𝙰𝚃𝚃𝙾 𝙸𝙸﹣Pʀᴏɪᴇᴛᴛɪʟɪ ᴅ·ᴀᴍᴏʀᴇ

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𝐕
Senza che se ne rendessero conto erano entrambi seduti sul davanzale con la finestra spalancata. Le nuvole erano state spazzate via, la luna incombeva suprema in cielo. Sembrava enorme.
E loro erano là, sotto gli occhi delle stelle. Taehyung seduto sulle gambe di Jeongguk a giocare con la sua felpa mentre quello, a gambe incrociate, guardava fuori sperando durasse per sempre.
"Sei proprio bellissimo Tae, ma come fai" lo pensava ma non riusciva a dirlo
"Dovremmo mangiare qualcosa vero?" borbottò Taehyung
L'altro guardò l'orologio le 20. Mancava ancora un po'.
"Già forse dovremmo"
Poi rimasero in silenzio. No, dannazione, Taehyung non si sarebbe levato da quelle cosce. Non aveva portato a casa sua uno sconosciuto per lasciarlo andare così presto. Lo avrebbe tenuto stretto fino alla fine.
Non parlò di nuovo e poggiò la testa sul petto dal respiro regolare del bruno.
"Ah ma vaffanculo Jeongguk non sei capace di fare un cazzo" sbottò ad un certo punto il maggiore sedendosi più composto. Una gamba cadde fuori dalla finestra, rimanendo a penzoloni e lui si avvicinò alla sua faccia baciandolo. Poi si allontanò subito per riprendere la scenata
"Sei veramente incredibile, cazzo, ma perché continui a stare qui, su questo davanzale senza prendere iniziativa. Non posso fare tutto io. Ah quanto ti odio Jeon-"
Quest'ultimo non gli diede nemmeno possibilità di rispondere che si gettò a capofitto su di lui spingendolo contro l'altro stipite della finestra e continuando a far sbattere la sua schiena ripetutamente per i movimenti del suo bacino.
"Dici così?"
"Sì" quasi gemette cercando appiglio con le mani al muro dietro di sé alzando le braccia.
Spalancò le sue gambe con le braccia fino a quando anche le ginocchia non furono a contatto con il marmo
"Ma quanto sei elastico dio mio"
"Che cazzo di domanda è, deficente, stai zitto"
"Rude"
"Disse quello che mi sta fottendo contro lo stipite di una finestra al quarto piano"
"Mi hai chiesto tu l'iniziativa"
"Non ho mai detto che mi dispiaccia"
"Lasciamo stare, fa finta che non abbia fatto niente"
Borbottando tornò alla sua posizione iniziale, Taehyung, frustrato, sospirò
"Sei proprio stronzo"
"Non mi piace troppo fare sesso con gente a caso"
"Fino a due minuti fa però ti piacevo no?"
"Ascolta Tae, sto cercando di contenermi perché non voglio che pensi che stia abusando di te"
L'altro alzò gli occhi al cielo
"Grazie, credo" poi si girò facendo cadere entrambe le gambe a penzoloni nel vuoto. Jeongguk lo imitò, stringendosi le mani nel tascone della felpa blu, come i suoi jeans.
Il maggiore si spinse più accanto a lui, poggiandosi alla sua spalla accavallando le gambe.
"Scusa comunque, non volevo offenderti" riprese sempre l'azzurro
"Non fa niente. Grazie per la felpa"
"È di un mio cliente, non preoccuparti a ridarmela"
"Mi sono sempre chiesto che si prova a fare questo lavoro"
"è un lavoro come tutti gli altri in realtà. Non è niente di che. Però è triste se penso che alcuni miei clienti lo sono solo perché non hanno tempo di una fidanzata. Altrettanto tristi quelli gay che non riescono a fare coming out per la famiglia. Per non parlare di quelli sposati senza palle. Ad una certa con quelli abituali diventi più simile ad uno psicologo."
"Beh figo insomma. Meglio di come lo raccontano"
"Già. Poi non sono pagato malissimo, anzi. Quindi capirai. Mi lascia anche tempo per studiare e per crescere i bambini. Poi sì, ci sono i matti di turno che provano piacere nel soffocarti e quelli che ti costringono a continuare o a stare in certe scomode posizioni. Però non posso lamentarmi, in linea di massima" raccontò senza vergogna. Oramai non ce n'era bisogno
"Capito. Mi spiace debba ridurti a questo"
"Ah no a me non dispiace in realtà. Mi lascia tempo e guadagno moderatamente. Se tolgo un po' di tempo per uscire il sabato o la domenica prendo il doppio. Li metto da parte per dargli un futuro migliore del mio. Magari prendiamo una casa nuova. Voglio un futuro migliore anche per me, e scendo a compromessi. Non devi essere in pena, a me piace"
"Ti Piace davvero?"
"Beh non è il meglio ma è ok"
"Posso..." esitò l'azzurro "posso sapere perché fai tutto questo per me?"
Jeongguk guardò ancora l'orologio
"Forse è meglio che tu non lo sappia mai"
Rimasero muti. Poi ancora
"Non vuoi dirmelo perché la tua intenzione è scoparmi? Puoi pagarmi per que-" ma non gli fece finire la frase
"Non dirlo nemmeno per scherzo, tae. Facciamo così: te lo dico domani. Così sarà un buon incentivo a spronarti di alzarti"
Sorrise timido, quell'altro. Con le mani sotto le cosce cercando di coprirle dal freddo che non risparmiava nessuno. "Come vuoi"
"Vado via ora"
Si gettò mettendo i piedi per terra e aiutando Taehyung con entrambe le mani. Poi aprì la porta e lo portò con sé per non abbandonarsi da solo alle spalle la casa come avrebbero fatto gli altri.
Arrivati all'uscio sussurrò una dolce buonanotte come i genitori ai figli prima di andare a dormire.

𝙍𝙚𝙡𝙞𝙫𝙚 𝙖 𝘿𝙖𝙮Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora