Capitolo XXVIII

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JUSTIN
Passò un mese dall'ecografia di Alexis. Inutile dire che ci rimasi male per il fatto che non fosse incinta, ma capivo anche la sua felicità: rimanere incinta nuovamente a 22 anni non doveva essere il massimo, ma l'idea di avere un figlio con lei, sangue del mio sangue, mi piaceva da matti.
Non mi era mai passato per la mente il fatto di diventare padre, perlomeno prima di incontrare Alexis.
Come non mi era mai passato per la mente il fatto di sposarmi, mentre in quel periodo era il mio pensiero fisso.
Ero esagerato? Sì. Non era la scelta giusta? Probabilmente. Amavo Alex? Sì, alla follia. Volevo creare una famiglia con lei? Sì, assolutamente.
Probabilmente ero anche impazzito, ma cavolo, ero cotto di quella ragazza.
Al diavolo l'alcol,le corse e tutte quelle pseudo donne che mi erano capitate a tiro: avevo al mio fianco la donna più straordinaria sulla faccia della terra, e questo mi bastava.
Stavamo insieme ormai da 3 mesi, e chiamatemi pazzo, ma non vedevo l'ora di poterla chiamare "signora Bieber".
Avete presente quando avete l'impressione di conoscere una persona da tutta la vita, nonostante la conosciate solamente da meno di un anno? Ecco, quello era ciò che stava capitando a me,e così era anche per Alexis, ci avrei messo la mano sul fuoco.
Passarono anche i mesi successivi, e ormai Natale era alle porte. Avevo idee per i regali? Assolutamente no. Come tutti gli anni d'altronde. All'inizio di dicembre, io ed Alex avevamo parlato riguardo ad un possibile fratellino per Ally. E la conclusione fu quella di lasciar fare alla natura il suo corso. Alex si era resa conto che non voleva nulla di programmato e voleva che, se il bambino avesse dovuto effettivamente arrivare, lo avrebbe fatto di sua spontanea volontà, senza che noi decidessimo quando doveva arrivare. In poche parole, se fosse rimasta incinta anche il giorno successivo, ne sarebbe stata felice.
Il giorno precedente la vigilia di Natale, Alex era andata, assieme a Becky, al centro commerciale per comprare i regali, mentre Ally era con sua nonna. Io invece ero a casa,disteso comodamente sul divano, a sorseggiare una buonissima birra. Jake mi avrebbe raggiunto da lì a pochi minuti: dovevamo scegliere i regali per tutta la famiglia. Era più facile vedere un'asino volare, piuttosto che riuscire a comprare dei regali decenti, dal mio punto di vista.
"Cazzone,apri" urlò Jake, dall'esterno della casa. Il suo linguaggio iniziava a darmi sui nervi. Forse ero stato troppo in compagnia di Ally: con lei non dicevo mai le parolacce.
Quando aprii la porta d'ingresso, guardai male Jake.
"Che c'è?" sbottò.
Inarcai un sopracciglio. "Non parlare così" dissi.
Jake scoppiò a ridere. "Perché?"
"Mi dà fastidio questo linguaggio, perlomeno usato qui dentro. Va usato solo in caso di bisogno" spiegai. Stavolta quello ad inarcare un sopracciglio fu Jake.
"Il cane ti ha mangiato le palle, per caso? Cazzo, amico. Non ti riconosco più" si buttò sul divano e prese un sorso dalla mia birra.
"Sono solamente cresciuto" dissi sbuffando. "Mi lascio andare anche io,comunque. Ma quando sono in casa, certe parole preferisco tenerle per me"
"Come ti pare" borbottò.
"In quanto a te" dissi avvicinandomi al divano "sei più rude del solito,oggi. Che succede?" domandai. Mi sedetti sul divano accanto a Jake e gli rubai la mia birra dalle mani.
Jake borbottò qualcosa di incomprensibile a bassa voce, come se stesse bestemmiando in ogni lingua del mondo.
"Non mi ha risposto" disse.
"Chi?" posai la schiena contro il bracciolo del divano per guardare Jake in volto.
"Becky" rispose. Continuava a tenere lo sguardo fisso sul televisore, ma dubito lo guardasse perché gli interessava la promozione sui top femminili. O forse sì.
"Riguardo a cosa, non ti ha risposto?" chiesi, mentre mi allungavo per rubare il telecomando dalle gambe di Jake. Spensi la televisione e mi risistemai.
"Le ho chiesto di venire a vivere con me, ma lei se n'è andata senza dire una parola. Che devo pensare?" finalmente mi guardò, e solo allora notai i suoi occhi pieni di paura, dolore e rimorso.
"Ci deve pensare, Jake. Oppure se vuoi andare a vivere con lei, fai come ho fatto io" dissi alzando le spalle.
Mi guardò confuso. "Cioè?"
"Fingi che l'intonaco di casa tua si sia staccato, così vai a stare da lei per un po', finché non si abitua alla tua presenza. Facendo così sono rimasto da Alex. Anche se l'intonaco del mio soffio si era davvero staccato" ridacchiai ricordando quell'episodio.
"Non pensiamoci ora" disse Jake alzandosi dal divano.
"Andiamo a fare shopping" disse in falsetto. Risi.
"Sì, andiamo" presi le chiavi dell'auto, la giacca ed uscimmo di casa.

"Basta" dissi sedendomi su di una panchina, all'intero del centro commerciale. "Non ce la faccio più"
Jake scoppiò a ridere. "Amico, non hai ancora trovato nulla per Alex. Te ne rendi conto?" domandò.
Gli lanciai uno sguardo truce. "È tre ore che andiamo in giro per negozi. Non ce la faccio più" mi lamentai. Odiavo andare in giro per negozi, e lui lo sapeva bene, il bastardo.
"Portala in vacanza" propose Jake.
Scossi la testa. "Non ho più così tanti soldi, Jake"
"Allora vendi la Dodge" disse con nonchalance.
"Sei impazzito?" sbottai. "Non ci pensare nemmeno, la Dodge non si tocca. È off-limits. Capito? Off.Limits" dissi scandendo bene le parole.
"Ma fai come vuoi" disse. Lasciò le sportine che aveva in mano sulla panchina affianco a me.
"Vado al bagno, torno subito" disse allentandosi.
Mi guardai intorno, in cerca di un'illuminazione divina. Poi lo vidi, il negozio che faceva per me. Come avevo fatto a non vederlo prima? Era il momento giusto, lo sentivo.
ALEXIS
"Sei sicura?" domandò, per l'ennesima volta, Becky.
"Ti ho detto di sì" urlai esasperata.
"Oh mio Dio" Becky iniziò a saltare sul posto.
"Stai calma" le intimai "o giuro che ti tappo la bocca, in qualche modo"
Alzò le mani in segno di resa. "Okay, scusa. Ma dovresti essere felice" mi disse.
"Secondo te non lo sono? Lo sono eccome, Becky" sospirai felice e guardai il test di gravidanza che tenevo tra le mani.
"Justin lo sa?" domandò.
"Come fa a saperlo che l'ho appena scoperto io?" chiesi per poi scoppiare a ridere.
"Oh,giusto" disse Becky grattandosi la nuca. "Scusami, sono solo agitata"
L'abbracciai, stringendola forte a me. "Accetta la proposta di Jake" le sussurrai all'orecchio. La sentii sorridere e sorrisi anche io, ringraziando Dio per il dono che mi aveva fatto.
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Ciao! Scusate gli errori e, come al solito, spero che questo capitolo vi piaccia. Aggiornerò subito un altro capitolo (se non mi addormento prima) perché devo aspettare le 24 e non so cosa fare!
Buona lettura ❤️

Trust || Justin BieberWhere stories live. Discover now