Finché la luna non ci separi ~2

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Non mi trattengo un secondo di più e gli salto addosso, come se il suo spirito fosse una calamita che mi attira a sé.
Lui attutisce il colpo e si lascia andare a una grassa risata di felicità e stupore, prima di ricambiare fortemente il mio abbraccio.
Io nel frattempo mi avvinghio a lui, comprimendo sempre di più il mio corpo contro il suo, lasciandomi pervadere dal suo profumo indistinguibile e dalla forza delle sue braccia che toccano direttamente la mia anima, imprigionandola in un vortice di protezione familiare.
In più, ho paura che se non lo tengo stretto forte a me, egli possa sparire da un momento all'altro come un miraggio.
«Mi eri mancato» gli sussurro nell'orecchio, prima di affondare il mio volto all'interno di un piccolo spazio rimasto tra il suo petto e il mio «come l'aria.»
Lui come sempre ricambia il mio affetto con il doppio degli abbracci, con il triplo dei baci.
Dopo di che mi afferra dolcemente per le spalle, scostandomi e analizzando con attenzione ogni particolare del mio volto.
«Viola, quanto sei cresciuta, ma soprattutto, quanto sei meraviglia» dice accarezzandomi con delicatezza le guance, per poi prendermi una ciocca di capelli, neri tanto quanto i suoi, per giocarci teneramente con le dita.
Il suono della sua voce mi riporta indietro con la mente a tutti i momenti indimenticabili vissuti insieme. Sono gli unici ricordi, che ancora tengono in vita il mio amor proprio.
Soprattutto, vorrei tanto che questi ricordi fossero ancora vita.
«Però» all'improvviso cambia espressione e percepisco un velo di amarezza volare attraverso il suo sguardo, arrivando fino al mio «se ti trovi qui è perché, o sei morta fisicamente, o perché ti senti morta dentro ormai. E qualunque sia il tuo caso, figlia mia, una parte di te è abbastanza vicina alla morte.»
Al sentire queste parole, impallidisco. Sono in bilico tra il dargli ragione o uno schiaffo.
Io non sono morta e se la destinazione di questo treno sarà proprio la morte, farò qualsiasi cosa, pur di non arrivarci.
So di essere una ragazza poco ottimista, che si lascia troppo spesso andare al dissapore, ma se voglio, posso dimostrare di non essere solo questo e so anche godermi la vita a volte, forse troppe poche volte.
Probabilmente mostro troppo spesso solo il mio lato negativo, perché le mie qualità sono spesso imprigionate dalle mie insicurezze, dai miei dubbi riguardo a ciò che posso dare davvero a me stessa e agli altri.
Ma io voglio vivere, dannazione, perché solo avendo più tempo, potrò imparare a far trasparire la luce dalla mia anima attraverso le mie spoglie.
«Brava figliola, è un piacere sentirti pensare così, per una volta» afferma ad un certo punto «Viola, siediti accanto a me per favore.»
Riesce a sentire i miei pensieri o sono io troppo prevedibile?
Faccio come dice, dopo di che mi prende una mano e la mette sopra al suo cuore.
«Senti il battito del mio cuore?»
«Sì, lo sento vividamente.»
«Sarà così solo in questa occasione, per te. In realtà il mio cuore umano smise di battere, molto tempo fa e tu lo sai. Tu adesso lo puoi sentire perché sei proprio tu, Viola, a farlo tornare a vibrare. Il bene che ci vogliamo va aldilà di ciò che è vita e di ciò che è morte. È lo spirito, quello che tu stessa hai davanti adesso, a non morire e a non vivere mai più allo stesso tempo, ma c'è. Ci sarà sempre, io ci sarò sempre.»
Mentre queste parole entrano dalle mie orecchie, lacrime calde e taglienti escono dai miei occhi, bagnandomi le guance ormai paonazze.
«Lo so papà, ma io ho bisogno di te, di toccarti e abbracciarti come abbiamo fatto fino a tre minuti fa, di parlarti e sentirmi scandagliata nell'anima, come solo tu sai fare. Papà, per favore, spiegami dove siamo. Sono così confusa.»
«Non piangere, non pensare, non parlare, tesoro mio» dice asciugando le mie lacrime con le sue carezze «perché mentre ti spiegherò, ho bisogno che tu sia lucida, che liberi la mente perché purtroppo, il mio tempo stavolta è limitato. Sei preoccupata per il treno? Vuoi sapere da me dove andrà? Questo fortunatamente non lo so: non posso predire cosa questa fantastica testolina ideerà. E dopo, non ti scomodare troppo ad arrivare fino in cima per parlare col macchinista, perché non troveresti nessuno. La persona che guida questo treno, sei proprio tu.»
«Oh», esclamo con enorme stupore, tanto da lasciarmi sfuggire un piccolo scatto «ma se in teoria il treno lo guido io, cosa ci faccio seduta in un vagone per passeggeri?»
«Beh, non lo so. Ti potrei fare la stessa domanda. Per l'appunto io ho camminato fino alla carrozza pilota pensando di trovarti e al posto tuo, ho trovato solo centimetri di polvere. Alla fine, ho dovuto continuare la ricerca ed eccoti qua. Tu invece sapresti rispondere alla tua domanda?»
«Non lo so... Forse sto solo...Aspettando.»
«Stai solo aspettando, o hai solo paura di guidare questo treno perché pensi di non essere all'altezza?»
«Perché penso di essere sola» affermo con un tono amaro.
«E che male c'è? Tutti pensiamo di essere soli nella vita. Questo fa smettere alle persone di vivere? Assolutamente no. Io so cosa hai dovuto passare, Viola. So benissimo cosa si nasconde dietro a tutta questa amarezza. Conosco ciò che ti sta corrodendo dentro» afferma stringendomi forte la mano «ma ti ricordo che, fino a qualche minuto fa, io ti ho detto che sei vicina alla morte e tu l'hai negata, perché tu non vuoi morire. Tu vuoi vivere ma sei accecata dal male che ha scavato una voragine in te. Tutta la tua forza è bloccata in quella voragine e solo tu puoi trovare una scala per poter risalire perché solo noi, Viola, siamo gli artefici di noi stessi nella vita. Pertanto, hai due scelte davanti a te: andare a scoprire chi sei, o restare qui e non scoprirlo mai.»
Dopo di che, mi prende per il braccio, tirandomi leggermente verso di sé e indica con un dito qualcosa che si trova fuori dalla finestra, in mezzo a tutta la nebbia, in alto: la luna.
«Vedi la luna?»
Annuisco.
«Bene. Finché la luna sarà in cielo, io sarò nei tuoi sogni e ti guiderò in essi, per essere il tuo faro nel buio. Ma quando la luna se ne sarà andata e al posto suo tornerà il sole, ricordati di alzare la testa al cielo, quando attorno sentirai solo tenebre. Sappi sempre, che in qualsiasi binario della tua vita, io sarò la tua luna di notte, il tuo sole di giorno e con i miei raggi scalderò il tuo spirito, per tutta la vita, tesoro mio.»
Dopo di che si alza e prima di incamminarsi verso il prossimo vagone, mi dà un lunghissimo bacio sulla fronte.
Proprio ora, vorrei che il tempo si fermasse.
«Ora devo andare. Ti consiglio Viola, di fare presto lo stesso: non rimanere bloccata qui, guida il tuo treno e rischia sempre nella destinazione, nel bene e nel male. Io resterò sempre nei paraggi, camminando lungo questi vagoni e ammirando i luoghi dove mi porterai, alla prossima luna.»
«Papà, ti prego non andare...»
All'improvviso mi sveglio, lasciandomi scappare un leggero sussulto.
E ho come la sensazione, di essere ricoperta di polvere.

La Viola del pensieroWhere stories live. Discover now