Capitolo 9

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Stavo armeggiando con la chiave del mio armadietto quando arrivò Carol.
<Jenny! Cosa stai facendo?>
<Questo maledetto armadietto non si apre oggi!>
<Aspetta fammi provare> prese una forcina per i capelli e iniziò ad armeggiare con la serratura, <Ecco! Fatto> esclamò orgogliosa di se stessa.
La guardai basita <E questo dove l'hai imparato?>
<Oh...beh questo non ha importanza> borbottò e io lasciai cadere il discorso.
<Dovrai andare in segreteria a farti dare un'altra chiave però, penso che questa sia fallata>
<Okay, grazie Carol, dopo passerò>

Sorrise, il discorso precedente era ormai dimenticato, ci avviammo per seguire le lezioni della giornata.

Quanto odio per la matematica, tutti quei calcoli, quella razionalità, cosa c'entra con il mio mondo di colori e sogni? Niente, assolutamente niente.
<Signorina Coriel! Cos'ho appena detto?> il mio cognome sulla bocca del professore mi fece rabbrividire
<I-io, mi scusi> dissi abbassando lo sguardo
<Subito alla lavagna, così impara la prossima volta a distrarsi! A cosa stava pensando? Al suo fidanzato?>
Arrossii di botto <Assolutamente no!> esclamai contrariata, provocando l'ilarità di tutti i presenti.

<Qual è la soluzione di questa equazione signorina Coriel?>
Fissai quei numeri che a parer mio non significavano nulla e con la coda dell'occhio cercai Carol, lei era lì, seduta al banco intenta a sbracciarsi mentre il professore non guardava la classe. Cosa stava cercando di dirmi? 2..2 una v? No...Ah!
<2x!> esclamai
<Giusto, vede che quando si concentra i risultati arrivano?>

<Grazie Carol, veramente, non so come avrei fatto senza di te>
<Sono tua amica, il minimo che possa fare è aiutarti!>
<A proposito ...non è che potresti aiutarmi con matematica? Sai studiare insieme...>
<Oh! Sarebbe bellissimo! Certo! Io adesso devo andare, facciamo domani pomeriggio allora?>
<Okay, a doman...Ah! Facciamo a casa mia o tua?> le chiesi, e nel suo sguardo passò di nuovo un'ombra <V-vieni pure a casa mia>
Non capii quella sua incertezza ma le sorrisi e la salutai.
<Jenny!>
Mi voltai di nuovo <Si?>
<Ricordati di passare in segreteria per la chiave>
<Oh giusto! Grazie per avermelo ricordato>

Arrivata in segreteria aspettai il mio turno e le spiegai la situazione, subito mi rassicurò
<Si, dovrei avere una copia delle chiavi da qualche parte, vediamo...oh ecco! Trovate! Tieni cara, se dovessi avere ancora qualche problema avvisami!>
<Grazie!> le sorrisi e mi voltai per uscire quando sbattei addosso a qualcosa, o qualcuno.
<La smetti di finirmi addosso?> esclamò una voce che ormai conoscevo molto bene.

Solo in quel momento mi resi conto della situazione in cui eravamo, ero rimasta aggrappata alle sue braccia per non cadere, il suo viso a pochi centimetri dal mio.
Non ricordo bene cosa successe dopo, sentii solo il suo respiro caldo e lui che mi sussurrava all'orecchio <sembra che tu lo stia facendo apposta...>.
Poi fu un attimo, collegai il cervello e allontanai Maicol bruscamente da me, stava iniziando a mancarmi l'aria.
Qualcosa cambiò nel suo sguardo, cos'era quell'ombra nei suoi occhi?

Delusione?

<Veramente il primo giorno mi sei finito addosso tu>
Un ghigno gli storpiò il viso <Punti di vista>
Lo sorpassai con una spallata <Ci si vede Maicol> borbottai
<Oh si, molto presto> ci misi un attimo per ricordarmi che il giorno dopo avremmo avuto lezione insieme.

SPAZIO PICNIC ⭐️

Cosa nasconde Carol secondo voi?
Lasciatemi le vostre ipotesi nei commenti
A presto!

Blu NotteWhere stories live. Discover now