Epilogo

88 5 17
                                    

È l'alba ormai. Il cielo si tinge di tutte le sfumature di rosso, di arancione, di viola. Tutti dormono ad eccezione di me e Mark. Diversi giorni sono passati dal nostro arrivo in Africae e tutto dev'essere ancora ultimato, anzi, tutto dev'essere ancora portato ad almeno metà dell'opera. La costruzione di case in cui abitare, la costituzione di un governo giusto e mai più dispotico, la scoperta e la popolazione di diverse aree di questa immensa terra... Insomma: c'è ancora tanto da fare. Siamo giunti numerosi qui ad Africae. In volo non c'era solo il nostro hovercraft, ma ce n'erano quanti bastavano per trasportare i sopravvissuti dei vari Distretti (tra cui anche il padre, i fratelli e le sorelle di Mark) e, eccezionalmente, alcuni sopravvissuti di Capitol City che hanno fatto la loro parte per permettere di salvarci.

In attesa di una vera e propria casa in cui vivere, io, Mark e Zula (che abbiamo deciso di prendere sotto la nostra ala come fosse una figlia) dormiamo alla base di uno strano albero di cui ancora non siamo a conoscenza del suo effettivo nome. Questa notte, però, per qualche sconosciuto motivo, mia nonna ha voluto che Zula stesse con lei e quindi io e Mark abbiamo deciso di prenderci un po' di tempo per noi.

"Posy..." inizia d'un tratto girandosi verso di me. Siamo distesi sul terreno, la mia testa poggiata sul suo braccio e le mie mani posizionate sul suo petto "Dovrei dirti una cosa... O meglio, dovrei chiederti una cosa..."

"Mhm mhm." lo invito a parlare osservando i suoi occhi neri.

Il ragazzo si mette seduto e poco dopo lo imito "Potrebbe sembrarti strano o magari assurdo ma, Posy Mellark, mi hai dato alla testa dal primo momento che ti ho vista. Beh, non proprio il primissimo momento in cui mi hai sbattuto contro il muro..." ride guardandosi le mani imbarazzato "Però il senso è quello. Mi sei piaciuta da subito. Ovviamente, prima di scalfire quella corazza che ti ritrovi, ho guardato l'aspetto fisico..."

"Mark!" lo interrompo ridendo.

"Va bene, va bene... Ehm, stavo dicendo: solo dopo esserti entrato nel cuore ho finalmente capito che razza di ragazza fossi e da lì non ho fatto altro che pensarti. Di giorno, di notte... Non faceva più differenza, ormai. Mi ero innamorato di te e non vedevo l'ora di rivederti ogni volta per allenarti. Da quel momento ne abbiamo passate tante e quando ti ho rivisto dopo gli Hunger Games, dopo essere stata illusa, beh, non puoi capire il dolore che provavo qui." mi prende una mano e la porta al suo petto. Il cuore batte forte e chiaro e questa sorta di intimità mi fa avvampare "E il fatto che non potessi esserti vicino poiché le cose erano troppo complicate mi stava lentamente uccidendo ma, ripeto, ne abbiamo passate tante, forse troppe. E finalmente siamo qui, in un luogo genuino, in un luogo dove non è stato sparso del sangue. E proprio qui voglio farti una proposta che, ovviamente, sei libera di rifiutare." deglutisce e riprende fiato "Posy Mellark, mia bellissima guerriera, vuoi sposarmi?"

Sento le lacrime scorrermi sulle guance calde e rosse dall'emozione "Sì, Mark. Lo voglio."

𝐇𝐮𝐧𝐠𝐞𝐫 𝐆𝐚𝐦𝐞𝐬-𝐋'𝐮𝐥𝐭𝐢𝐦𝐚 𝐚𝐫𝐞𝐧𝐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora