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Nella notte un candido manto bianco si era posato su tutto ciò che era immobile, coprendo la devastazione del villaggio del Branco Jeon.
L'attacco era stato veloce e devastante.
Erano piombati sul villaggio in pieno giorno e in meno di un battito di ciglia cogliendoli del tutto impreparati a reagire ad un attacco di tale portata.
Avevano ucciso la maggior parte degli abitanti e degli alfa che facevano parte della guardia abbandonando sul terreno corpi mutilati , agonizzanti e cadaveri.
Taehyung si strinse nel suo mantello in pelle d'orso mentre un forte vento proveniente da nord, nonostante la fitta boscaglia a barriera naturale della valle, riusciva a sferzargli il viso.
Si sposto in un angolo più riparato tenendo lo sguardo fisso sull'orizzonte.
Dalla sua postazione in cima all'unica torretta di avvistamento rimasta in piedi, poteva vedere e tenere sotto controllo a 360 ° l'area dell'intero villaggio.
Poteva vedere perfettamente i tetti di tutte le case del villaggio o almeno quelli che erano rimasti in piedi, la via principale del villaggio completamente deserta, la bottega del fabbro, il forno con il mulino, la serra e l'orto, casa sua e di Jihan.

"JiHan .... non sai quanto ci manchi ... torna da me ... ti prego"

Da quella terribile giornata non l'aveva più visto.
Era vivo e di questa era certo, se non lo fosse stato l'avrebbe avvertito perfettamente.
Altrettanto certo era del fatto che il suo alfa sarebbe tornato al suo branco.

Ma si può considerare un gruppo di sei persone rinchiuse in una ormai fatiscente casupola isolata, un branco da cui tornare?

Taehyung sospirò e vagò con lo sguardo su quella distesa desolata
Lo faceva ogni giorno, si alzava la mattina e si arrampicava fin là in cima nella speranza di scorgere un segno segno di un qualche miglioramento.
Ma come ogni mattina la sua arrampicata si rivelò inutile, all'orizzonte non c'era nulla.
"Tae! Scendi!"
La voce di Namjoon lo raggiunse flebile.
Taehyung abbassò lo sguardo verso il suolo e vide il suo amico indicargli di scendere ed andare a mangiare.
Con un forte gemito si alzò e iniziò la lenta discesa.
"Ehi Nam ... come va?" chiese una volta arrivata in fondo.
"Abbiamo finito" mormorò con voce grave Namjoon.
A Lui e a Yoongi era capitato il compito più terribile, ampliare il cimitero del villaggio e quel giorno Namjoon aveva seppellito gli ultimi morti rimasti.
"Andiamo amico mio!" disse lasciando lo sguardo puntato sui suoi stivaletti "lasciamo questo posto!"
Affondando fino al polpaccio nella neve si avviarono verso il sentiero che portava nella foresta.
Ora vivevano tutti alle Cascate.
Avevano scelto quel posto per la sicurezza e la posizione di vantaggio che offriva in caso di un attacco, era perfettamente nascosto e difficilmente raggiungibile.
I due giunsero alla casa, sulla veranda dove, avvolto in un mantello in pelle di volpe, c'era Yoongi.
"Ehi Yoongi" disse Namjoon sedendosi al fianco
"Ehi" mormorò "Stavo per venirvi incontro ..." disse il menta prima si sospirare "...non riesco a vederlo così." la voce gli si incrinò e alcune lacrime lasciarono i suoi occhi.
Era un evento raro vedere il forte Min Yoongi piangere ma dopo quel giorno anche la sua vita era cambiata drasticamente.
Prima era un marito e un futuro padre orgoglioso ed ora si trova ad essere un marito con un consorte distrutto dal dolore.
"Yoongi ..." Taehyung fece cenno a Namjoon di entrare "... supererete anche questo ne sono certo" disse abracciando l'amico "... tu e Hobi siete sempre stati una coppia forte !!"
"Lo sto perdendo Tae .... dovevo proteggerli ... era il mio compito ..."
Con la voce incrinata Yoongi poggiò il capo sulla spalla dell'amico e si lasciandosi andare in un piano silenzioso.
Durante lo scontro, Hoseok, per difendere il figlio aveva riportato diverse ferite a causa delle quali in seguito aveva perso il bambino che portava in grembo.
Il copro dei Hoseok e del piccolo Woo erano stati trovati non molto distante da casa, vicino ai copri di Jihoo e Kai.
La cosa peggiore fu che a trovarli fu Yoongi stesso.
Taehyung continuò a cullare l'amico.
Solo dopo alcuni minuti Yoongi si alzò, si ricompose ed entrambi entrarono nella casa.
Il profumo della cena si diffuse per tutta la stanza donando una calda nota di bellezza al freddo mondo in cui si ritrovarono a vivere.
Hoseok stava mescolando la zuppa sul fuoco mentre Namjoon aveva iniziato a preparare la tavola.
"Taehyung per favore potresti mettere un po 'di legna sul fuoco?" chiese Hoseok con un sorriso sulle labbra.
Il sorriso che gli si dipinse sul volto era ciò che di più finto si potesse vedere sulla terra.
Era palese si trattasse di un sorriso forzato.
Yoongi più di chiunque riconosciva la falsità di quel sorriso.
La paura e la preoccupazione nascosta da quelle labbra cuore era percepibile.
Yoongi gli si avvicinò e gli posò un delicato bacio sulla tempia carezzandogli la schiena con la mano.
"Come ti senti amore?" domando in un sussurrò.
"Meglio amore mio ... per quanto possibile è meglio" disse il rosso sorridendo debolmente "Staremo meglio amore mio ... staremo meglio!" concluse cercando di apparire più convincente possibile agli occhi del compagno.
"Si amore mio .... saremo felici, ... i medici del branco delle Dighe sanno il fatto loro" sussurrò Yoongi circondando con le braccia il compagno "Guariranno il nostro Woo e noi torneremo ad essere felici!"
Hoseok diede ordine a Taehyung e agli altri due alfa di finire di mettere tutto in tavola nel mentre chiamava Seokjin.
Lentamente si avvicinò alla piccola scala in legno che scendeva nello scantinato che avevano scoperto al loro arrivo.
Lo stanza era ricoperta di legno, al centro un enorme braciere emanava un confortante calore.
Alle pareti erano disposte diverse mensole sulle quali erano poste in bell'ordine tutte le boccette contenti le varie lozioni e medicine naturali che potessero servire ad un guaritore, e diversi volumi.
D'altra parte era stata la casa di Jimin per molto tempo sia prima che dopo il suo ritorno alle cascate.
Tutto in quella casa urlava il nome di Jimin.
In un angolo, seduto ad una scrivania coperta da volumi di medicina e guarigione, c'era Seokjin.
"Jin" disse il rosso avvicinandosi al moro "...è pronto puoi salire?"
Seonkjin alzò una mano chiedendogli tacitamente di aspettare che finisse di annotare qualcosa sull'orlo di un libro di medicina per poi chiuderlo.
"Sì ... qui è tutto tranquillo" mormorò.
"Come stà lui?" chiese Hoseok voltandosi verso l'utente paziente del moro.
"La febbre è quasi del tutto sparita, non delira più ma ... non si sveglia!"
"Forse è meglio così per ora" sussurrò il rosso.
"Già ... Hai ragione" convenne Seokjin avviandosi verso le scale per raggiungere gli altri.
E nell'unico posto nel mondo dove le mura erano intricate di magia e dell'odore del guaritore giaceva su un letto Jeon Junkook intrappolato in un sonno terribile fatto di incubi sanguinari.

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