happiness

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Il corvino era certo e sicurissimo di tutte le voci inutili che giravano sul conto dei due.
Erano stati assieme poco.
Novanta giorni erano relativamente pochi in una relazione, per far accadere tutte le cose belle e brutte che erano successe, in verità.
Eppure tutto era stato dannatamente reale.

Probabilmente, anzi, molto probabilmente, il biondo si era aperto solo con lui, ma, a detta del più grande, era così fantastico che una relazione dopo diciotto anni, come la loro, non lo aveva sorpreso o scosso, ma lo aveva reso solo felice.
E la felicità era importantissima, perché chi è felice non rimane solo felice, ma diventa molte più cose: diventa più ottimista, il sole sembra splendere di più, il mondo diventa a colori e ti risvegli dopo un, più o meno lungo, letargo; si diventa anche migliori con sé stessi, si ha un volto in più da mostrare, un volto bellissimo e pieno di luce.
E Kozume ne aveva provata tanta, tantissima.
In quella non troppo lunga relazione, non aveva provato solo felicità, perché entrambi erano coscienti che sarebbe stata una noia abituarsi a quello stato mentale paradisiaco, e gli agenti esterni contribuivano già a non fare si che fosse stato tutto lineare.

Probabilmente, anzi, sicuramente, la storia d'amore fra Kenma e Kuroo doveva essere destinata a durare il quintuplo dei mesi che era durata, anche di più, possibilmente. Era come se fosse stato un gioco magnifico, che poi è stato eliminato dal mercato.
Difatti quei tre mesi erano durati tre anni, quante persone avevano vissuto tante cose in tre mesi con il proprio partner?

La gente se lo chiedeva molto, come facesse Kuroo a stare così male, anche se nessuno lo aveva davvero visto stare male, per un ragazzo con cui era stato e che conosceva da circa tre mesi.
Ma in quella loro relazione il tempo aveva fatto miracoli, si era fermato tantissime volte o, almeno, aveva rallentato il suo scorrere.
O forse erano quei due a fare un effetto strano al tempo?

Ma, in fondo, a chi importava della gente?
Non di certo a Tetsurou.
Chi era la gente, per lui? Nessuno. Il vuoto.
Lui era un universo a sè, tutto girava attorno a lui, da sempre, era un grande egoista.
Solo con il piccolo Kenma, era un Kuroo premuroso, scherzoso e razionale ma con dei limiti.
Fuori dal raggio Kozume, il corvino non si definiva lo stesso. Non avrebbe mai potuto.

Ed ora che il biondo non ci sarebbe più stato ad ogni sua crisi, ad ogni suo capriccio, ad ogni suo desiderio, come sarebbe stato felice?
Perché il più piccolo non era stato l'unico ad essere stato felice, tanto felice, fra i due, in quei lunghissimi tre mesi.
Anche il corvino non era mai stato così felice.

Ma gli imprevisti capitavano anche nelle migliori situazioni.

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