CAPITOLO 43

670 73 34
                                    

CAPITOLO 43

Il problema è che la porta è bloccata.

In quel preciso istante, sente tutto il dolore che ha cercato di non provare per tutto il tempo. Le sue gambe iniziano a tremare per via della stanchezza ed ecco che si ritrova seduta per terra. Le bruciano i polmoni, ora perfino respirare fa male. Ha gli occhi gonfi e forse le è venuta anche la febbre per via del vento che si è presa.
Si trova in condizioni pietose, ma il suo unico pensiero è sempre e soltanto Leo.

Le gira la testa, ma nonostante questo cerca di rialzarsi tenendosi alla maniglia della porta.

"Per favore.. apritemi.." dice a bassa voce. Questo è il massimo che riesce a fare, non puó andare oltre per via di come sta smessa.

Non riceve nessuna risposta, ma ció non significa che perde la speranza.
Continua a bussare ripetutamente, anche se piano piano.

"P-Per favore.. apritemi" mormora un'altra volta con le lacrime che escono dagli occhi.

Piangere l'ha fatta sempre sentire bene. Tutta l'attenzione che sta rivolgendo a quelle preziose lacrime, la sta aiutando a non pensare alla maggiorparte del dolore provato.

La stanchezza si è impadronita di lei, a stento riesce a reggersi in piedi e sentirsi ancora viva.
Prima o poi crollerà, se lo sente. Quest'improvviso scarico di emozioni negative la sta uccidendo dentro.

"Per favore.. apritemi!" stavolta riesce ad usare piú voce sentendosi perfino un'isterica, una pazza appena uscita dal manicomio.
Purtroppo anche quel tono non era abbastanza alto per dar la possibilità a coloro che si trovano all'interno di sentirla.

Con una pazienza infinita, poggia la schiena sul muro. Aspetterá lí fuori tutto il tempo necessario, come fece l'altra volta.

..

Ad un certo punto, dopo una lunga attesa, sente la porta aprirsi. Spalanca immediatamente gli occhi che fino ad adesso ha tenuto chiusi e materializza con lo sguardo l'infermiera che le capita sotto il naso.

"Oddio.. s-signorina sta bene?" chiede questa, vedendo il suo stato.

"Per favore.. fatemi entrare" dice RiAn con quel poco di voce che le è rimasto, sforzandosi di arrivare fino alla porta.

L'infermiera ingrandisce gli occhi e cerca di stabilirle l'equilibrio.

"Mi dispiace.. ma lei n-non puó entrare.. è meglio se.." dice, prima di provare compassione nei confronti della ragazza che sta piangendo proprio davanti a lei.

"Per favore. Devo entrare.. Devo vederlo. Ho bisogno di Leo. Ho bisogno di lui." dice RiAn, ormai non le rimane altra scelta che mettersi in ginocchio e supplicare.

L'infermiera si poggia una mano sulla bocca e rimane pietrificata a guardarla. Non le è mai capitato di vedere una scena cosí nel mondo reale, solamente nei film. Quelle lacrime non sono finte, questa ragazza fa sul serio. A giudicare dall'aspetto si capisce che deve averne passate tante prima di arrivare qui.
Tuttavia..

"Mi dispiace, ma non sono autorizzata a farla entrare" dice prima di proseguire il cammino dispiaciuta. Durante il tragitto sente i rimorsi, ma non si volta per paura di peggiorare le cose. Avrebbe tanto voluto esaudire il desiderio di quella povera ragazza che negli occhi aveva la sincerità pura; è solo che non è lei a decidere, qui.

Non era questo ció che RiAn voleva sentire, non era questo ció che doveva succedere e basta.

Non ha altra scelta. Deve comportarsi da maleducata, se è questo ció che vogliono.
Chiude gli occhi e conta fino a tre. È la prima volta che esce dalla legalità, che viola le regole. Sente il suo spirito ribelle accendersi.

MR COLD GUYWaar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu