Buon primo giorno di scuola!

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CHRISTIAN

Dal "diario delle cose belle":

12/09: Caro Xander, stanotte ti ho sognato.

Oggi è il primo giorno di scuola. Ma non è un giorno qualunque. È il mio primo giorno di scuola in Italia, e non sono per niente pronto. Certamente, conosco il sistema italiano, la scuola l'ho già visitata e ho visto tutti i suoi spazi, la cartella è pronta come i vestiti, e ho studiato quello che potevo per non essere troppo indietro sul programma. Tanto, da quello che mi hanno detto, la terza superiore è un anno diverso per tutti qua in Italia (sì, sto rifacendo l'anno; e sì, sono stato bocciato... quell'anno...). Dunque, fisicamente sono pronto. Il problema è: sono pronto psicologicamente? Non ne sono affatto sicuro. Voglio dire: mi sono trasferito otto giorni fa, non conosco nessuno, probabilmente molti dei miei nuovi compagni si faranno beffe di me, e sono pure depresso. Direi che tutto sommato questa situazione è uno schifo, per non dire altro.

In realtà, un vantaggio ce l'ho: nessuno sa della mia tragedia, quindi nessuno mi tratta come un povero ragazzo bisognoso d'aiuto. Questa è la cosa che ho più odiato riguardo alla mia vita dopo... quello. Il fatto che nessuno potesse capire il mio dolore, ma che tutti mi trattassero con pietà, facendomi sentire ancora più uno schifo, ancora più depresso.

Questi sono i miei primi pensieri appena sveglio. Un bel modo di iniziare la giornata, non è vero? Me ne rendo conto anch'io, e inizio a pensare ad altre cose. Per altre cose s'intende quello su cui ieri ho fantasticato tutto il tempo, alias l'incontro alle terme. Perché anche se non rivedrò mai più quella ragazza, per un momento il suo sorriso mi ha fatto sentire di nuovo vivo. E questo è ciò che conta. In quella frazione di secondo, ho ricominciato a vivere. E ora non riesco a togliermi dalla testa quell'immagine. Adesso mi sembra una cosa normale, ma tra qualche tempo capirò che è proprio grazie a quell'immagine che la mia vita è cambiata drasticamente.

E ancora non lo so, ma è grazie a lei se stanotte ho sognato. Per la prima volta dopo 2 anni, 4 mesi e 16 giorni, ho sognato. La gente non ci troverà niente di strano: voglio dire, sognare è assolutamente normale. Ma non per me. Ho sempre paura di sognare, perché temo che rivedendolo il dolore torni più forte di prima. Per questo dormo pochissimo, una o due ore a notte: per paura di sognare. Sembrerà infantile, forse, ma questo è diventato il mio mostro. Stanotte però mi sono addormentato pensando a lei, e non ho fatto caso alla paura che mi attanagliava.

"Ecco, ora ricomincio a fantasticare anziché prepararmi". Il suono della sveglia sottolinea le parole della mia vocina interiore, facendomi sobbalzare. "Pronto a cominciare questa nuova esperienza!" mi dico, più per autoconvinzione che altro. Ho programmato tutta la mattina in modo da arrivare riposato a scuola, non affannato e in ritardo come al solito. Devo fare una buona prima impressione, giusto?

Prima di entrare in doccia, mi guardo attorno. Questa stanza mi è ancora nuova, e temo che ci vorrà molto tempo prima che mi ci abitui. È più piccola e più buia della mia vecchia camera, ma in compenso è molto più confortevole. Sembra di stare in un guscio, riparato dal mondo esterno. In America, la mia stanza mi sembrava sterile, troppo bianca; quella grande vetrata mi faceva sentire nudo, scoperto di fronte al mondo esterno. Qui invece mi sento a riparo ma ancora è strano svegliarsi e non vedere bambini che giocano, o non sentire gli uccellini che cinguettano. E poi, non ho avuto ancora il tempo di personalizzarla, troppo occupato a studiare. "Appena avrò finito tutto il mio programma di recupero, devo assolutamente sistemare i libri, esporre la mia collezione e appendere i poster."

Do un'ultima occhiata ai vestiti prima di rifugiarmi sotto il getto caldo della doccia. Una cosa che non è cambiata è proprio la mia routine mattutina: per prima cosa, una bella doccia calda per togliere i residui della notte; Poi, un'occhiata allo specchio che si tramuta in due minuti di contemplazione, di solito dei miei difetti. Oggi, però, cerco di osservare tutte le caratteristiche positive del mio corpo: la mia pelle è sicuramente abbronzata, i capelli per una volta sono in ordine (per sicurezza, li spazzolo di lato, lasciando una ciocca sulla fronte; è la mia pettinatura preferita, quella che attira più donzelle), e non ho brufoli.

Dopo essermi a lungo specchiato, m'infilo nei vestiti: la mia maglietta preferita, quella col logo di Star Wars (non l'ho mai nascosto, quella saga è la mia vita); jeans neri attillati, senza risvoltino: li ho fatti accorciare apposta e giacca di pelle Questo look tenebroso mi piace, mi fa sentire un duro. Mi metto lo zaino in spalla (una sola, è così che va la moda), e do un'ultima occhiata allo specchio prima di uscire. Niente foto, per oggi; ci penserà mia madre a farmi il set fotografico. Infatti, eccola lì, in fondo alle scale, con la sua storica macchina fotografica, pronta a immortalarmi. Me ne accorgo, certamente, ma fingo di ignorarla e scendo le scale, immaginando di avere un'enorme audience che fa il tifo per me; questo è il mio modo di preparami psicologicamente per il primo giorno di scuola.

Quando le passo accanto, mia madre mi da un bacio al volo e mi passa una scatoletta. "La tua merenda" mi dice. Osservo il contenuto: un pacchetto di cereali, una mela, un succo di frutta. "Mamma, guarda che sto a scuola cinque ore, non cinque anni!" esclamo, ridendo. "Lo so amore, ma conoscendoti nei prossimi giorni te la dimenticherai, quindi ti ho fatto la scorta". Rido alle sue parole, anche se in realtà ha perfettamente ragione.

Sulla soglia le do un bacio. "Ciao mamma a dopo" le dico in italiano. Lei ci rimane un po' sorpresa, poi mi saluta con la mano. "Buon primo giorno di scuola!" esclama, quando sono fuori dal cancello. "Speriamo tu abbia ragione..." sussurro, anche se in cuor mio ho la sensazione che non sarà affatto così. Non avrei potuto sbagliarmi maggiormente...

SPAZIO AUTRICE

Hello guys! Eccomi di nuovo con un nuovo capitolo! Doveva arrivare ieri, ma non ho fatto in tempo a scriverlo, sorryy.

Comunque, spero vi sia piaciuto. É incompleto, nel senso che il prossimo sarà la continuazione di questo, ma mi sarebbe venuto trooppo lungo e quindi l'ho spezzato a metà. Quindi, se volete  la continuazione (cosa ovvia, direi) aspettate lunedì.

Scappo che devo scrivere un'altra storia. A presto! 

𝕷'𝖆𝖒𝖔𝖗𝖊 è 𝖚𝖓𝖆 𝖋𝖊𝖓𝖎𝖈𝖊 || IN PAUSAWhere stories live. Discover now