Cʜᴀᴘᴛᴇʀ 165

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Il ragazzo si alzò da terra, afferrando la mano di Jimin.

Jimin: "Hai preso le chiavi?"

"Si".

I due, perciò, uscirono di corsa dall'abitazione, correndo praticamente al buio per il bosco.
In lontananza, intravidero qualcuno.

"Namjoon, Jin!".

Esclamò Yoongi, correndo nella loro direzione.
Lo sguardo di Jimin si illuminò ed il ragazzo prese a corrergli incontro, abbracciandolo non appena lo raggiunse.

Seokjin: "Sono così felice di vedervi ragazzi".

Jimin: "A chi lo dici. Ascoltate dobbiamo andarcene, è pericoloso qui".

Namjoon: "Si. Ce ne siamo accorti".

"Taehyung, Jungkook e Hoseok? Li avete visti".

Seokjin scosse scosse il capo, rivolgendo lo sguardo a Namjoon per poi riportarlo a Yoongi.

Seokjin: "Non ne abbiamo idea".

Jimin: "Pensate che siano già...".

Namjoon: "Non lo so. Abbiamo chiamato la polizia, penso che noi possiamo iniziare a-".

"Non c'è nulla che possiamo fare ormai".

I quattro ragazzi rimasero in silenzio per qualche istante.
Salirono in macchina: Yoongi la mise in moto, mentre le mani tremavano, trattenendo le lacrime e qualsiasi altra emozione provasse in quel momento.
In parte, sapeva già che sorte era aspettata ai suoi amici.

ENDING n°57:
A BITTERSWEET VICTORY

"I walk through the valley with the shadow of death,
and I fear no evil because I'm blind to it all,
and my mind, my gun, the comfort me,
'cause I know I'll kill my enemies when they come".

Mentre la radio echeggiava per la Jeep, Jimin, Yoongi, Seokjin e Namjoon rimasero in silenzio, non osando proferire parola, decisi solo ed esclusivamente ad allontanarsi da quella casa, da quel bosco.

"But I know, when I die, my soul is damned".

Aɴ ᴏʟᴅ ʟᴀᴅʏ
23 Settembre ore 7:13

"Tre ragazzi di età compresa tra i ventuno e i ventiquattro anni, sono stati trovati morti ieri sera in una casa diroccata nella periferia di Seoul. Le cause della morte sono incerte e la polizia è ancora alla ricerca di una possibile pista. Nonostante la mancanza di sospettati, la spiegazione più plausibile è che ci troviamo davanti al macabro operato di un serial killer anche se, alcuni vociferano addirittura che i ragazzi siano morti a causa di una qualche sorta di maledizione. Non è la prima volta infatti che la zona boscosa che circonda la casa si fa protagonista di episodi di suicidio o sparizione. Nell'abitazione è stata rinvenuta anche un'anziana signora, il cui nome non riveleremo per questioni di privacy, priva di sensi. Si presume che anche lei sia vittima dell'aggressione. Fortunatamente non ha riportato alcun danno grave, anche se, non è stata in grado di fornire alla polizia alcuna indicazione per via di una patologia che comporta la perdita di memoria a breve termine. Non si sa neppure nulla di chi ha contattato la polizia. Ad ogni modo continueremo a tenervi aggiornati, per ora questo è tutto, linea allo studio".

Questa era una delle notizie principali del telegiornale che stava andando in onda sul maxischermo della stazione.

Nella tasca della giacca che sto indossando, vi è un biglietto ripiegato in quattro parti.
Mentre aspetto nei pressi dei binari, lo apro.

Se stai leggendo questa lettera, vuoldire che ce l'hai fatta.
Sei scappata da quella maledettissima casa che ti ha tenuta prigioniera per fin troppo tempo.
Scappa, vai lontano.
Dimenticati di quel bosco e di tutti gli orrori a cui hai dovuto assistere.
La morte di quei ragazzi non è colpa tua.
Distruggi questo biglietto, così da scordarti per sempre di questa storia.

Ma non dimenticarti di loro.

Assieme a un biglietto vi era una foto, anch'essa piegata in quattro parti; ritraeva me e i miei amici quando ancora eravamo felici ed ignari della sorte che ci attendeva.
Sul retro:

Non dimenticarti di loro.

1968

Nell'altra tasca vi è invece un accendino.
Dò fuoco al biglietto, lasciando che si trasformi in cenere e si polverizzi, trascinato via dalla leggera brezza autunnale.
Salgo a bordo del treno, sedendomi sul primo posto che trovo libero.

Forse dovrei sentirmi in colpa per le morti di quei poveri ragazzi.
Mi dispiace, mi dispiace davvero ma io sono felice.
Sono così tremendamente e meravigliosamente felice.
Finalmente, dopo anni ed anni, sono riuscita ad abbandonare quella casa, che, ora, ha tre nuovi 'ospiti'.
Che colpa ne ho io?

Controllore: "Scusi, posso vedere il biglietto?".

Mi volto nella sua direzione con un piccolo sorriso, porgendogli il biglietto timbrato una decina di minuti fa.

"Ecco a lei".

L'uomo sorride cordialmente, controllando il biglietto per poi restituirmelo.
Lo ripongo nella tasca anteriore della mia valigia, mentre il treno parte diretto verso Seoul.
Come stavo dicendo riguardo a ieri sera...

Aspetta, cos'è che stavo dicendo?

Yᴏᴏɴɢɪ 
23 Settembre dell'anno successivo ore 7:13

Non posso fare a meno di pensarci.

A volte mi chiedo cosa sarebbe successo se gli eventi di quella sera di un anno fa si fossero svolti in maniera differente.
Mi chiedo cosa sarebbe accaduto se non avessi mai trovato quell'annuncio sul giornale, se non lo avessi proposto ai miei amici e se ognuno di noi avesse fatto delle scelte diverse.
Secondo la teoria dei multiversi, parallelamente al nostro esistono centinaia se non migliaglia di altri universi completamente o solo parzialmente diversi da questo.
Quindi non sarebbe poi così illogico pensare che questa vicenda sia accaduta in maniera diversa in uno di questi universi.

Io non posso fare a meno di pensarci.
E non posso fare a meno di sentirmi colpevole per quel che è successo a Hoseok, Jungkook e Taehyung.

Non riesco a perdonarmelo, così come non riescono a perdonarselo Jimin, Namjoon e Seokjin.
Ci pensiamo in continuazione.


Eppure ancora non sappiamo nulla.
Non sappiamo quel che è successo effettivamente a Taehyung, Hoseok e Jungkook.
Non sappiamo neppure che fine abbia fatto quell'inquietante vecchia.

Ma non facciamo altro che pensare a loro tre.

Noi siamo sopravvissuti, ma ci mancano. Tanto. Davvero tanto.

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Bᴜᴛᴛᴇʀғʟʏ ᴇғғᴇᴄᴛ Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora