capitolo 1

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Come scordare quel giorno? Ero piccola ma non senza memoria.

Mi ricordo quel ponte pieno di neve, con noi a 8 anni, eravamo proprio belli. Ci piaceva giocare, darci fastidio, divertirci. Prendevamo quel un po' di neve bianca candida e ce la tiravamo addosso. Posso sentire ancora il brivido di quei piccoli frammenti di ghiaccio sul mio collo quando siamo scivolati per terra. Eravamo piccoli, spensierati, felici. Dopo quel giorno non volevo che tornasse a Sydney... James era il bimbo che mi piaceva allora, ci stavo male a vederlo partire. Anche se adesso ricordo a malapena com'era. Anche se i suoi occhi, quel suo verde intenso, non lo potrò mai scordare.

Infondo, avevo solo 8 anni, e che ne potevo sapere di amore? Posso dire che a 8 anni avevo un legame speciale con James, ma non credo di poter dire di più. Adesso invece ho i miei fieri 17 anni, domani ne ho 17 in realtà e per festeggiare parto. Vado a Sydney. Quindi sì: Leila Clifford parte insieme a suo fratello e alla sua migliore amica per Sydney.

Ah, mio fratello lo adoro giusto. Voleva andare a vivere da qualche altra parte e guarda chi porta con sé?? Sua sorella con un amica. Michael sarà sempre l'uomo più importante della mia vita. Partendo almeno si potrà colorare i capelli senza sentire nostra madre che lo sgrida, perché lui giustamente non sopravvive dopo tre mesi con lo stesso colore. Spero che a scuola non gli dicano niente per il suo carattere estroversoemoltooriginaleche da disponibilealmondo.

Dai, lui l'ultimo anno e io il penultimo.

Poi ci sarà Skyler con me a tenermi compagnia. La mia migliore amica come al solito viene con me. Amo quella sua testa bionda a modi leone e quei suoi occhi chiari -quali le invidio parecchio- che le fanno avere la fila degli ammiratori dalla nostra Los Angeles fino alla nostra futura Sydney, ma anche più in là. Io e lei ci conosciamo dall'età di 12 anni, quando entrò nella mia classe delle medie per dire «scusi prof, ma ci sarebbe bisogno di qualcuno per fare un'intervista per il sito.» e io giustamente ero disattenta vicino alla porta e davanti al professore mentre scarabocchiavo sui margini del libro. Il professore, contuttol'amorechepotevarivolgermi, mi disse di uscire dalla classe e nel frattempo fare l'intervista. Furba come sono non potevo fare la dispiaciuta ovvio, quindi alzai la testa, sorrisi e dissi «grazie prof, non mi piaceva questa lezione. P.s. la prossima volta mi può mandare prima così evito queste cose noiose?». Il professore cambiò di colore immediatamente diventando più rosso del sugo delle polpette della mensa e senza dir niente indicò furiosamente la porta. Fuori ho conosciuto Skyler che si é complimentata con me per la mia scenata e mi ha chiesto di andare a casa sua nel pomeriggio. Ovviamente da quel giorno ogni pomeriggio e mattina siamo insieme.

Quindi, ricapitolando, sono le 20.00 e alle 05.00 parto e vado a Sydney. Le valige sono pronte e domani mattina metto questo bel pigiama dentro la borsa e parto.

Non faccio nient'altro che pensare a questo viaggio e a Michael, Skyler, la nuova città e... e qualcuno sta bussando alla porta di camera mia come se fosse di piombo. «la porta é di legno, quindi se non vuoi entrare sfondandola ti conviene girare la maniglia e smetterla di bussare» dissi prima di un possibile imminente sfascio. Sentii la voce di Michey ridere per poi vederlo appoggiato allo stipite bianco mentre lascia aprire la porta con una lieve spinta. «scema la mamma vorrebbe cenare. Se non ti dispiace avrei un po' di fame» disse ancora ridendo facendo cadere la testa in avanti per poi portarla indietro facendo spostare il ciuffo da davanti ai suoi occhi. Anche se l'idea di torturare mio fratello mi piace molto, anche io ho fame «strano che tu abbia fame, mangi solo tutto il giorno per 365 giorni l'anno. Comunque anche io ho fame quindi andiamo.» dissi accennando una lieve risata. Mentre oltrepassavo la porta, quell'adorabile del mio fratellone, mi ha aspettata sempre fermo per poi avvolgermi un braccio attorno e mordermi la guancia. «ah! Michey ti uccido!» dissi ridendo sempre di più. Si stacca dalla mia guancia per poi darmi un prepotente bacio sopra quel segno dei suoi denti. Faccio un finto broncio e lo guardo negli occhi, mi giro e incomincio a scendere le scale mentre lui mi segue dicendomi «e io non lo ricevo un bacio dalla mia sorellina? » urlo la mia risposta mentre corro in cucina «nah, ma se vuoi ti posso tirare uno schiaffo».

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