Destino

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CHRISTIAN

Monto sulla moto e sfreccio a tutta velocità attraverso il mio quartiere. Adoro stare in moto, sentire il vento che mi agita i capelli. Adoro quella sensazione di libertà che per un momento mi distoglie da tutti i pensieri negativi. Questo è uno dei pochi momenti in cui mi lascio il passato alle spalle, in cui non c'è nulla oltre a me e alla velocità. Mi sento come se la mia vita fosse una pagina bianca, ancora da scrivere. Di solito, la mia vita mi sembra una pagina troppo piena di scritte, dove non c'è spazio per un futuro.

Arrivato davanti alla scuola, parcheggio e scendo dalla moto. Mi dipingo in faccia quell'aria da ragazzo tenebroso, e sono pronto a varcare la porta dell'edificio. Appena metto il piede sul primo gradino, però, mi congelo. Davanti a me, come in un sogno, si profila Leila, la ragazza delle terme. È di spalle, ma capisco subito che è lei: i capelli corvini, oggi, sono acconciati in onde perfette che le scendono sulla schiena. Due ciocche di capelli sono fermate dietro da una bellissima spilla elaborata, nel cui centro è incastrata una pietra blu. Ma ciò che mi fa comprendere perfettamente che è lei è l'outfit: è vestita esattamente come Peggy Carter. Camicetta bianca con le maniche leggermente a sbuffo (non riesco a vederlo, ma sono convinto che abbia anche il fiocco davanti) e gonna a tubino rossa.

Mi riscuoto immediatamente, e continuo a salire le scale come niente fosse. Appena le passo accanto, non posso resistere e mi volto a guardarla; avevo ragione, è vestita proprio come la mitica agente. Inoltre, porta il ciuffo proprio come lei (laterale, con la punta all'insù).

Senza che io ne abbia il minimo controllo, la saluto "Ehilà, agente!".

"Christian?" Si volta a guardarmi, gli occhi spalancati e la bocca che forma una "O" perfetta.

"Eh già, proprio io!" le dico, cercando di nascondere l'imbarazzo.

"O mio dio, che sorpresa! Non mi aspettavo di trovarti qua!"

"A dire il vero, io nemmeno. Ma sono convinto che il destino ci abbia portato insieme..." Prima che possa aggiungere altro d'imbarazzante, lei mi sorride e si volta. "Ecco, complimenti, l'hai fatta scappare! L'unica ragazza a cui forse potevi piacere se n'è andata, e tutto per colpa tua!".

"Scusami, mi pareva di aver sentito qualcuno chiamarmi. Comunque, bella la citazione. Non sono una grandissima fan di Thor ma resta sempre un Avenger!" Alle sue parole, quasi mi prende un infarto.

"Beh, lui, ecco... lui è il mio personaggio preferito" blatero, cercando di nascondere il dolore che ho provato a sentire quella frase.

"Oddio, scusa, non lo sapevo. Comunque, ora di andare! La campanella suonerà a breve!" mi dice, e scappa via. Guardo l'orologio, e vedo che effettivamente ha ragione: tra meno di un minuto, la campanella suonerà, ed io sono ancora all'entrata!

M'incammino con passo veloce verso la mia aula. Ho memorizzato bene la strada, ma con tutti quegli studenti ci metto un po' di tempo ad arrivare. Varco la soglia, un istante prima del suono della campanella.

"Ah, eccoti qui." Un uomo sulla cinquantina scatta in piedi appena mi vede entrare. È pressoché pelato, ha una folta barba grigia e due occhiali con la montatura dorata appoggiati sul naso arcuino. Ha una pancia prorompente, e le gambe tozze e corte. Questo, correlato a un maglione blu con lo scollo a v, lo rendono il prototipo perfetto d'insegnante italiano.

"Ragazzi, vi presento Christian, il vostro nuovo compagno. Christian, questa sarà la tua classe fino alla quinta, confido. Perlomeno, lo sarà per quest'anno." Alle sue parole, una risatina si leva dai banchi, che però viene subito smorzata dallo sguardo di fuoco del professore.

"Io sono Baggio, Carlo Baggio, e sarò il tuo professore di matematica di quest'anno. Vuoi, per piacere, presentarti ai tuoi nuovi compagni?" mi chiede, con fare gentile.

Mi schiarisco la gola. "Piacere, mi chiamo Christian Herslag e vengo dall'America. Mi sono trasferito circa una settimana fa qui a Roma.". Cerco di tenere a bada il tremolio nella mia voce.

"Ehi, americano, perché non chiedi ausilio a Trump?" una voce sprezzante si alza dall'ultimo banco.

"Mi dispiace, Trump accetta solo i perdenti. In effetti, mi chiedo perché non ti abbia ancora invitato" le risatine seguite al commento del ragazzo s'interrompono immediatamente. Osservo con la coda dell'occhio il professore. Non c'è rabbia sul suo volto. Solo un'espressione d'orgoglio.

"Ottima presentazione" dice, con una punta di sarcasmo. "Puoi andarti a sedere... Hm, vediamo... ecco, in quel banco vuoto là" mi indica un banco in seconda fila. Da qui non riesco a vedere chi sia seduto affianco.

"Non credo tu abbia problemi di visuale, giusto?" il suo commento mi strappa un sorriso. "Okay, questo prof mi sta ufficialmente simpatico" penso.

"Ah, ma quindi sai sorridere!" Lo stesso ragazzo che prima mi ha preso in giro parla di nuovo.

"Sì, e so anche stenderti se apri di nuovo quella bocca" gli dico, in modo minaccioso. Il ragazzo apre la bocca, pronto a rispondere, ma ci ripensa e la chiude immediatamente. Sorrido, soddisfatto.

Mi siedo, appoggio lo zaino a una gamba del tavolo, e ancora prima di voltarmi faccio al mio vicino: "Piacere, Christian".

Una voce femminile a me nota mi risponde: "Sì, so chi sei". Mi volto...

"LEILA?" quasi urlo dalla sorpresa.

"Sì. Sempre io" mi risponde, con una nota di... noia?

"Pare proprio che tu abbia ragione. Il destino ci ha portati insieme..." La guardo negli occhi. Non c'è alcuna traccia di tristezza nella sua voce.

"Ma certo, io ho sempre ragione" cerco di smorzare la tensione tra noi due. Apparentemente ci riesco. A Leila scappa una risata, e sentendo quel bellissimo suono, non mi trattengo e rido anche io. I nostri sguardi si incrociano, e provo una sensazione meravigliosa.

"Sai, mi sento come in quella scena in Attack of the Clones. Hai presente, quella in cui Padme e Anakin sono seduti sull'erba e parlano di amore e politica?" quella frase mi coglie alla sprovvista.

"Aspetta, cosa? Adesso ti piace pure Star Wars?" le chiedo, sorpreso.

"Ma certo! Scusami, mi chiamo come la protagonista... mi deve piacere per forza!" dice lei, e ridacchia. Mi piace questa ragazza... è ironica al punto giusto.

"beh, in effetti..."

"In realtà... io amo Star Wars. Alla follia. So che è strano sentirlo dire da una ragazza, ma è assolutamente vero." Aggiunge, dopo un momento di esitazione.

"Oh no, non è per niente strano! Anzi, trovo che sia bellissimo" Tento di non mostrare quanto questa frase mi abbia colpito... una ragazza che ama Star Wars? Fantastico!

"Silenzio!" tuona il professore. Quasi salto sulla sedia dallo spavento. "Iniziamo la lezione."

SPAZIO AUTRICE

Eccoci qua, in ritardo come al solito. Ormai ci avrete fatto l'abitudine.

Comunque...

Il capitolo è venuto un po' banale, lo so. Cioè, molto dialogato, poche descrizioni. Non amo particolarmente i capitoli di questo tipo, ma sono molto più facili da scrivere... almeno per me. Quindi, scusatemi.

Ok, ora basta fare i negativi . Vi saluto, amici! A presto!

𝕷'𝖆𝖒𝖔𝖗𝖊 è 𝖚𝖓𝖆 𝖋𝖊𝖓𝖎𝖈𝖊 || IN PAUSAWhere stories live. Discover now