Mio fratello era seduto su di una delle tante sedie attaccate al muro bianco, mentre a passo svelto lo raggiungevo e sorpassavo tutte le porte blu alla mia sinistra.

Sentivo di poter impazzire, di poter scoppiare come una mina per tutta l'aria che mi mancava.

<< Catherine, cerca di stare calma sei in un'ospedale >> mi disse lui alzandosi e rivolgendomi i palmi della mano, come se tra di noi ci fosse una tregua.

Ma io ero stanca delle tregue, ero stanca di non potermi arrabbiare fino in fondo, e questa volta nessuno poteva passarla liscia, perché non avevo intenzione di far calpestare i miei sentimenti.

<< Se ti sto rivolgendo la parola Jake, è solo per chiederti in quale cazzo di stanza è mamma, perché non me ne può fregar di meno di tutte le altre cose che hai da dirmi, d'accordo? >> risposi io senza cambiare il tono di voce, mentre una porta dietro di me si aprì facendoci voltare.

Comparve mio padre, con gli occhi rossi e il viso disperato, mentre dentro di me una piccola crepa si fece spazio, soltanto a vederlo così fragile.

<< Papà.. >> dissi io, addolcendo la mia voce e cercando di tranquillizzarmi come mi aveva chiesto Jake << Cos'è successo? >> gli chiesi, mentre lui mi fissava con quei occhi puri e azzurri, che ne io e ne Jake avevamo ereditato.

<< Tua madre è svenuta >> confessò abbattuto << Abbiamo chiamato l'ambulanza e l'hanno ricoverata,
hanno detto che ha avuto un calo di pressione, non si sa precisamente a cosa sia dovuto, stanno cercando di capire le origini per vedere se sia grave o meno >> mi spiegò lui, mentre feci un lungo respiro per riprendermi.

Mi misi le mani sul volto, mentre una miriadi d'immagini mi passarono per la mente, mentre la stanchezza dovuta allo spavento e alle troppe sensazioni provate in così poco tempo si fecero spazio sul mio volto.
Respirai ancora a fatica e mi ricomposi, mandando un'ultima occhiata a mio padre che sembrava assente.

Lo sorpassai aprendo la porta blu elettrico, entrai dentro la stanza non molto grande, dove governava un letto al centro, dove c'era mia madre che aveva gli occhi socchiusi.
Si voltò non appena sentì la porta chiudersi e per la prima volta vidi su di lei, uno sguardo debole e vulnerabile.

Mi fissò per un attimo e mi regalò un sorriso duro, uno di quelli fatti per rassicurare.
La guardai e mi avvicinai al suo letto, fissando l'ago infilato nella vena della sua mano.

<< Non ti hanno trovato la vena nel braccio giusto? >> le chiesi, mentre lei annuí guardandosi la mano.

Mi sedetti sul letto, facendomi spazio affianco a lei, senza nemmeno toccarla, come se potesse rompersi.

<< Come stai? >> le chiesi, mentre lei si decise a parlarmi.

<< Sto bene Catherine, siete tutti così preoccupati per nulla >> disse muovendo le braccia come suo solito e facendomi sorridere.

<< Sarebbe strano l'incontrario >> le dissi mentre lei scosse la testa.

<< Tuo padre! Guarda tuo padre, è più preoccupante come sta messo lui, mica io che mi sono riposata per bene >> sibilò, mentre scoppiai a ridere.

<< Non cambierai mai >> le dissi sogghignando, mentre lei mi seguì a ruota.

Sarebbe potuto succedere qualsiasi cosa, sarebbe potuta sboccare l'apocalisse, che mia madre avrebbe trovato un qualcosa per dire che tutto, alla fine dei conti, andava sempre bene.

Bussarono alla porta, e tutte e due ci girammo.
Entrarono dentro mio padre, Jake, un dottore e un'infermiera, e subito mi ricomposi come se avessi combinato un guaio.

Il dottore ci osservò e lesse un foglio sulla sua cartelletta, molto probabilmente per leggere almeno il nome di mia madre.

<< Signora Margaret >> prese una pausa avvicinandosi << Come si sente? >> chiese, mentre mia madre si sollevò lentamente.

<< Mi sento bene >> rispose, senza batter ciglio.

<< Le fa ancora male la testa? >> gli domandò, mentre io mi girai a fissarla.

<< Non molto >> concluse lei, mentre il dottore lesse qualcosa sulla cartelletta.

<< Dunque, con molta probabilità il disturbo di cui soffre è la Cefalea muscolo-tensiva, ovvero un comune mal di testa dovuto a una condizione di stress e forte stanchezza >> le spiegò, mentre vidi mio padre fare un sospiro.

<< Vuol dire che non è grave? >> gli chiese quest'ultimo, mentre tutti noi pensavamo a quella domanda.

<< No non è grave, è molto comune nelle persone >> rispose lui, mentre l'infermiera controllò la flebo di mamma e mentre il medico rincominciò a parlare << Vogliamo però tenerla d'occhio ancora per un po' per assicurarci che il mal di testa non persista anche in stato di tranquillità, quindi per adesso dovrà restare ricoverata >> finí, facendoci annuire a tutti quanti.

<< Va bene >> rispose mia madre.

<< Perfetto allora, si riposi pure >> sorrise lui, per poi salutarci e andarsene insieme all'infermiera.

Guardai mio padre che sollevato si avvicinò a mamma e le accarezzò una guancia.
Avevo incominciato la giornata nel modo migliore per perdere il cuore e vederlo scappare da lontano senza nemmeno degnarsi di salutarmi.
Mi era mancato il respiro tante di quelle volte che ora che potevo rilassarmi per un attimo non ci riuscivo.

<< Papà che ne dici se vai a casa e ti riposi un attimo? >> chiese mio fratello a mio padre mentre lui scosse la testa prontamente.

<< No ragazzi, andate pure voi a casa resto io qui, tranquilli >> rispose prontamente, mentre mia madre lo fissò male.

<< Certo che no! Ora vai subito a casa a farti una bella doccia e a riposarti, anzi fatelo tutti e tre, perché intanto io mi metterò a dormire quindi sarà inutile restare qui >> squittì lei.

<< Resto qui finché non ti addormenti >> disse poi mio padre, senza nessuna intenzione di muoversi.

<< Papà dai, resto io qui finché mamma non si addormenta, torna a casa insieme a Jake, intanto ti prometto che non mi muovo >> mi avvicinai verso di lui, prendendolo per il braccio.

Lui mandò un'occhiata a mamma e poi si decise ad alzarsi sbuffando, mentre Jake le diede un bacio per salutarla.

Li vidi andarsene e chiudersi la porta alle spalle, mentre io mi sedetti sul divanetto e mia madre mi mandò un bacio volante e si rannicchiò con la coperta.

Scusa se ti amoWhere stories live. Discover now