Capitolo 36: Tutti contro David

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Chloe

Non riusciva più ad avvicinarsi a David da allora. Era così surreale, tutto quanto. Quella maledetta barriera tra loro, era come se ora fosse diventata un muro.

All'inizio era per lo più di rabbia. Quando lo incrociava per il corridoio voltava il viso per non guardarlo. Perchè era offesa, certo. Ma anche perchè sapeva che se si fosse fermata a guardarlo avrebbe finito nuovamente per cedergli, e non lo voleva.
Giulia continuava a farle notare le grandi cose, come che non avessero mai parlato più in là dei giorni assieme. Che non sapeva nulla della sua vita. E ad ogni istante, Chloe si chiudeva di più e non parlava con l'amica. Non le disse neppure che sapeva di lei e Josh, che si comportavano beh, come lei si comportava con David. Fingevano.

Una facciata che iniziò a diventare reale, tanto da provocar loro disagio. Il giorno seguente David lavorò fino a tardi, più di quanto facesse di solito. Josh tornò parecchie ore prima di lui, e lo sentí rincasare solo grazie al rumore della porta che si chiudeva.
Fu il giorno dopo il più difficile, perché era il weekend e si ritrovarono tutti e quattro in appartamento.
Chloe preferì rimanere in camera, e Giulia le fece compagnia. Parlava della strana serie di eventi che le aveva condotte lì, forse stava cercando di accennare di Josh ma in quel momento non aveva sinceramente voglia di sentirlo. Anche perché nel racconto, si ricordò di come David, quando era arrivato a Darktown, fosse uscito prima con Giulia che con lei, e questo la ferì più di quanto si aspettasse. Il dubbio e l'insicurezza che aumentarono nuovamente. Dovette alzarsi dal letto ed inventare una scusa per uscire dalla stanza e cercare di riprendersi. Stava tutto rotolando via in fretta, troppo in fretta. Da quando avevano lasciato l'appartamento per stare da Josh, tutto era andato fuori fase. E in quel momento aveva bisogno di fermarsi, pensare, isolare tutti quei pensieri che la riportavano giù.

Ma fuori da quella stanza c'era solo il piccolo salotto confinante con la cucina. Dove in piedi vicino ai fornelli stava David.
Incrociarono lo sguardo accorgendosi l'uno della presenza dell'altro proprio nello stesso istante, e questo le fece sobbalzare il cuore nel petto. Gli occhi intrecciati nuovamente ai suoi, fu un colpo basso.
Ma fu David invece ad abbassare il viso, come colpevole. Come se si addossasse quella rabbia.
- Scusami, ti lascio subito la cucina - sentenziò rapido, muovendosi prima ancora che lei potesse reagire. David teneva in mano una tazza e un filtro di tè che continuò a far galleggiare staccandosi dalla cucina, e dirigendosi a passo svelto in camera di Josh, chiudendola dietro di sé con quello che le sembrò essere un rumore assordante.
Impiegò qualche istante a riprendere il controllo del proprio corpo. Solo per tornarsene in camera e affondare sul letto con Giulia che le chiedeva cosa stava facendo.

Fortunatamente la ragazza non insistette, ma iniziò a chiedere cose legittime come il programma dei giorni seguenti.
Si rese conto che Giulia era stata trascinata via dalla festa senza preavviso, e dato che Josh insisteva che non era sicuro per lei starsene a casa da sola, erano entrambe ospiti da lui. Solo che Giulia non aveva nulla.
L'idea di andare a recuperare le sue cose le permetteva perlomeno di distogliere i suoi pensieri dall'unica idea fissa di quei giorni, e svagarsi un po'. Come pensava di fare prima andando in cucina in realtà, se non fosse stato per il piccolo inconveniente.

Truccarsi, vestirsi, abbinare i jeans, fu un piccolo svago che portò loro via un po' di tempo, e qualche pensiero di troppo di Chloe.
Uscirono dalla camera con le loro t-shirt colorate e i capelli perfettamente piastrati e raccolti, rumore che portò da loro anche Josh. Che si offrì di accompagnarle. Stranamente.

Chloe capì senza dire nulla, e si diresse fuori dall'appartamento senza aggiungere una parola, cercando spazio, aria per respirare a fondo. Aprì la porta ed uscì nel corridoio esterno, socchiudendo appena gli occhi lasciandosi avvolgere dalla luce che entrava dalle vetrate.
Abbassò solo dopo quel lungo istante lo sguardo, e vide David.
Era seduto per terra. Aveva le cuffie alle orecchie, gli occhi chiusi. La schiena posata al muro, le braccia penzolavano sulle ginocchia piegate e tenevano in mano una tazza. La riconobbe. Era la stessa tazza di prima, quella di tè che si era portato via. Aveva lo stesso disegno che vi si attorciagliava, e la stessa crepa nello stesso punto.

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⏰ Last updated: May 31, 2020 ⏰

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[Darktown] La mia notte é tuaWhere stories live. Discover now