ClubWriMo: La vostra storia

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Questa storia nasce dall'unione della creatività dei nostri utenti e di una nostra proposta, ovvero quella di scrivere insieme un racconto a tante mani. Nel mese di novembre, infatti, la challenge del NaNoWriMO, trenta giorni per scrivere una storia, è diventata ormai celebre e noi abbiamo pensato di riadattarla per il Club e far partecipare i nostri lettori. Questa è la prima parte della versione terminata: le prossime due verranno pubblicate nei numeri del giornalino di febbraio e di marzo. Ci auguriamo davvero che vi piaccia e cogliamo l'occasione per ringraziarvi per la vostra accoglienza e partecipazione. <3 

Non c'era mai molto da fare a Coccobellocity durante l'estate. A dir la verità, non succedeva mai niente di rilevante nemmeno durante le altre stagioni, secondo Kristal Magpie, che aveva appena compiuto 27 anni e aveva l'impressione di non aver fatto molti passi in avanti da quando frequentava il liceo della piccola cittadina. Lavorava come cameriera al Day's Digest e quel giorno le avevano rifilato un doppio turno

Sai com'è, Bill, ci tiene così tanto, aveva blaterato Jenny con un'aria che non tentava nemmeno di mascherare la noncuranza: tra tutte, era la collega che detestava di più e la scusa di qualche stupida cerimonia della famiglia del suo fidanzato, alla quale non poteva assolutamente rinunciare, reggeva tanto quanto un gelato sotto il sole di luglio. 

Faceva troppo caldo persino per pensare e Kristal si chiedeva come avrebbe fatto a passare un intero pomeriggio chiusa in biblioteca e china sui libri, per preparare quel maledetto esame di Letteratura Americana. Si augurava che almeno stavolta l'aria condizionata funzionasse.

Il frinire delle cicale si era ormai mescolato al ronzio sommesso del grande condizionatore fissato sopra una delle finestre dall'aula studio, producendo un rombo sordo che alle orecchie di Kristal sussurrava solo una cosa: pausa

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Il frinire delle cicale si era ormai mescolato al ronzio sommesso del grande condizionatore fissato sopra una delle finestre dall'aula studio, producendo un rombo sordo che alle orecchie di Kristal sussurrava solo una cosa: pausa. Posò la matita mangiucchiata accanto al tomo sulla scrivania, si stiracchiò e poi fissò l'orologio alla parete. Erano passate quasi due ore e le sembrava di essere ancora sulla stessa pagina; le parole stampate si addensavano come una fibra collosa nella sua testa e le rallentavano i pensieri. Attenta a non far stridere la sedia sul pavimento, si alzò con cautela e si guardò intorno. Premura stupida, visto che ci sono solo io. Sentiva il bisogno di muovere un po' le gambe, magari cercare qualcosa di fresco da bere al chiosco dall'altra parte della strada. Raggiunse l'entrata principale della biblioteca e fece per spingere la porta a vetri, ma si rese conto che una figura alta e vestita di nero, a ridosso del corridoio, la stava fissando. Senza sapere perché, sentì un brivido lungo la schiena: c'era qualcosa di stonato in quell'uomo dinoccolato che si stava incamminando verso di lei.

<<Mi scusi, signorina

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<<Mi scusi, signorina.>> La sua voce aveva un che di metallico. Kristal si bloccò sul posto e girò lentamente la testa, quasi timorosa di rivolgergli lo sguardo.

L'altro sembrò non rendersene conto e proseguì. <<Le posso offrire qualcosa da bere? Sembra accaldata.>>


<<No, grazie, non voglio niente,>> rispose, cercando di mascherare il senso di inquietudine. Tutto quello che voleva era prendersi una pausa dallo studio e sentiva di non avere la forza mentale di affrontare una conversazione con quello strano figuro, in quel momento.


<<Insisto, la prego.>> Quelle parole furono accompagnate da una presa salda sul braccio di Kristal e uno strattone calmo, ma deciso. Al fine di preservare la sua incolumità, decise di cedere: non avrebbe avuto senso tentare di districarsi o gridare, perché la biblioteca e la cittadina erano praticamente deserte, in quell'afoso pomeriggio del quindici luglio.

Kristal sospirò, sentendosi spacciata. <<Dove vuole andare?>>

<<In un posto...interessante. Le vorrei affidare una missione, sa,>> spiegò l'Uomo del Mistero. Una missione? Di che stava parlando? <<ma forse è meglio sederci con calma, per chiarire le cose. La mia macchina è quella parcheggiata lì, quella nera. Andiamo?>> aggiunse, indicando un'Audi che scintillava sotto il sole cocente. Per qualche motivo, Kristal provò un senso di curiosità crescente in lei, che allontanava progressivamente quella di paura per l'ignoto.


Seguì l'Uomo del Mistero all'autovettura e dopo un tempo che le parve indefinibile, forse un quarto d'ora, forse mezz'ora, in cui percorsero una serie di vicoli e stradine che non aveva ma visto fuori da Coccobellocity, giunsero davanti a una bott...

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Seguì l'Uomo del Mistero all'autovettura e dopo un tempo che le parve indefinibile, forse un quarto d'ora, forse mezz'ora, in cui percorsero una serie di vicoli e stradine che non aveva ma visto fuori da Coccobellocity, giunsero davanti a una bottega dalle vetrate scure.

<<Eccoci arrivati.>>

Cos'era, esattamente? A vederlo dall'esterno, sembrava un negozio di cianfrusaglie disordinato e polveroso. 


To be continued...

Gennaio 2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora