Eva contro Eva ~3

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<<No aspetta! Tuo fratello mi aveva detto prima che non dovevo lasciarti entrare in camera...>>
Ma cosa diavolo pensa di fare prendendomi per il braccio, con questa presa impudente poi.
<<Lasciami per piacere, voglio solo posare questa dannata felpa sul suo letto e andarmene. Non mi interessa frugare tra le sue cose per scovare segreti che lo renderebbero imperfetto agli occhi di mamma, diglielo pure, quando esce dalla doccia.>>
Detto questo, mi libero dalla sua presa e apro la porta della camera per entrare, sentendo Ivan, bisbigliare tra sé e sé: <<Ma...>>
Innanzitutto, noto un disordine assurdo! Incredibile: di solito la prima cosa che salta all'occhio quando entri nella sua camera è la precisione ossessiva di Dario, invece adesso il letto è ancora completamente sfatto, la scrivania è in disordine, ci sono un sacco vestiti per terra, pacchetti di sigarette e cibo sul comodino, ma cosa ha fatto ieri sera un festino in camera?
Sta di fatto, che non mi importa: mi avvio verso il letto e ci butto sopra la felpa, girandomi subito dopo per uscire, se non che, noto un aspetto, non poco rilevante...
C'era qualcosa, nel punto in cui ho lanciato la felpa, di molto familiare.
<<Okay, ora che hai poggiato la felpa, puoi uscire...>> mi dice Ivan a bassa voce.
<<Ma sei un coglione! Ti avevo detto di non farla entrare in camera! Cosa ti costava tenerla buona in cucina?!>> grida mio fratello.
<<...l'orecchino di Eva.>> affermo a bassa voce, una volta scostata la felpa e visto cosa c'era sul letto.
Lo so che è il suo, perché quegli orecchini glieli avevamo regalati noi, io e la mia famiglia, qualche anno fa. Inoltre oggi gliene mancava guarda caso uno!
Mio fratello, con i suoi capelli neri ancora bagnati, l'asciugamano che gli copre le parti basse e una faccia idiota e turbata che purtroppo per lui non può coprirsi, inizia a balbettare frasi inutili.
<<Viola, io...>> Probabilmente, vorrebbe dirmi che l'orecchino non sia di Eva, ma riesce a stento a finire la frase. Sa benissimo che non gli crederei.
<<Non osare parlarmi! Come hai potuto farti la mia migliore amica?! Da quanto va avanti la vostra bella storiella?! Sei un verme! È la MIA amica! Potevi lasciarmi almeno lei?! >> inizio sbraitare contro di lui.
Dario ascolta, continuando a guardarmi con una faccia colpevole e strafottente allo stesso tempo che, ora come ora, gonfierei solo di botte!
Finisco di urlare e restiamo in silenzio per qualche secondo, lui perché non sa come controbattere, io perché sto cercando di realizzare che quello ho appena scoperto sia reale.
<<Io lo sapevo...>> bisbiglia Ivan alla fine.
Entrambi ci giriamo verso di lui, turbati come al solito dalle cose inopportune che dice.
<<E io me ne vado. Vai a quel paese Dario! E se devi farti qualcuna la prossima volta, togli pure la mia migliore amica dalla lista, per sempre!>>
<<Chi ti credi di essere per dire a tutti quello che devono fare!>>
Ma a quel punto corro via ed esco dalla porta d'ingresso, sbattendola forte e sperando che ciò possa aver bloccato mio fratello dall'aggiungere altro.
A quel punto, scendo di corsa le scale ed esco da quel palazzo maledetto, prendendo la strada più veloce per la stazione.
Ma come ha potuto Eva...Sa che io e Dario non siamo in buoni rapporti e addirittura, vengo a scoprire per caso che mi ha mentito e mi ha fatto una cosa del genere alle spalle?!
Le lacrime scendono velocemente, così come il fluire dei miei pensieri confuso, mentre mi dirigo il più velocemente possibile alla stazione. Ho lo sguardo offuscato dalle lacrime e dal dolore e ormai non distinguo più la vita, dall'inferno.
<<Viola!>>
Sento improvvisamente chiamare il mio nome e mi giro di scatto: vedo Gianluca. Ma da dove salta fuori?
<<Buona sera splendore! Dov'eri finita ieri e oggi? Potrei chiedere la stessa cosa anche ad Eva, ma vedo che con te non c'è...Sai, volevo proprio parlarle di una cosa importante, intendo a Eva. Ma, stai piangendo! Perché?>>
Una parte di me, vorrebbe vomitargli addosso tutto quello che ho scoperto, in modo che anche lui sappia che tipo di persona doppiogiochista sia Eva. Un'altra parte invece, sente di non riuscire più ad usare la voce, da quanto ha urlato...
Ed infine, le uniche cose che riesco a far uscire dalla mia bocca sono: <<Sono molto triste. Stamani in realtà ho lasciato l'esame in bianco.>>

La Viola del pensieroWhere stories live. Discover now