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La partita con la Lazio la giochiamo benissimo ma un nostro sfortunato autogol rovina tutto. Stavolta è il mio collega di ruolo, Ospina, ad uscire male coi piedi e a passare praticamente la palla a Immobile che tira a porta vuota. Riesce ad arrivarci Di Lorenzo che però non riesce ad evitare il gol. Un'ottima prestazione rovinata da uno stupido errore. 
Niente, non riusciamo proprio a superare questo momento nero che ci attanaglia da inizio stagione. La classifica è impietosa, alla fine del girone di andata abbiamo solo 24 punti e siamo, per la prima volta dopo anni, dalla parte destra della classifica. 
Mister Gattuso ci incoraggia e si complimenta per la bella gara giocata, lo vedo in tv. Alba ha guardato con me la partita anche se non l'ha per niente seguita. Sta sempre con quel cellulare in mano a farsi foto, a farne a noi come se fossimo un pasto da dare ai cani. 
Ogni tanto le dico che sta esagerando, ma lei mi risponde che le diverte farlo e niente, va bene così. 
"Una partita senza autoflagellarvi la riuscite a fare?" Dice ridendo e non capendo che la situazione è seria e non c'è proprio niente da ridere.
"Ci riprenderemo"
"Sicuramente amore" mi bacia le labbra e mi lascia sul divano. Torna dopo una mezz'ora annunciandomi che ha preparato il bagno caldo per farlo insieme. Accetto subito perché ho davvero bisogno di rilassarmi. La botta al fianco va molto meglio e me la sento anche di fare sesso con lei dopo qualche giorno di stop totale. Ci rilassiamo prima un po', poi inizio a stuzzicarla e lei ricambia le attenzioni verso di me.
Ci sfoghiamo per bene, sento sciogliersi la tensione affondo dopo affondo e mi sento molto meglio. 
Terminiamo il bagno e ci prepariamo. Usciamo a cena perché abbiamo entrambi voglia di prendere aria dopo la settimana pesante che abbiamo avuto. Ceniamo in un pub al Vomero e torniamo a casa.
La mattina dopo, presto, troppo presto, squilla il mio cellulare. E' Giovanni.
Mi invita da lui per stare qualche ora insieme e gli dico subito di sì.
"Ma stasera dobbiamo andare al sushi, me l'hai promesso" dice Alba quando gli dico che devo andare da Gianni.
E' vero, ha ragione, l'avevo completamente rimosso. Richiamo Giovanni e gli dico la verità spostando il nostro appuntamento ad una data da decidersi più in là. 
Vado agli allenamenti, a pranzo mangiamo fuori, a cena sushi. 
Camminiamo mano nella mano per le vie della città, mi porta in una stradina che porta alla Pignasecca che non avevo mai visto, mi fa girare la città in zone che non conoscevo. Passiamo una bella serata e poi torniamo a casa.
Domani ho doppi allenamenti  e saprò se martedì in Coppa Italia contro il Perugia potrò esserci.
Riposo tranquillo per tutta la notte alle otto ci svegliamo entrambi. Anche lei deve andare a lavoro e quindi si deve preparare.
"Oggi ho i doppi allenamenti, non torno a pranzo" la avviso e lei annuisce. "Se vuoi mangiare qualcosa fuori prendi i soldi dal cassetto, poi non farmi dimenticare che uno di questi giorni andiamo in banca"
"In banca?"
"Ti faccio una carta di credito, così se devi prendere qualcosa non devi sempre chiedere a me, non è giusto"
"Ale, non è necessario, per me va bene anche.."
"Non si discute, viviamo insieme e tu devi essere libera di comprare senza dovermi chiedere il permesso. Il tuo stipendio usalo per te, non per la nostra casa" le spiego.
"Okay, va bene. Infatti stavo pensando anche a fare il regalo a mio fratello, la settimana prossima è il suo compleanno" 
"Spero di conoscerlo prima" dico col sorriso e lei alza le spalle.
"Glielo chiedo sempre ma ha vergogna, è timido"
"Vergogna di me? Ma dai, digli che non lo mangio mica" scuoto la testa e lei sospira.
"Glielo ripeterò" annuisce e si lava i denti.
"Fammi sapere allora, fatti dare un bacio che devo andare" la bacio e vado via. 

A Castelvolturno incontro i miei compagni e subito raggiungo Giovanni.
"Scusa per ieri Gianni, recuperiamo in settimana okay?"
"Figurati, non fa niente. Facciamo mercoledì?"
"Va bene, poi ci mettiamo d'accordo sul da farsi"
"Perfetto" mi dà una pacca sulla spalla e ci dividiamo, lui diretto al campo e io in infermeria.
I medici mi fanno altri controlli, li vedo borbottare tra di loro, fare espressioni preoccupate, poi sorridere. 
Non ci capisco nulla e questo non fa che peggiorare la situazione.
"Senti ancora dolore Alex?" Mi chiede il fisioterapista.
"Leggero"
"Te la senti di giocare domani?"
"Per me va bene" rispondo ma le loro espressioni non sono convinte.
"L'ematoma si sta riassorbendo ma è ancora evidente. Per noi devi stare ancora a riposo, almeno fino a sabato"
"Non sento più tanto dolore, è sopportabile"
"Alex, sappiamo che vuoi scendere in campo, ma la situazione peggiorerebbe solo. Devi guarire bene prima di tornare titolare" mi spiegano e io capisco, hanno ragione.
"Va bene, mi fido" annuisco e loro mi lasciano a sistemarmi. Esco dall'infermeria e vado in sala attrezzi, oggi devo allenare le gambe.
Pranzo con la squadra e poi faccio altre sedute defaticanti. Verso le cinque e mezza sono pronto per andarmene e alle sei e un quarto sono a casa. 
Casa, un po' diversa dal solito ma comunque casa. Alba ha spostato il divano, ha tolto i miei trofei portandoli nella camera degli ospiti, ha cambiato i tappeti e i vasi decorativi. 
"Ti piace?"
"Sì, tutto bellissimo" 
"E ho preso anche un regalo per te" annuncia battendo le mani.
"Ah sì?"
"Sì" annuisce e corre in camera nostra tornando con un pacchettino tra le mani. "Aprilo" mi guarda negli occhi e mi fa sciogliere. Non le resisto, è più forte di me.
"Okay" lo libero dall'involucro di carta e mi ritrovo uno scatolino che apro. I miei occhi sono subito catturati dal luccichio del bracciale in acciaio con una lettera incisa su una targhetta: la A. 
Alzo la testa e la guardo. La guardo e lei guarda me con gli occhi trepidanti, il labbro inferiore stretto tra i denti e il respiro trattenuto. Sta aspettando una mia reazione che arriva immediatamente.
"Ti amo" la tiro a me e la stringo più forte che posso. La amo davvero, con tutto il cuore.
"Ti piace?" Chiede ancora in attesa.
"E' bellissimo, grazie"
"Ci hai mai pensato che i nostri nomi iniziano con la stessa lettera?"
"Non ci avevo mai pensato, no"
"E che hanno lo stesso numero di lettere?" chiede ancora.
"Vero.. non avevo mai pensato nemmeno a questo" le bacio la fronte e lei mi lascia un bacio a stampo sulle labbra.
"Grazie ancora" glielo ripeto e lei si siede con me sul divano.
"Di nulla, così puoi avermi sempre con te" spiega, spostandosi una ciocca di capelli rossi dietro l'orecchio. "Ti amo" conclude, quasi in imbarazzo.
La tiro ancora una volta a me stritolandola tra le mie braccia.
Sapevo che provava qualcosa di forte per me, ma sentirselo dire, è sempre la cosa più bella del mondo, soprattutto se ricambi quel sentimento.


CRUDELIA ; Alex MeretDove le storie prendono vita. Scoprilo ora