CineInchiostro - Deutschland '83

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Da quando sono entrata nel meraviglioso mondo di Amazon Prime, che a mio parere supera di gran lunga qualsiasi altro servizio di streaming  finora provato, d'altronde a chi non brillerebbero gli occhi quando gli si parano davano nomi come Warhol, Cronenberg e Pasolini? Ecco dicevo, da quando ho scoperto questo scrigno del tesoro mi sono immediatamente incuriosita a una serie della quale avevo sentito parlare, ma che non avevo ancora avuto l'occasione di vedere. Come da titolo, Deutschland '83 richiama un'epoca storica ben precisa, implicante una specifica ambientazione culturale e temporale, che alcuni riconoscono subito, mentre alle orecchie di altri non suona che come il nome di una nazione accompagnato da un numero. Il mio background di studi ha indubbiamente influenzato positivamente la visione ma ha, allo stesso tempo, alzato di brutto le mie aspettative nei suoi riguardi. Durante i miei anni universitari nella madre Prussia, infatti, la storia della Germania nel secondo dopoguerra è diventata presto una delle mie ossessioni, condita da una discreta fascinazione per la Repubblica Democratica Tedesca, conosciuta ai più come DDR, istituita dalla Russia in una Berlino spaccata a metà e nella gran parte del territorio tedesco. Come se non bastasse, il mio eroe nei secoli dei secoli, amen, è Willy Brandt, impavida figura politica, Cancelliere nella Repubblica dell'ovest, uomo dalla tempra d'acciaio e dall'intelletto brillante: in poche parole esattamente chi avrei voluto essere io.


Con queste premesse invitanti ho quindi cominciato la visione del primo episodio e ne sono stata subito rapita, tanto da aver passato in rassegna il resto della serie in meno di una settimana; non nego che l'essere stata costretta a letto a causa ...

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Con queste premesse invitanti ho quindi cominciato la visione del primo episodio e ne sono stata subito rapita, tanto da aver passato in rassegna il resto della serie in meno di una settimana; non nego che l'essere stata costretta a letto a causa di un'influenza intestinale della quale vi risparmierò i dettagli ha senz'altro contribuito al mio binge watching. La serie si apre con un'esplosione di riferimenti alla società dell'epoca che giocano con i dettagli di una quotidianità molto accessibile, dalla colonna sonora accattivante come parte integrante della narrazione filmica (ascoltiamo le stesse canzoni che ascoltano i personaggi alla radio, impariamo con loro il funzionamento di un walkman o di un floppy disk) a una rappresentazione non artefatta di una realtà composta di differenze tra i cibi, l'abbigliamento, la letteratura e l'approccio sociale che hanno distinto la Germania Ovest da quella Est durante gli anni della guerra fredda. Sono proprio queste differenze a costituire il kern della vicenda, affrontate con un velo di tenera ironia che innesca negli spettatori un sentimento di affettuosa empatia nei confronti dei personaggi, sebbene, razionalmente, essi dovrebbero essere reputati come negativi.

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Gennaio 2020Where stories live. Discover now