1. Nuovo inizio

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Madison

"Daniel vieni subito qui!" urlo appena entro in cucina.

Ieri sera, dopo essere tornata dalla festa, ero talmente stanca che ho solo avuto il tempo di lavarmi i denti, per poi crollare ancora truccata sul letto.
Se avessi saputo che mio cugino avrebbe avuto la brillante idea di mettersi a preparare un dolce notturno, non mi sarei addormentata così velocemente.

"Madison Evelyn Cooper, dimmi pure" mio cugino mi raggiunge fischiettando e di buon umore.

"Ascolta...tu non...metti solo in ordine la cucina, hai fatto un casino" il mio rimprovero esce più come un sussurro.

Daniel ed io siamo praticamente cresciuti insieme.
Sia mia madre che la sua sono costantemente impegnate nell'azienda di famiglia, così lui viene quasi sempre da me quando entrambe sono ad un viaggio di lavoro.
Gli voglio bene, ma spesso si mette nei casini ed è straziante doversi preoccupare per qualcuno, e più di tutto odio doverlo rimproverare come se fosse mio figlio.

Lui mi sussurra un 'scusa' e poi si mette a lavoro, mentre io raggiungo la veranda.
Sbuffo quando osservo la fila di vestiti pronti per essere stesi, e, data la stanchezza, mi concedo un po' di relax e ritorno dentro per stendermi sul divano.

Decido di inviare un messaggio a Camille, come le avevo promesso.
'Ei bruna!' sorrido sullo schermo quando leggo il suo messaggio e, dopo averle risposto, torno ad occuparmi delle faccende domestiche come ogni sabato mattina.

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Il giorno dopo, mentre gli altri studenti fanno lezione, la preside mi convoca nel suo ufficio dove mi fornisce delle informazioni sulla scuola.

Quando smette di parlare, mi dice con un sorriso di andare in palestra dove ci sono già gli altri studenti.

"Ciao Madison!" alzo la testa dalle mie scarpe che ero intenta ad allacciare e mi ritrovo davanti Camille, seguita da una ragazza.

"Ei..." rispondo con poco entusiasmo, dato che l'unica cosa che voglio è finire in fretta le lezioni e tornare a casa.
"Lei è Ashley" sposto lo sguardo sulla ragazza bionda che mi guarda sorridendo.
"Piacere di conoscerti" esclama.

Iniziamo a parlare delle prossime lezioni e, al suono della campanella, Camille propone di vederci stasera per un drink, per poi recarci ad una festa di un certo Nathan.
"Ma io neanche lo conosco" replico.
"Appunto hai un occasione per conoscerlo!"
Scuoto la testa ridendo e alla fine decido di accontentarla.
In fondo, iniziare a frequentare gente nuova non sarebbe male, è brutto sentirsi la nuova arrivata.

La giornata passa tranquillamente e, dopo aver sparecchiato, mi ritrovo in giardino a studiare filosofia.

Quando finisco, sistemo i miei libri e, mentre aspetto che Daniel esca dal bagno, fisso l'armadio aspettando un aiuto divino che mi aiuti a decidere cosa indossare.
Quella di oggi è la mia prima vera uscita con persone nuove.

Con un'aria tranquilla, Daniel entra nella mia stanza con un mio accappatoio a pois, mi guarda con sufficienza, quanto basta per decifare il mio sguardo da aiuto-non-so-che-mettermi e in pochi minuti mi lancia sul letto un paio di jeans larghi e strappati, sottolineando il fatto che mi facciano un bel culo, con una camicetta color cipria con una lieve scollatura, profonda quanto basta.
"Ovviamente quei jeans vanno con i tacchi a spillo" non mi lascia il tempo di rispondere che esce dalla stanza, dopo avermi fatto un occhiolino.

Io in tutta risposta scoppio a ridere, e poi mi affretto a chiudermi in bagno, ancora stupida dall'improvvisa solidarietà da parte di mio cugino.

Mi spoglio velocemente ed entro nella doccia, lasciando che l'acqua bollente mi rilassi. Appena chiudo gli occhi, un flashback di Josh, il mio ex bastardo, che mi tocca ovunque si fa largo nella mia mente, così mi chiudo nell'accappatoio ed esco dal bagno, sedendomi sul letto con gli occhi lucidi che quel ricordo ha provocato.

L'orologio fortunatamente mi risveglia dai miei pensieri, e noto che sono stata nella doccia più del previsto.
Indosso i vestiti scelti da Daniel e applico un po' di mascara per far risaltare i miei occhi verdi e un rossetto dello stesso colore della camicietta.
Spruzzo il profumo e, dopo aver salutato Daniel, esco di casa.

Pago il taxi e chiudo lo sportello, ritrovandomi davanti Camille che mi sorride.
"Che figa!" esclama, facendomi ridere.
"Anche tu, prima o poi dovrai assolutamente prestarmi questa gonna"

Si è vestita in modo semplice, con una gonna a tubino nera e una canotta argentata che ha abbinato a degli orecchini dello stesso colore.
Sta veramente bene e invidio il suo caschetto rosso che le da un'aria sbarazzina e alla moda.

Entriamo insieme nel bar dove troviamo Ashley che ha già occupato un tavolo.
Accanto a lei c'è un'altra ragazza, e Camille mi spiega che si chiama Melissa ed è sua cugina.

Mi guardo intorno e osservo stupida il posto. Il bar nel complesso non è molto grande, ma i tavoli sono disposti in modo da creare una simmetria e hanno uno stile raffinato, decorati con delle candele di colori diversi riposte al centro, insieme ad una piccola pianta che crea un senso di tranquillità.

Il giardinaggio è la mia passione. Mi piace prendermi cura delle piante e osservare i loro movimenti. Le osservo molto, in particolare al cambiare delle stagioni, da quando si nascondono in inverno per poi ritornare ancora più belle in estate.

"Madison, tu che ne pensi?" la voce di Camille mi risveglia dai miei pensieri e sospiro.
Ho smesso di ascoltarle perché era quasi sempre Melissa a parlare di cose a cui a me non importa. Già non la sopporto, perfetto.

"Scusate, avevo la testa altrove" ammetto, per poi nascondere la mia faccia dietro la tazza di cioccolata calda.
"Tranquilla, non ti sei persa niente di che se non il discorso sulla cotta di Melissa per Edward Collins." mi spiega Ashley, mordendo un pezzo della sua ciambella, e Melissa sbuffa infastidita.

"E chi sarebbe?" chiedo io, guadagnandomi un'occhiataccia da parte di tutte.
"Che cosa?! Non conosci Edward Collins?" quasi urla Melissa, e Ashley le tira una gomitata.
"Sinceramente no" dopo le mie parole, Camille si sporge verso di me mostrandomi lo schermo del telefono, aperto sul profilo Instagram di qualcuno.

Metto a fuoco l'immagine e faccio una smorfia quando vedo un ragazzo che sorride allo schermo, con gli occhiali da sole sulla testa e una maglia fin troppo stretta che evidenzia il suo fisico.

"Ma davvero conoscete gente del genere?" chiedo, e Camille continua a guardarmi sorpresa.
"Ma non ci vedi?!" quasi urla Melissa, e io cerco di non ridere.

"Io veramente non.." cerco di dire ma Camille mi liquida con un gesto della mano e, dopo aver pagato, usciamo dal bar.

Chiedimi di restareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora