«Non lo so, ragazza. Là fuori ci stanno ancora tutti cercando, e non credo che riuscirei a andare da lui senza essere visto. E poi non so neanche dove si trova».

Jan disse: «Io avevo visto che lo stavano portando verso il Castello di Poppa»

«Andrò io a prenderlo», mi offrii.

«Ragazza, te lo proibisco», mi intimorì March. «A questo punto andrò io, non voglio metterti in pericolo. Cercherò di non farmi vedere».

Pensai che insistere fosse inutile, e mi sedetti sul tappeto osservando i quadri appesi al muro.

Karin Low - Storia di una FuggitivaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora