THE LETTER: thanksgiving

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Ma Kuroo decise di non scrivere nulla.
Non di sicuro a quella scialba scrivania piena di scartoffie. Il posto in cui andò era ovvio, e pure preteso dal gatto dietro di lui, che voleva disperatamente uscire ed andare sulla terrazza.
Così lo seguì, munito di sigaretta e tè freddo.
Era un abitudinario, dopotutto.
Si trovava a suo agio di più su quella terrazza che sulla scrivania che non usava da mesi.

Si trovò in ogni caso con la matita in mano e il foglio davanti a sè.

Come si iniziava a scrivere una lettera per un ragazzo defunto? Doveva salutarlo?
Chiedergli come stava? Era banale, forse.
Senza pensarci iniziò a lasciare sempre più parole sulla pagina.

"21 Settembre, Tokyo

Buongiorno, amore.
Darti il "buongiorno" non ha un granché senso, ma nemmeno scriverti ne ha, dunque questa lettera non è altro che un ammasso di quello che chiamavi "no-sense". Ti scrivo per un motivo preciso, nonché salutarti e dirti tante, tante cose.
Come (non) hai letto dalle righe sopra, è il 21 Settembre, l'anno lo sai già. Domani inizierà l'autunno e, dato che finiamo anche noi, volevo fare qualcosa di bello, scrivendoti e dandoti una specie di addio.
Da domani le foglie cadranno dagli alberi e pioverà un pochino di più ed inizierò a mettere le magliette con le maniche lunghe, quindi spero che da te sia lo stesso, così saprò di averti messo via, ma di starti ancora in mente.

Prese un respiro profondo e si morse violentemente l'interno della guancia.
Pensava di essere un grande egoista a scrivere tutto ciò, perché lo faceva solo per sentirsi meglio quando sarebbe scattata la mezzanotte.
O almeno, quello era ció che il suo lato egoista gli faceva credere: lui ci teneva a Kenma, tantissimo.
Sapeva di non lo star facendo solo per se stesso, ma anche per compiere una gentilezza nei confronti del più piccolo, che si meritava un saluto appropriato, che non aveva mai ricevuto.
Il gatto miagolò, incoraggiandolo, mentre camminava fra le piantine del biondo.

La prima cosa che voglio dirti è: grazie.
Grazie davvero di questi tre mesi, o tre anni, o tre secoli o tre secondi.
Grazie per esserci stato comunque, nonostante i tuoi e i miei genitori. (Degli stronzi).
Non faccio il romantico dicendoti grazie per settecento cose dolcissime che abbiamo fatto assieme, però in ogni caso ti sono grato.
Perché con te ho imparato tante cose, ad esempio come si cucina una torta o come bere tanto quanto abbiamo fatto in quel weekend ad agosto, qui a casa mia.
Seriamente, non avevo mai bevuto e fatto sesso così tanto. Non arrossire, grazie.
Però è stato davvero figo!
Non ti ringrazio solo per avermi fatto imparare a cucinare o per avermi fatto bere ed aver fatto sesso con me per tutta la notte, ma anche per altro, ovviamente.
Anche per aver sopportato il fatto che io abbia sprecato, che poi non sono mai sprecate le foto se ci sei tu, un sacco di fogli per fotografare troppe cose, un po' maluccio, quando invece sono sicuro che tu, un fotografo nato, avresti saputo catturare il momento meglio di me.
Tu si che eri bravo a fare foto, mi hai aiutato anche in quello.
Quindi, grazie.
Tantissimi grazie anche per le cose che mi hai regalato e per non essere cresciuto in questi tre mesi, così non ho mai dovuto pasticciare di più il muro con le lineette.
Grazie tante anche per aver scritto quelle due lettere, così ho avuto modo di sapere di te prima che succedesse quella cosa brutta.
E sappi che, si, mi ha spezzato davvero molto il cuore sapere cosa rappresentava la seconda, e spero che la tua benedizione mi si scagli contro e che mi riprenderò impeccabilmente, domani o il prima possibile.
Avrei mille e mille altre cose per il quale potrei ringraziarti, ma lo so che ti annoi già a leggere queste cose, quindi la smetto di ringraziarti.
Ma, lasciamelo fare per un'ultima volta..
Grazie."

E Kuroo finì di scrivere quella prima parte, e sorrise pensando a tutte le cose che aveva in mente per essere grato al biondo.
Oh, e quanto era ripetitivo. Davvero molto.
Ma era contento, dannatamente contento, di aver avuto quel piccolo essere fiabesco nella sua vita.

Così contento da avere le lacrime agli occhi e il sorriso sulle labbra.

summer issuesWhere stories live. Discover now