5. D'amore e morte

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+ D'amore e morte, una storia di Nuan Huan +


Piacere di conoscervi, il mio nome è Nuan Huan. Raccontare storie non è mai stato né il mio mestiere né la mia passione, ma farò del mio meglio, lo prometto.

Dato che quando costruisco oggetti metto insieme tanti materiali diversi, ho pensato che fosse la stessa cosa anche con il raccontar storie; ringrazio tutti quelli che hanno raccontato qualcosa prima di me e mi hanno ispirata.

Se la mia storia vi piacerà, ne sarò felice.

In principio vi erano il Caos, la Terra, e l'Abisso.

Tra loro si amavano di un amore tenero, anche se questo sentimento non aveva ancora un nome nei tempi remoti da cui comincia la nostra avventura; esistevano, sicuri della presenza degli altri anche quando non guardavano, e prosperavano.

Questo loro affetto cresceva di giorno in giorno, finché non seppero che il loro amore era abbastanza forte da garantire loro un miracolo, ma solo se avessero agito com'era giusto.

D'improvviso sapevano cosa dovevano fare e non se ne chiesero la ragione, perché gli dei non hanno bisogno che di esistere per lungo, lungo tempo per adempiere alla loro natura, e ogni loro sentimento e intento crea miracoli.

Il Caos mulinante spalancò le sue ali per raggiunger Tartaro l'Abisso e gli affidò un uovo che aveva deposto, che lasciò tra le braccia dell'Abisso. L'Abisso tenne al sicuro la creatura che cresceva nell'uovo del Caos e Gaia la Terra vi infuse la vita con un sospiro tenero, e quando l'uovo schiuse, due gemelle alate ne uscirono tenendosi per mano: erano la Notte e l'Oscurità.

Le due gemelle non riconobbero il Caos, poiché le sue fattezze mutavano in continuazione, così si separarono per essere cresciute da coloro che più le somigliavano: la Notte dagli occhi brillanti si accoccolò contro la schiena della buona Terra, sostenendola quando era stanca perché riposasse tranquillamente, mentre l'Oscurità sedette accanto all'Abisso profondo, in silenzio, eppure osservando.

Le due gemelle crebbero, ma non si dimenticarono l'una dell'altra e, dopo la rivoluzione dei lunghi secoli, decisero di incontrarsi nuovamente.

Che gioia fu! Anche se erano cresciute, non ci volle loro che un istante per riconoscersi e volare una tra le braccia dell'altra. Per un giorno la loro felicità fu tale che la luce delle stelle lontane fu spenta per un secondo, precipitandolo nelle tenebre delle due sorelle, e quelle stesse tenebre che coprirono tutte le luci dell'Abisso turbinarono e si condensarono in un bozzolo pulsante.

Le due sorelle decisero di vegliare su di esso, sorprese, ma avevano appena giurarlo di proteggerlo e accudirlo finché fosse stato necessario, che esso si svolse come un rocchetto di filo e da esso scaturì il grazioso Amore, donando finalmente un nome al sentimento che legava quelle creature divine che insieme coesistevano.

Non era mai esistito qualcosa di incredibile come Amore: al contrario di Notte e Oscurità, non somigliava solamente ad una delle altre divinità, ma sembrava riunirne tutte le loro caratteristiche in un unico essere, così che sfuggiva ad ogni definizione.

Era mutevole come Caos: era il dio più piccolo, eppure in un attimo poteva ingrandirsi e permeare il mondo come Oscurità; dalla sua schiena si dipartivano meravigliose ali, come quelle di Notte, rapide come turbini di tempesta, che gli consentivano di viaggiare tra i mondi a suo piacimento. Quelle ali erano fatte d'oro, materiale amato dalla Terra, e con la Terra Amore condivideva il saper portare passione e gioia di vivere.

Una nuova pace era nata insieme ad Amore, piccola divinità benvoluta da tutte le altre: il giovane dio non stava fermo un secondo, volava da un'entità all'altra con le sue ali scintillanti per portargli una notizia, un saluto, un bacio, e il suo arrivo era sempre accolto con gioia.

Un boccaccio di AmuchinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora