Capitolo Tre: Mille cose

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«Torna a trovarci!», dice Hado, la ragazza che prima mi ha servito il pancake, non appena mi vede alzarmi e raggiungere la porta d'uscita.

«S-sì», rispondo, alzando leggermente una mano in segno di saluto. Per quel poco che lei ha potuto parlare con me, mi sono sentita rubare tutte le energie, come esposta eccessivamente alla luce solare; per questo motivo ho finito il mio dolce in fredda: in modo da poter tornare a casa e riprendermi.

Come esco dalla pasticceria prendo la mia bicicletta, ma decido di farmi comunque un pezzo di strada a piedi. Nel frattempo ne approfitto e prendo il cellulare in modo da fare un messaggio a Yuuri. Voglio chiederle di andare a vedere gli alberi di ciliegio, come avevo già pensato di fare all'uscita della scuola alla fin fine.

Sblocco lo schermo e inizio a comporre il mio messaggio senza pensare troppo a cosa scrivere: «Ciao Yuuri, come stai? Stavo pensando... È da un po' di tempo che non ci vediamo, quindi ti piacerebbe venire con me a vedere i ciliegi in fiore il prossimo fine settimana?».

Una volta aver inviato il messaggio, metto via il cellulare, dentro lo zaino, e me ne torno dritta casa.
Nel giro di poco tempo riesco ad arrivare. Tolgo velocemente le scarpe e mi dirigo in cucina da mia madre che, appena mi vede, mi saluta. «Bentornata», mi dice.

Ricambio il saluto e vado nella mia stanza per posare la mia roba e cambiarmi i vestiti con qualcosa di più comodo e adeguato a stare in casa, ma mi accorgo di un particolare: manca la giacca scolastica.

«Accidenti... Dove l'ho lasciata?», mi domando. E se l'ho dimenticata a scuola? Adesso che ci penso non l'avevo addosso quando sono tornata a casa. Che faccio? Non posso presentarmi a lezione senza quella.
Quando me la sono tolta? E, soprattutto, dove?

Faccio passare una mano tra i capelli, tentando di pensare; poi, d'improvviso, ricordo.
L'ho tolta poco dopo che la ragazza mi ha portato il pancake e l'ho appoggiata vicino a dove mi sono seduta.

La mia mano, che è tra i capelli, ora si va a spostare nella mia fronte in un gesto demoralizzato, dato che mi paralizzo sul posto.

Ora come faccio a riprendere la giacca prima di domani pomeriggio? Non credo che quella pasticceria possa aprire prima dell'inizio del Club scolastico della mattina, dato che in questo periodo siamo praticamente obbligate ad andare sia la mattina prima delle elezioni, che il pomeriggio, e non penso che nemmeno ora sia aperta dato l'orario. Come posso risolvere la situazione? Gli insegnanti mi sgrideranno senza ombra di dubbio e lo stesso se non mi presento al Club. Sono sempre la solita sbadata.

Non ho idea di che fare, ma forse potrei comunque provare a vedere se la pasticceria è aperta domani mattina. Dopotutto la maggior parte aprono presto.

Guardo l'ora e noto che è molto tardi. Tra poco è ora di cena e non sono ancora andata a lavarmi per colpa del mio essere costantemente tra le nuvole.
Prendo velocemente il cambio vestiti e mi avvio verso il bagno. Penserò a qualcosa mentre mi faccio una bella doccia calda.

Dopo qualche minuto di attesa, mentre mi spazzolo i capelli e mi preparo per lavarmi, sento arrivare una notifica nel il mio cellulare, che ho lasciato nella mia stanza. In ogni caso, dato che è tardi ed è quasi ora di cena, decido di andare a fare una doccia prima di guardare cosa mi è arrivato.

Non perché non abbia voglia di vedere la notifica, ma perché, conoscendomi, so che mi perderei a guardare il telefono in cose inutili, e ho già perso fin troppo tempo. Però... Se fosse la risposta di Yuuri? Non posso farla aspettare in caso mi avesse risposto di voler venire a vedere la fioritura dei ciliegi.

Mi fermo ad osservare la mia figura riflessa nello specchio e sospiro. Non so nemmeno prendere decisioni così semplici. Butto la testa indietro e mi arrendo. Cosa sarà mai se guardo un secondo il cellulare?

Prendo la mia decisione, che mi è costata sicuramente più tempo che altro, e vado a prendere il cellulare che ho lasciato in camera mia.
Come pensavo, è Yuri. Mi siedo sul letto e apro il messaggio: «Mi dispiace tantissimo (Nome), ma non posso proprio. Ho molto da studiare anche quest'anno e in ogni caso non ho nessuno disposto a portarmi da te».

«Immaginavo non potesse», dico tra me e me.

Fisso il mio cellulare, fin quando lo schermo non si spegne da solo. Anche questa volta Yuuri non può venire.

Sono parecchio giù di corda per questo fatto. Non la vedo da molto tempo e mi sarebbe piaciuto uscire con lei dopo un lungo periodo senza incontrarla, ma la sfortuna vuole perseguitarmi. So bene che non è colpa sua. In fondo è iscritta in un'impegnativa scuola privata e il suo tempo libero è molto raro o, in caso ci siano giorni in cui non ha nulla da fare, sono sicura che preferisce uscire con qualcuno che è fisicamente più vicino a lei.
Non la biasimo, abitiamo lontane da quando i suoi genitori l'hanno iscritta al liceo, dato che vive nei dormitori e torna a casa solo una volta ogni tanto.

Poggio il cellulare nel cuscino e successivamente incurvo la schiena talmente tanto che la mia fronte va toccare le mie ginocchia. Lascio cadere le braccia, come privata da ogni energia. «Sono veramente stanca», dico. «Yuuri non ha nessuna colpa. È solo troppo impegnata e lontana da me», mi ripeto più volte ad alta voce. Se io fossi Yuuri, non avrei problemi a risolvere le situazioni più scomode. Come, per esempio, la storia della mia giacca dispersa chissà dove.

Cerco di nasconderlo il più possibile, ma soffro tanto questa distanza. È l'unica amica che ho e che ha sempre saputo aiutarmi. È la migliore che ho. Non saprei cosa fare senza di lei, quindi è per questo che la rispetto e tento di mettermi nei tuoi panni. Per quanto io ci provi, però, è dura; chissà se per lei è lo stesso.

Respiro profondamente e mi alzo in piedi. Spengo definitivamente il cellulare, senza dare una risposta a Yuuri e vado in cucina, da mia madre. Mi laverò dopo cena, dato che per l'orario starà ormai preparando qualche cosa.

«(Nome), com'è andata a scuola oggi? Vi state allenando molto al Club?», mi chiede mia madre subito dopo avermi vista.

Mi affianco a lei e le faccio cenno di passarmi qualche verdura da tagliare al posto suo, in modo da concentrare i miei pensieri su qualcos'altro. «Va tutto bene. Ci stiamo allenando tanto».

«Te la stai cavando bene anche quest'anno? Magari verrai scelta per partecipare alla vostra famosa gara di cucina», ridacchia spensierata lei.

Scuoto la testa e inizio a tagliare. «Non farti tante aspettative. Le ragazze più grandi solo veramente brave e abili», rispondo.

«Non la devi pensare sempre in questo modo, altrimenti non riuscirai a diventare una donna di tutto rispetto. Poi cerca di uscire di più con i tuoi amici. Non ti fa bene passare il tuo tempo tra scuola e casa. Perché non domandi a Yuuri-chan di andare a vedere i ciliegi?», dice.

Smetto di tagliare e rimango ferma a guardare l'insalata divisa in diversi pezzi. «Uhm, non può», rispondo.

«Nemmeno quest'anno? Capisco tutto, ma non si è così impegnati da non poter nemmeno uscire». Si porta una mano sulla guancia e mi guarda con un viso preoccupato.

«Non lo so», rispondo amaramente, riprendendo a fare quello che stavo facendo poco prima.

Lei rimane a osservarmi, ancora con la stessa espressione in volto. Nota subito la tristezza nella mia voce e decide di lasciar perdere. «Forse hai ragione».

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⏰ Last updated: Apr 16, 2020 ⏰

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Persa Nei Tuoi Occhi [Tamaki Amajiki x Reader] Where stories live. Discover now