miss

274 25 2
                                    

Le polaroid erano davvero tutta un'altra storia, quelle si che contenevano tantissimi ricordi.
Tantissimi ricordi tristi, felici, intimi e anche leggendari.
E Kuroo pensò a lungo alla scatola che le conteneva, successivamente constatò che riguardarle un'ultima volta sarebbe stato giusto. Alla fine non voleva dimenticarsi niente. Era una scelta corretta, ma che sapeva avrebbe comportato ad un salto in un luogo nella sua mente che n'era affollato, di ricordi.

Prese la scatola dal comò davanti al letto, poi si sedette comodamente accanto al gatto e l'aprí.
Un centinaio di foto alloggiavano lì, il corvino ne prese una.

La foto mostrava una torta di mele, mangiata per metà, sul tavolino in cucina dell'appartamento di Kuroo. Kenma sedeva al posto davanti al corvino, perciò anche lui era presente nella polaroid, precisamente dietro al dolce, con tanto di dita sporche che stava per asciugare nella maglia del più grande.

Il corvino sapeva quanto ebbe dovuto strofinare quel punto della maglietta, per toglierci le particelle di torta.
Sorrise a quel ricordo.

Un'altra foto fu estratta dalla pila.
Era un semplice e dolce bacio.
Uno di quelli dati a caso, non c'era niente dietro a quella polaroid, se non un "baciami che facciamo una foto figa".
Perché al corvino piaceva scattare foto di qualsiasi cosa e un bacio era d'obbligo da immortalare.

Le dita affusolate del corvino passarono lentamente sulle labbra di quest'ultimo, cercarono disperatamente e ovunque quelle del biondo, che erano piccole ma morbide e rosee.
Anche quelle gli mancavano come non mai.

Passò alla foto dopo.
Una foto calorosa, privata, solo loro.
Il volto del più piccolo non si vedeva chiaramente, essendo quasi del tutto buttato all'indietro.
Quell'immagine si poteva sentire.
Si potevano sentire i gemiti dei due accompagnare l'aria viziata della stanza, serrata a chiave, ovviamente.
Si poteva sentire l'imbarazzo del più piccolo e l'affanno del più grande.
Si poteva sentire il piacere immenso, l'amore dei due. Il caldo. Il petto del biondo che si alzava e si abbassava.
Da quell'immagine provenivano mille melodiosi suoni e mille melodiosi momenti intensissimi.
Kuroo quasi la sentiva, la pelle morbida e sudata del più piccolo e, riusciva ad udire addirittura i versi proibiti che si scambiavano.

Ma il biondo non era più sotto di lui, ed il corvino non gli era più sopra, o viceversa.

Le sue dita affusolate questa volta passarono per gli occhi del corvino, evitando possibili lacrime sul suo viso, quando tirò fuori un'altra polaroid.

Quella era forse la più semplice e normale foto che qualcuno avrebbe mai potuto avere del proprio fidanzato.
Era spontanea, non era nemmeno sicuro che Kenma sapesse della sua esistenza.
Sorrideva, in quella foto. Un evento per niente raro, ma aveva la sua importanza nella vita del più grande.
Gli mancava anche il suo sorriso.

Kenma, dove sei? Qui tutti ti cercano.
Le mie mani, le mia labbra, la mia coscienza, la mia pelle, la macchina delle polaroid, il gatto, io, pensò Kuroo, non potendo evitare una lacrima.

A tutti manchi, Kenma.

summer issuesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora