"Dobbiamo andare."

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La zia Beth non veniva molto spesso a farci visita e il più delle volte inviava delle cartoline per vedere come stessimo.Doveva esserci sicuramente qualcosa sotto tra lei e mia madre,avevano un'aria compiaciuta ma soprattutto in cucina c'era un'atmosfera del tipo TIENITI PRONTA PER LA NOTIZIA.Ma i miei pensieri si fermarono quando zia disse «Comunque cara ho già parlato con tua madre e per lei va più che bene» a queste parole feci una faccia smarrita,allora lei continuò «Ultimamente al villaggio mi sento sola,le mie amiche non stanno più molto bene e la campagna si fa sempre più desolata» disse singhiozzando con un tono rattristito «Vorrei che tu e tua madre mi faceste compagnia per un mese,il tempo che il villaggio si ripopoli e sono sicura che farebbe bene anche a voi allontanarvi dalla città ».A mia madre andava bene,ma a me NO,non mi andava di ricominciare,qui era cambiato tutto,cambiato in meglio e lasciare la mia vita e le mie amiche era qualcosa che avrebbe peggiorato solamente il mio stato mentale.«Ci devo riflettere zia,domani ti farò sapere» le dissi con un finto tono dispiaciuto,ma mia madre riconoscendo la mia falsità ribattè «Non esiste,zia ci ha chiesto solo un po' di compagnia,noi assolutamente dobbiamo andarci e penso proprio che allontanarci da questo caos ci farà solo bene» continuò «DOBBIAMO PARTIRE,prepara le valigie Mel senza fiatare o obiettare le mie decisioni».Così mi ritrovai costretta ad andare in camera e a mettere in valigia lo stretto necessario,mia zia aveva vinto.Era solo un mese dicevo a me stessa,cosa sarà mai,una semplice vacanza che forse mi aiuterà a migliorare in tutto quello che faccio,MA CHE DICO sto solo cercando di convincermi di qualcosa che non mi convincerà mai,devo tenere duro e tutto passerà.Trascorsi la notte insonne,non riuscivo a dormire per il pensiero che già domattina dovevamo essere pronte per prendere l'autobus che ci avrebbe portato al luogo più desolato e sperduto del mondo.La mattina mi svegliai,mi preparai e andammo tutti insieme alla fermata.Approfittai per chiamare Lizzy,ma dopo due giorni ancora nessuna risposta come se fosse scomparsa dalla faccia della terra,mi mancava e volevo solo salutarla,però mi limitai a scriverle un semplice messaggio.Il pullman giunse e tutte e tre salimmo con un forte senso di disperazione,nemmeno mia madre era così convinta della pazzia che stavamo facendo,aveva accettato solo per disperazione e carità,la conosco bene.Il viaggio durò ben quattro ore,fu molto scomodo,non sentivo più le gambe.Giunti nel paesino zia Beth in mezzo alla strada semideserta,se non popolata da qualche istrice,iniziò ad urlare «BENVENUTI A NEWPORT» e mia madre alla fine di quella frase svenne e cadde per terra,era solo rimasta scioccata della desolazione che c'era in giro,dal senso di solitudine che avvolgeva quel povero villaggio dal moderno nome.A soccorrere la mamma fu un giovane uomo di mezz'età che a mio parere doveva essere un dottore.Ma la zia Beth mi disse che solitamente è lui ad aiutare il resto del villaggio in caso di qualche problema di salute,era un uomo di cui ci si poteva fidare pienamente,un uomo che con l'esperienza avevo imparato ad aiutare molte persone bisognose di una mano.Così dopo la piacevole conoscenza del Signor Hastings,andammo a casa di mia zia,un'abitazione un po' vecchia ma che allo stesso tempo disponeva tutto ciò di cui si potesse avere bisogno e così cominciai che la scelta del viaggio non è stata così male,anzi una delle migliori che potesse mai capitare.

𝕾𝖊𝖌𝖓𝖆𝖙𝖎 𝖉𝖆𝖑𝖑𝖊 𝖘𝖙𝖊𝖑𝖑𝖊Where stories live. Discover now