Cʜᴀᴘᴛᴇʀ 32

Start from the beginning
                                    

Sorrise quasi come se cercasse l'approvazione del ragazzo, afferrando un bigliettino che aveva in tasca, per poi stracciarlo.

Vecchia: "E sai cos'altro è divertente? Non mi ricorderò più di nulla una volta andatamene da qui. Sarò finalmente libera. Lo capisci questo Yoongi? Capisci quanto ho sofferto in questo luogo? Capisci quanto ho bisogno che tu muoia?".

Yoongi non riusciva a capire, quello che la donna stava blaterando non aveva il benché minimo senso.
Doveva star delirando e, nuovamente, la confusione e la tristezza, si tramutarono inevitabilmente in ira.

"Ma succhiamelo".

Le scagliò contro, mandandolo in frantumi, un vaso che si trovava sul mobile accanto al telefono, per poi iniziare a correre, lasciandosi il cadavere di Jimin e l'anziana donna alle sue spalle. Raggiunse l'ingresso.

Tentò di girare la maniglia.
Non si apriva.
La porta era chiusa e non si stava aprendo.
Si voltò; la donna si era ripresa dal colpo e si stava avvicinando reggendo quell'ascia in mano.
Yoongi iniziò a colpire la porta con l'interezza del proprio corpo, nel tentativo di sfondarla.
Non riuscendoci, si diresse verso la finestra della sala -una finestra a bilico, di quelle che si aprono sollevandole verso l'alto-, riuscendo ad aprirla dopo qualche tentativo.
Si guardò un'ultima volta alle spalle, alzando il dito medio con aria trionfante in direzione della vecchia.

Vecchia: "Oh Yoon, devi ricordarti che io non sono sola".

Così, mentre metà del suo corpo si trovava al di fuori dell'abitazione e mentre già assaporava quella parziale vittoria, la finestra ricadette verso il basso come se qualcuno l'avesse chiusa con una forza sovrumana, lasciando Yoongi così: a metà.
Spalancò le labbra, lasciando che da quest'ultime si levasse un grido disperato, mentre intanto il suo sangue tingeva di rosso le pareti dentro e fuori la casa.
Ben presto smise di gridare.

Vecchia: "Che fine patetica".

Sussurrò, con tono quasi dispiaciuto, gettando a terra l'ascia.

Jᴜɴɢᴋᴏᴏᴋ
22 Settembre ore 19:16

I due non ci misero molto a tornare al capanno, parzialmente per la fretta che Jungkook aveva di ritrovare il proprio telefono e, parzialmente, perché non si erano allontanati poi così tanto.
Il maggiore aprì la porta, e, in quel momento, pensò che avrebbe preferito perdere definitivamente il proprio telefono che dover assistere alla scena che gli si palesò dinanzi.

Hoseok giaceva lì, a terra, inerme; lo sguardo spento, l'espressione persa nel vuoto, le labbra dischiuse.
I capelli ricadevano dolcemente sulla fronte imperlata da goccioline di sudore.
Il suo petto che prima si contraeva ritmicamente per via della paura aveva ora smesso di muoversi.
Le punta delle dita avevano già iniziato a cambiare colore.
Il pavimento era dipinto di una meravigliosa tonalità di rosso, quasi ammaliante.

Il suo ventre era stato squartato da un'arma appuntita, o, forse, da degli artigli.
Le sue viscere si erano riversate sul pavimento in legno.
I suoi occhi erano ancora aperti, e lo sguardo puntato su quella porta che aveva impiegato troppo tempo a raggiungere.
Era morto.
Era morto nel giro di una manciata di secondi.
E, il suo assassino, non aveva lasciato tracce di sé.

Jungkook si coprì la bocca con la mano, inorridito e nel vano tentativo di trattenersi dal piangere.
Taehyung, d'altro canto, non riusciva a credere a quel che i suoi occhi gli stavano mostrando.

"Cosa...perché?"

Singhiozzò Jungkook, incapace di formulare una frase di senso compiuto, distogliendo lo sguardo non riuscendo a sopportare di vedere uno dei suoi migliori amici ridotto in quel modo.

Taehyung: "Io...non lo so".

Mormorò Taehyung, frugandosi in tasca alla ricerca del proprio telefono, prendendo poi a digitare qualcosa.

"Che fai?"

Chiese Jungkook, muovendo un passo verso Hoseok, quasi nella speranza di constatare che il ragazzo fosse ancora in vita.

Taehyung: "Provo a chiamare aiuto. Non lo so".

Il ragazzo pensò che avesse senso, anzi, pensò che fosse l'unica cosa ragionevole da fare.

Taehyung: "Merda, non c'è segnale".

"E ora?"

Taehyung: "Non lo so sta zitto e fammi pensare!"

Replicò il maggiore, con tono alterato; non che si stesse effettivamente arrabbiando con Jungkook.
Era confuso, terrorizzato, emotivamente distrutto ed incredulo per via di quello che era successo.
Reagire in quel modo non era che naturale.
Jungkook annuì, e, in quello stesso istante, il suono di un tonfo, proveniente da fuori, li fece voltare di soprassalto verso la porta.

"Cos'era?".

Taehyung gli fece segno di rimanere in silenzio, afferrò un tubo metallico posato sulla scrivania e iniziò a camminare in maniera furtiva verso la porta.

Per l'ennesima dannata volta la luce si spense.
Quando la lampada tornò a funzionare, il cadavere di Hoseok non si trovava più a terra.
Una scia di sangue, come se si fosse trascinato o, meglio, come se fosse stato trascinato fuori, conduceva alla porta chiusa del capanno.
Nuovamente i due sentirono lo stesso suono.
Una, due, tre volte.
Il suono si ripeteva in maniera ritmica e, più continuava, più assomigliava al suono di passi che si facevano più vicini.

SCELTA: Aw shit, here we go again

Correte (chapter 61)

Nascondetevi (chapter 60)

Bᴜᴛᴛᴇʀғʟʏ ᴇғғᴇᴄᴛ Where stories live. Discover now