Torna a casa

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Iniziamo subito bene con un meraviglioso angolo autrice :D
Ci tengo a specificare che questa è una delle storie scritte per la raccolta di BeaFenice2004, vi consiglio di darci un occhiata -3-

Detto ciò buona lettura!

***

Sorrise vittoriosa mentre stringeva tra le mani una piccola chiavetta Usb blu. La nascose nella borsetta luccicante e uscì velocemente dalla camera, lasciando steso sul letto un ricco statunitense russante. Chiuse la porta e si incamminò con disinvoltura per i larghi corridoi decorati in stile barocco della villa.

Passò tra greggi di invitati fermi a chiacchierare fino ad arrivare all'uscita. Salutò con un sorriso malizioso un buttafuori all'ingresso che indossava occhiali da sole anche se erano le due notte e si avviò verso una lussuosa limousine. Aprì la portiera e si sedette con eleganza, accavallando le gambe sotto il vestito blu notte. <<Parti pure, Scozia>> ordinò senza neanche guardare l'autista. Errore da principianti.

La macchina partì a una velocità poco raccomandabile attraversando la luminosa città. Uk guardava fuori, assorta nei suoi pensieri girandosi la fede al dito. Quando qualcosa cominciò ad insospettirla. Stavano andando dalla parte opposta al porto, dove Irlanda del Nord, Galles e Inghilterra li aspettavano. <<Scozia dove stiamo andando?>> chiese e solo allora si rese conto dell'errore commesso. Belgio le fece un triste sorriso <<Sono desolato signorina Uk...Ma gli ordini sono ordini>> disse tirando su il finestrino nero tra se stesso e la donna. Prima ancora che Uk potesse reagire dai condotti per l'aria condizionata uscì un denso gas violetto. Così la donna cadde nell'oblio dell'inconscio.

Buio.

Luce.

Buio.

Luce.

Sfocato.

Uk sbatte velocemente le palpebre e strizzò gli occhi cercando di mettere a fuoco. <<Ben svegliata, cara>> una voce tagliante come l'acciaio e dolce come il velluto la svegliò definitivamente. <<Eu...>> L'unione sorrise, camminando attorno alla sedia a cui era ammanettata <<Ti sono mancato dolcezza?>> disse passando un dito sul collo della donna che rabbrividì disgustata a quel contatto. Fece per rispondere a tono quando vide qualcosa che le fece morire le parole in gola <<Irlanda...Scozia...>>. I due erano appoggiati alla parete metallica della stanza. <<Ti avevamo avvertito che lasciare un associazione come la nostra di avrebbe portato problemi>> intervenne Eu andando dai due e dandogli una pacca sulla schiena. I due guardarono con freddezza Uk poi uscirono dalla stanza senza proferire parola. La donna li guardò con odio ma, d'altra parte, come poteva biasimarli? Lei li aveva convinta a voltare le spalle all'E. U. , la più potente e importante agenzia spionistica del vecchio mondo. <<Cosa vuoi da me?>> chiese con acidità mentre cercava di capire che tipo di manette le bloccavano i polsi allo schienale della sedia.

Eu sorrise e assottigliò gli occhi neri come le più inabissate profondità marine. Le stelline attorno alla sua testa fluttuavano emanando una fredda luce. <<Vogliamo che torni da noi. Al posto a cui appartieni.>> Le prese il mento con una mano costringendola a guardarlo <<Torna a casa, Uk>>. La donna storse la bocca disgustata. <<Questa non è casa mia. >> Eu sospirò. Sapeva quanto fosse testarda. Ma lui aveva un asso nella manica. <<Beh se io non posso farti cambiare idea , immagino già chi ci riuscirà>> disse sorridendo Eu <<Agente Beauvoir, perché non prova a far ragionare la qui presente?>>

Francia si alzò con lentezza dal divanetto rosso alle spalle di Uk e camminò fino a mettersi a fianco di Eu. Indossava semplici jeans e una maglietta bianca con sottili righe nere, al collo era annodato un fazzoletto rosso mentre in testa aveva un basco nero.

La donna inglese la guardò con indifferenza finché non notò i suoi occhi arrossati <<Francia?>>. Sperava di avere una risposta ma invece ricevette solo un ceffone in pieno volto << Comment osez-vous encore m'appeler par mon nom!? N'avez-vous pas un minimum de honte!? comment pourriez-vous me laisser comme ça? >> (Come osi ancora chiamarmi con il mio nome!? Non hai un minimo di vergogna!? Come hai potuto lasciarmi così?) urlò con rabbia la francese. Uk rimase scioccata mentre la guancia iniziava a farle male, come se ci fosse stato un fuoco sotto pelle. Sapeva benissimo che era nei guai, se Francia parlava solo in francese. Eu sorrideva mentre la francese continuava a urlare contro l'altra.

Lasciò la stanza convinto che presto Uk , vedendo Francia distrutta emotivamente dalle sue azioni, sarebbe tornata.Invece, appena la porta si chiuse alle loro spalle, Francia si asciugò le lacrime <<Mi devi un nuovo mascara>> disse secca pulendosi con un fazzoletto il trucco colato per poi sfilare con delicatezza uno dei tacchi a spillo di Uk con cui aprì le manette. <<Nous n'avons pas beaucoup de temps>> (Non abbiamo molto tempo) continuò mentre l'altra si massaggiava i polsi arrossati. Si diresse verso il divanetto rosso e da sotto uno dei cuscini tirò fuori una valigetta ventiquattrore e un ombrello nera.

<<Dove li hai trovati?>> chiese Uk prendendo i suoi gadget dalle sue mani . <<Segreti del mestiere, Mon amour>>

Rimasero qualche secondo in silenzio guardandosi.

<<Mentre cerco un modo per scappare puoi ridirlo?>>

<<Non, non te lo meriti>> (No)

Uk andò verso la finestra e la spalancò guardando poi giù. Erano al quinto piano, al massimo sesto. Aprì l'ombrello che cominciò a girare vorticosamente come un elica. Francia la guardò a braccia conserte <<Te ne vai di nuovo>>

<<Questa volta puoi venire con me>> disse Uk tenendole la mano <<Niente ci trattiene>>

<<Sai che non posso...e non voglio>>

Rimasero un istante in silenzio a guardarsi negli occhi

<<Almeno questa volta posso baciarti?>>

Le gote di Francia divennero rosse e ridacchiò <<Non, così impari ad essere la pessima persona che sei>> (No). Uk alzò le spalle rassegnata e le sorrise <<Magari la prossima volta>> poi schiacciò un bottone che aumentò la velocità dell'elica fino a sollevarla da terra.

Prese così il volo verso il porto, appesa a un ombrello nero e con una ventiquattrore nell'altra mano. E una fede al dito. La stessa che Francia ruotava attorno al dito guardandola andare via nel cielo notturno.

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