Capitolo IV

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"Quindi pensava che Ally fosse tua sorella?" chiese Becky mentre camminavamo verso l'università.
"Te lo giuro" dissi "Domani mi porta il suo curriculum"
Aggrottò le sopracciglia "perché?" chiese.
"Becky non lo conosco nemmeno. Non oso pensare a mia figlia nelle mani di uno sconosciuto" dissi scuotendo la testa.
"Beh,tecnicamente anche quando è nata, è stata in mano ad un dottore che non conoscevi" disse Becky tranquillamente.
Le lanciai uno sguardo truce.
"Comunque" riprese "io accetterei senza alcun minimo dubbio"
"Perché?" chiesi.
"Andiamo Alex, Justin è un gran figo" rispose con naturalezza.
Stavo per rispondere quando sentii uno strano verso provenire dalla mia amica.
"Che c'è?" domandai.
"Parli del diavolo e spunta il baby-sitter sexy" disse. Seguii il suo sguardo e vidi Justin venire nella nostra direzione insieme a Jake.
"Oh no" sussurrai.
"Oh si" quasi urlò la mia amica.
Alzai gli occhi al cielo e mi sistemai meglio la borsa sulla spalla.
"Becky, io entro. Ci vediamo all'uscita" dissi.
"No no cara mia, tu stai qui. Tanto non sei in ritardo,anzi, siamo 15 minuti in ant- Hey Jake" si interruppe.
"E ciao anche a te Justin" continuò.
Jake le diede un bacio sulla guancia,che,tra parentesi,la fece arrossire,mentre Justin si limitò a farle un cenno con la testa.
"Ciao Jake" dissi sorridendogli. Lui ricambiò e riportò la sua attenzione su Becky.
"Ciao anche a te eh" disse Justin.
"Ciao" risposi fredda.
Lui alzò le braccia al cielo. "Ma che ti ho fatto?"
"Oh non hai fatto nulla" dissi superandolo.
"Mi spieghi che le ho fatto?" sentii Justin chiedere a Becky.
"Lasciala perdere. Invitala a prendere un caffè" rispose la mia amica. Mi voltai visibilmente arrabbiata.
"Allora,per prima cosa" iniziai "ho già fatto colazione. Seconda cosa, tra 10 minuti ho lezione" dissi per poi voltarmi e continuare a camminare. Non feci neanche in tempo a fare due passi,che Kim, una mia compagna di corso,mi fermò.
"Non c'è lezione di poesia stamane" disse. Sbiancai.
"Perché?" chiesi.
"Il prof. Jackins è malato. Quindi" disse felice "fino alle 11 siamo libere" disse esultando come una ragazzina di 10 anni.
"Yee" dissi con davvero,ma davvero poco entusiasmo alzando addirittura il braccio all'aria,tanto per rendere di più l'idea. Kim mi salutò con un gesto della mano e si dileguò. Potevo sentire gli occhi dei miei amici bruciarmi la schiena.
"Quindi ora hai tempo per un caffè,no?" mi chiese Justin.
Sbuffai e mi voltai nella sua direzione.
"Ho già bevuto il caffè" risposi.
"Allora ci prendiamo un tè" disse.
Alzai gli occhi e al cielo e,quando stavo per ribattere, Becky parlò.
"Justin, ad Alexis piacerebbe molto prendere un tè con te. Vero tesoro?" disse guardandomi.
La guardai scioccata.
"Becky chiudi quel buco che ti ritrovi sul volto" dissi.
"Faccia,Alex,faccia. Quel buco che ti ritrovi in faccia" mi riprese Backy "sei troppo delicata"
"Becky,dai basta" disse Jake venendo un mio aiuto. Grazie amico.
"E va bene,andiamoci a prendere questo tè" dissi incamminandomi verso il bar più vicino. Justin mi seguì a ruota e,per fortuna, durante il tragitto non proferimmo parola.
***
"Parlami di te" disse Justin. Sorseggiò un po' del suo tè e si pulì le labbra con un tovagliolo.
"Sono io che dovrei farti questa domanda,considerando che vuoi diventare il baby-sitter di mia figlia" dissi ammorbidendo un altro biscotto nel tè.
"Facciamo un gioco" sbottò.
"Cioè?" chiesi.
"Facciamo una domanda a testa e l'altro deve rispondere. Così siamo pari" disse. Ci pensai un attimo per poi annuire,sebbene non fossi molto convinta. Non mi piacevano questi tipi di giochi.
"Okay,inizio io" disse "quanti anni hai?" chiese dopo averci pensato qualche secondo.
"21,quasi 22" risposi.
Parve sopreso della mia risposta.
"Tu quanti anni hai?" chiesi a mia volta.
"Ne compio 23 il primo marzo" rispose.
"È il mio turno" disse "il tuo nome completo?"
"Alexis Dianne Rivera" risposi "il tuo?"
"Justin Drew Bieber" disse.
"Bel nome" dissi per poi pentirmene immediatamente.
Lui sorrise "Grazie,anche il tuo" disse.
Scosse la testa come per liberarsi da un pensiero e mi pose un'altra domanda "Il padre di tua figlia abita in casa con te?" chiese. Sentii una morsa allo stomaco.
"No" risposi semplicemente,sperando che lasciasse cadere il discorso.
"Oh,ti ha lasciata?" chiese dispiaciuto.
Scossi la testa. "No, è morto" dissi tranquillamente. Per anni avevo dovuto ripetere la stessa frase ed ero diventata abbastanza brava a non esternare le mie emozioni.
Diventò ancora più triste di quanto già non fosse. "Scusa,non lo sapevo" disse.
"Non potevi saperlo" dissi. Bevvi l'ultimo goccio di tè e posai la tazzina sul tavolo.
"Dai,tu sei fidanzato?" chiesi cambiando discorso.
"No" disse "cioè sì, lo ero,ma mi ha tradito" disse con un'alzata di spalle,come se non fosse qualcosa di importante.
"Che troia" dissi.
Lui rise. "Già,puoi dirlo forte" disse. Si calmò e mi sorrise dolcemente. Gli sorrisi a mia volta per poi alzarmi e lasciare i soldi sul tavolo.
"Justin,devo andare. Ho lezione" dissi sistemandomi la borsa sulla spalla.
"Certo. Allora passo domani mattina a portarti il curriculum. Okay?" chiese.
"Si,puoi passare anche verso le 8 se vuoi, non lavoro domani" dissi.
"Perfetto. Ah e non fare colazione,ti porto fuori a mangiare io" disse "e riprenditi i soldi,stamattina offro io" disse sorridendo.
"Ciò significa che domani dovrò pagare io?" chiesi sorridendo a mia volta.
"Potrebbe darsi" disse. Lo salutai un ultima volta ed uscii dal bar.

Trust || Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora