Viola ~2

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Appena sento che il treno rallenta, mi alzo e mi dirigo repentinamente verso le porte, per uscire al volo quando gli sportelli si aprono e una volta fuori dalla stazione, mi fermo un minuto per tirare fuori dallo zaino una sigaretta.

<<Che fai, fumi invece di ripassare?>> mi dice Eva con fare scherzoso.

<<Ma buongiorno a lei, straniera. Eri sul treno per caso? Non ti ho vista quando sono sono scesa.>>
Lei mi prende la sigaretta dalla mano per fare un tiro, ridacchiando tra sé e sé.
<<Se ti conosco almeno un po', dubito che mi avresti vista in ogni caso, dato che sarai stata sicuramente la prima a uscire dal treno. In più, no, per rispondere alla tua domanda, perché ieri sera non sono tornata a casa...>>

Non finisce la frase, probabilmente, perché adesso sta a me indovinare con chi si sia vista.

Di sicuro non con un'amica, se mi sta informando di questa notizia, con quel sorrisetto sognante e gli occhi frementi dal vedere una mia reazione.

Nel frattempo, cominciamo a camminare verso l'università e mi viene improvvisamente in mente che....

<<E comunque,>> Eva interrompe i miei pensieri <<giusto per precisarlo, non mi sono vista di nuovo con Gianluca. Anzi ho deciso di non volerlo più vedere, in quel senso. Voglio che ritorni a essere l'amicizia di prima; d'altronde queste cose senza un impegno prima o poi dovrebbero finire.>>

La scorsa estate, dopo che tutti avevamo finito la maturità, partimmo insieme a tutta la classe per Mykonos per festeggiare la fine della scuola. C'era anche Diego, con i suoi amici, e per me fu una delle vacanze più divertenti di sempre: facevamo tutto quello che volevamo, quando lo volevamo. Spensieratezza totale.

In tutta quella spensieratezza, tra Gianluca ed Eva nacque qualcosa in più di una semplice amicizia, e non mi sto riferendo ad una passione romantica.

In parole povere, lo fecero svariate volte dopo qualche serata passata con noi nei locali a bere e a quanto pare, la cosa continuò anche dopo la fine della vacanza, fino ad ora.

A me ovviamente, interessa solo la felicità dei miei due migliori amici: se loro sono sereni rispetto a ciò che fanno, lo sono altrettanto anche io.
Spero solo che tra loro due, ci sia stata chiarezza nel fare ciò che facevano: le cose fatte senza quest'ultima, portano solo a guai.
Mi pare che la posizione di Eva sia molto chiara, spero lo stesso per Gianluca. Non voglio che lui soffra, soprattutto perché ha già sofferto in passato, per colpa di una sua amica...

<<Tornare all'amicizia di prima dopo le cose che avete fatto, non è automatico, Eva. In più, non pensi che dovresti parlarne prima con Gianluca, piuttosto che con me?>> dico dandole un pizzicotto sul braccio che so che odia. Lei sussulta per un secondo e reagisce infatti, con un finto fare offeso.

Nel frattempo, cerco di accelerare un po' il passo perché in mezzo a tutte queste chiacchiere, ci sarebbe anche un esame da dare.
<<Devo pur parlarne prima alla mia migliore amica, no? Così posso allenarmi a dirlo sempre meglio.>> Poco dopo mi prende a braccetto, tentando forse di rallentarmi.
<<Certo! Con me puoi sempre parlare di tutto, ma non oggi!>> dico, ridacchiando nervosamente.
Vorrei riuscire almeno ad arrivare in tempo per quest'esame. In più, camminando veloce, cerco di evitare di pensare ad un'altra cosa che nell'ultimo periodo, insieme a tutto il resto, mi sta ormai tormentando.
<<Non possiamo arrivare per ultime, altrimenti perderemo i posti migliori in aula!>>dico, guardandola dritta nei suoi bei occhi verdi.

<< Senti senti chi vuole copiare oggi! Non ti posso non dare ragione: anche io vorrei, almeno per raggiungere il diciotto politico.>> Mi fa un occhiolino e improvvisamente comincia a correre ,guardandomi di sfuggita.
<<Va bene, ma non ho mai detto comunque di voler copiare tutto!>> Le urlo, ma ormai lei si sta allontanando sempre di più, e forse non mi ha sentito.

Non avendo altra scelta, anche perché tra poco apriranno le porte dell'aula e la gente ansimante, comincerà a prendersi i posti migliori, inizio a correre anche io e una volta raggiunta la mia amica le tiro un leggero colpo sulla spalla: <<Corri, ragazza, corri!>>

Ridiamo insieme e continuiamo a correre come fulmini, come quando avevamo sedici anni ed eravamo sempre quelle, che arrivavano in ritardo in classe.

Dopo qualche minuto, arriviamo sudate e ansiose davanti all'entrata dell'università e, una volta salite al secondo piano, davanti all'aula B2 dove si terrà l'esame.

Vedo che la porta dell'aula è aperta e che tutti si sono già presi i posti migliori.

<<Cavolo...>> bisbiglio a Eva prima di entrare. Lei mi prende per un braccio, superandomi e spingendomi con sé dentro l'aula.

<<Ci sono due posti laggiù, dai andiamo.>>
Giro la testa verso il professore, che è seduto in cima all'aula sulla sua cattedra, con la testa bassa, rivolta verso dei fogli. Menomale non ha notato, che siamo arrivate proprio a pelo.
<<Allora ragazzi, tra poco cominciamo. Spengete i cellulari e non provate a copiare tra di voi, tanto sarebbe inutile: il vostro compito sarà diverso da quelli delle persone, che avete accanto.>>
Intanto, io ed Eva ci siamo sedute e fortunatamente, lei aveva visto due ultimi posti, in fondo all'aula. Altre persone stavano arrivando dopo di noi, ma sono dovute andare in cima, che al contrario è la desolazione totale.

<<In bocca al lupo, amica!>> dico girandomi verso Eva. <<E comunque dopo, devi assolutamente dirmi con chi sei stata stanotte.>>
Il professore arriva verso di noi e ci consegna i compiti. A quel punto, abbasso la testa verso lo zaino e prendo il cellulare, per controllare che sia silenzioso. Dopo di che, prendo una penna e scrivo sul foglio, il mio numero di matricola.
Nel mentre, noto che Eva si avvicina leggermente a me e mi sussurra all'orecchio: « Certo te lo dirò, insieme ad un'altra cosa, che sicuramente non ti aspetterai...>>
Mi lancia un rapido sguardo di sfida, dopo di che, abbassa la testa sul suo compito.
Non riesco a cogliere il significato di questa sua ambigua affermazione, ma di certo questo non è il momento, di starci a pensare. Anche io quindi, faccio lo stesso, gettandomi a capofitto nell'esame, e sperando, che per una volta i miei pensieri, mi seguano di conseguenza.

La Viola del pensieroWhere stories live. Discover now