Seimilacinquecentoventiquattresimo giorno- trenta giorni prima (pomeriggio)

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Cammino a passo lento da troppo tempo.

I miei piedi colpiscono il terreno lasciando Levi impronte mentre i miei pensieri vagano ininterrottamente.

Pensavo fosse più vicino, non ci sono mai venuta a piedi ma sopratutto non ci sono più venuta dopo quella volta. A quanto pare il mio intuito mi sta tradendo visto che è da quasi un'ora che cammino ininterrottamente sotto il sole cuocente.

È quasi l'una, il sole non vuole smettere di martoriare la mia testa e a quanto pare questa stradina completamente al sole fatta eccezione di qualche rara eccezione non mi aiuta.

Appena arriverò a destinazione mi sa che mi siederò sotto l'enorme albero che ho intravisto l'ultima volta vicino al precipizio sulla destra della moto di Juan.

Finalmente arrivo al bel vedere e tutto è completamente diverso dalla volta in cui ci sono venuta con Juan.
Il paesaggio durante il giorno è molto meno romantico ma mantiene comunque il suo fascino accentuato in parte dal lieve vento caldo che fede il caldo un po' meno straziante e l'alta marea che si abbatte sugli scogli rende il tutto magico e maestoso.

Guardando il mare un misto di stupore e amore avvolge il mio animo, come può una cosa così semplice come il mare provocarmi tutte queste emozioni con il  suo semplice monotono scontrarsi  con una roccia?

"Cazzo ce ne hai messo di tempo!"
La voce di Juan mi coglie di sorpresa, mi giro di scatto verso la strada è lo trovo attaccato alla moto.
La sua espressione è un misto fra l'incazzato e l'annoiato ma lo stupore che ho stampato sul volto fatica a farmelo notare.

"Si, sapevo che saresti venuta qui. Sei più scontata di quanto pensassi."
La sua voce è contornata di banalità e noia.

Ah, quindi siamo tornati
all'indifferenza?

Il suo tono freddo mi perfora le ossa ma provo a non farci caso, magari è solo una svista.

"Ma te non stavi mica scopando!" Dico cercando di spezzare la tensione che si sta creando.

Sono leggermente spiazzata, saperlo con me piuttosto che con quella ragazza mi fa perdere un battito,
so che è stupido, so che non dovrei ma non posso proprio farne a meno.

Nella mia testa è tutto un susseguirsi di dubbi.
È semplicemente stato veloce stato veloce o dopo avermi vista è andato tutto a scemare?

"Perché cazzo l'hai fatto?" La sua voce si scurisce ancora di più e l'indifferenza aleggia nell'aria come il venticello che ci circonda, quasi impercettibile ma estremamente significativo.

"Cosa? Riportarti la giacca e il casco?" Affermo leggermente indignata dalla sua accusa "Scusami se ti ho rovinato la scopata ma come potevo sapere che ti avrei trovato con una tizia?"

Mi getta uno sguardo fugace carico di indifferenza per poi gettarlo di nuovo sul mare.

"Perché non mi lasci un po' in pace?" Accenna in modo lieve ma la sua voce continua comunque a rimbombare tra le rocce circostanti per poi distruggersi come le onde contro di essa.

"Io dovrei lasciarti in pace?!" Ma si sente quando parla? "Ma se sei tu che l'ultima volta che ci siamo visti mi hai praticamente rapito e portato qui" allargo le braccia mostrando ciò che ci circonda mentre il mio tono segue quello che lui aveva usato precedentemente.

Mi sta davvero buttando addosso tutto? Nonostante tutte le parlare che ci siamo detti, nonostante tutto quello che sta lentamente scoprendo di me e viceversa?

Ah quindi è per questo che è qui.

Un po' mi fa male sentire tutto ciò ma non posso di certo dargliela vinta, anche lui mi è stato appiccicato nei giorni precedenti all'altra sera.
La sera dove mi ha mostrato questo, la sera dove a cercato invano di farmi aprire con lui, l'unica sera dove oltre alla sua stronzaggine ho visto un lato tenero e generoso di questo ragazzo che ora non mi rivolge nemmeno uno sguardo.

"Capita quando hai voglia di scopare e speri che una insulsa ragazzina ci sarebbe stata e comunque, sei stata te a venire nella baia e poi a casa mia, sei stata te a diventare una delle migliori amiche di mia sorella e sei stata te a rovinarmi la scopata della giornata per ridarmi qualcosa che avresti potuto benissimo ridarmi giorni prima o dare a Clio!" Il suo tono è sempre più impassibile ma si alza leggermente, il suo tono però non regge ancora la forza delle parole che dice, soprattutto se consideriamo che di mezzo che un cuore che si sta lentamente frantumando.

Stai calma Noa, l'importante è non farglielo notare.

"Se ti do così fastidio perché non me l'hai detto prima, perché non mi hai ignorato piuttosto che provocarmi?"

La mia voce però non regge i miei pensieri esattamente come la sua non regge i suoi, ma cosa importa?
Lui in qualsiasi caso non mi sta degnando di uno sguardo.

"Pensavo fossi meno suora, penavo ci saresti stata quattro sere fa mostrandoti questo posto" guarda impassibilmente davanti a se come se stesse pronunciando la lista della spesa.

Infondo per lui che differenza fa pronunciare una lista della spesa o spezzare lentamente un cuore che aveva iniziato leggermente a battere per lui?

Per fortuna non mi sono affezionata troppo perché in tale caso sarebbe stata la mia fine.

Quindi è questo che sono per lui, una scopata non andata a buon fine.

Questo però non lo giustifica comunque a trattarmi di merda, chi pensa che sia? La puttanella che si stava scopando un ora fa?

Decido di non ribattere,mi giro e me ne vado, non ho intenzione di parlare ulteriormente con lui, non ho voglia di litigare con qualcuno senza un minimo di umanità o di rispetto nei confronti degli altri.

Ma improvvisamente un pensiero mi passa per la testa.

Cosa cazzo tormenta questo ragazzo così a fondo da cambiare così drasticamente carattere da un giorno all'altro.
Sicuramente non io.

Non resisto, devo dirglielo.

"So di non essere la causa di questo" faccio un piccolo cenno con la testa verso di lui anche se so che avrebbe capito perfettamente anche se non l'avessi fatto.

"Questo cosa Noa?" Ironizza alterando io tono di voce "non mi piacciono le ragazze difficili, non ci sei stata l'altra sera? Me ne farò una ragione, ma ora non starmi accollata, hai perso la tua occasione" incontra il mio sguardo che ora è impercettibilmente ferito.

So che tutto ciò è una maschera per nascondere ciò che davvero lo tormenta ma non può comunque trattarmi così.

"Mi spiace che tu sia una persona così superficiale da non accorgerti che forse non sono io quello che realmente ti tormenta"ammetto sinceramente disgustata.

Detto ciò mi giro e me ne vado.

Come posso aver anche solo pensato per un momento di poter interessare ad uno così?

Io così insignificante ed ingenua in confronto a lui non sono nulla.

Devo superare assolutamente la cotta che mi sto prendendo per questo stronzo, so che se non lo farò starò male ed ora come ora non me lo posso proprio permettere.

Scorro la rubrica fin quando non trovò il numero che stavo cercando, clicco sul contatto e chiamo.

"Ah buongiorno..." la sua voce è leggermente arrabbiata ma si capisce che in realtà è soltanto una fina e che aspettava con impazienza questa chiamata.

"Ei, scusa se non ti ho scritto in questi giorni, ho avuto un po' di pensieri per la testa." Sicuramente non gli parlerò di Juan.

"Tranquilla, non mi sono offeso"
Oh, si invece che ti sei offeso...

"Per fortuna perché volevo farmi perdonare. Oggi sei libero?" L'unico modo per superarlo è levarlo dalla mia mente è poi se ne andrà da sè.

"Si certo, per che ora ci vediamo?"

"Non lo so... verso le tre davanti alla spiaggia?"

"Va benissimo!"

"Bene..." non so che dire, non so neanche perché ho scelto proprio lui per accantonare Juan. Magari perché so che così vado sul sicuro.

"Non vedo l'ora di vederti"

"Anch'io non vedo l'ora" mento, ma a chi importa?

"Allora a dopo Noa!"

"A dopo Matias"

GiorniWhere stories live. Discover now