Backdrops War I

A « i bigotti che impongono la loro visione delle cose a tutti gli altri».

Prologo

Molto tempo fa, avrei pensato che nulla si sarebbe potuto mettere sulla mia strada.
Avrei detto, scuotendo la testa varie volte, che non era possibile un' eventualità del genere.
La mia vita doveva andare avanti, sempre in alto, come una stella che ,invece di cadere, risale il cielo.
Non avrei mai immaginato che le cose sarebbero state diverse.
Non avrei mai immaginato di dover guardare cadere uomini, donne, bambini di ogni età, di ogni razza.
Ho visto città distrutte dal fuoco, un fuoco così intenso da schiarire la notte, persone correre via, cercando di scappare da quel fuoco che stava proprio dietro le loro spalle e bruciava la carne e lasciava solo morte e distruzione, rotolare nell'erba e non muoversi più.
Non ho potuto stare accanto alla mia giovane sposa, vicino al mio piccolo figlio. Non ho potuto assistere alla sua nascita, non ho potuto prenderlo fra le braccia.
Ho dimenticato il mio nome, il sapore del pane, cosa vuol dire avere un posto dove stare da chiamare casa.
Non avrei mai pensato di uscirne vivo, io fra tutti gli altri, fra i migliori, fra i più eroici.
Piansi, piansi ,in seguito, anche per loro.
Non ci sarebbero più stati eroi del genere, la loro sconfitta, fu la sconfitta dell'umanità intera, credo.
No, di certo io non ero fra questi, non avevo fatto nulla di eroico, solo restare in vita.
Restare in vita per ritornare da mia moglie, dal mio bambino, per proteggerli, per loro, ma non sono un illuso , lo facevo anche per me stesso, perchè non volevo morire, non volevo andarmene se non trascinando all'inferno qualcun altro con me dietro.
Come può esserci l'eroismo in così tanta miseria? Ho visto donne raccogliere i pezzi dei loro bambini.
Come ci può essere un Dio che permette questo? Se esiste, io non voglio conoscerlo.
C'è solo dolore e miseria in questo mondo, la terra stessa è impregnata di sangue, ed io sento di avere sperimentato tanto dolore , troppo per una persona sola.
Tatiana, la mia bellissima moglie, adesso non c'è più e mio figlio, Joshua, come me l'aveva chiamato, è morto con lei, soffocati dal fumo, soffocati dalla guerra.
Ancora oggi, sono certo che il nome di nostro figlio ,ed anche il mio, sia stata l'ultima parola che ha pronunciato.
Non mi perdonerò mai di non esserci stato, di averli lasciati soli.
Pensavo, nella mia ingenuità, che avrei avvertito quando sarebbe successo qualcosa di brutto alle persone che amo, che lo avrei sentito, come un avvertimento, come un richiamo a livello naturale.
Non è stato così, quel giorno, quel maledetto giorno, io dormivo sulla mia branda, in una caserma lontana miglia e miglia in mezzo al deserto e feci un sonno senza sogni.