Capitolo 18. Emozioni

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Le vacanze di Pasqua erano ormai alle porte, ma lo stesso non si poteva dire per la soluzione che cercava Hermione, le cui ricerche erano sempre più infruttuose. Il suo senso di frustrazione era cresciuto a dismisura negli ultimi giorni e l’ultimo confronto avuto con Draco non aveva fatto altro che aumentare il suo dolore. Ormai, era convinta di non avere più un cuore: quel che era rimasto dopo la scoperta che il suo più grande amore aveva perso la memoria si era sgretolato qualche sera prima, ed era stato lavato via dalla pioggia, diventando fango.

Ciononostante, la sofferenza non era diminuita, le lacrime erano ancora numerose e lei continuava a passare la notte sui libri, talvolta aiutata da Ginny, con la quale si era instaurato di nuovo il forte di legame di amicizia che da sempre le legava. Erano giunte al tacito accordo di non parlare di Armànd né dei suoi incontri notturni con la più piccola dei Weasley, e questo aveva riportato la pace tra di loro.

Ora, però, mentre sfruttava un’ora buca, cercando tra gli scaffali più inutilizzati e dimenticati della Biblioteca, era sola. Le piaceva, di tanto in tanto, rinchiudersi in se stessa e concedersi del tempo, per riflettere, analizzare, valutare. Ma negli ultimi mesi l’isolamento era diventato un nemico temibile, ombra scura da cui fuggire: quelli in cui rimaneva sola erano anche i momenti in cui aveva modo di guardarsi dentro. Immaginava la sua anima come un quieto villaggio, saccheggiato e disperso dall’invasione selvaggia di una vertiginosa quantità di immagini, sensazioni, odori, suoni, dolori, parole. La morte che simulava, a vederlo, era il risultato paradossale di una vita esplosa.

Proprio per questo motivo, Hermione era certa di poter trovare una soluzione. Stava morendo dentro, giorno dopo giorno, e l’unica cosa che continuava a mantenerla in vita era la convinzione che, prima o poi, alla fine di quella strada buia, contorta, dolorosa, l’attendeva una splendida felicità. Non poteva prendere in considerazione l’idea di dover vivere in quello stato per il resto della sua vita, semplicemente perché sapeva che sarebbe stata un’esistenza a metà.

Fino a quel momento, aveva sempre ritenuto sciocche e superficiali le ragazzine che si struggevano per amore, convinte di non poter vivere senza l’uomo che le aveva abbandonate, ferite, illuse. Ora, Hermione sapeva che la superficiale era stata lei, che non aveva mai capito quanto l’amore cambi il modo di vedere le cose. Forse avrebbe potuto continuare a condurre la sua vita, magari sarebbe anche stata felice, un giorno, ma non avrebbe più provato quelle travolgenti emozioni che la avvolgevano quando era in compagnia di Draco. E quella senza amore, si poteva forse chiamare vita?

Draco sbuffò, tirando fuori dalla tasca la pergamena spiegazzata che la McGranitt gli aveva consegnato quella mattina, al termine della lezione. La megera lo aveva richiamato e con espressione triste e compassionevole gli aveva mostrato i voti degli ultimi compiti: tutti pessimi, ovviamente. Lui aveva provato a giustificarsi, facendo presente che il vuoto di memoria riguardava anche le materie studiate nei mesi precedenti, ma la Preside aveva affermato che era proprio questo il motivo per cui gli voleva assegnare compiti extra: rimettersi in pari era fondamentale. Figuriamoci! Come se gli servisse sapere davvero quella stupida roba.

Il Serpeverde, le mani in tasca e un’espressione di profonda noia sul volto, si guardò intorno: la luce della Biblioteca era fioca e tremolante. Il silenzio avvolgeva il luogo come una calda coperta di lana e il profumo antico e croccante della carta riempiva ogni angolo. Draco fece qualche passo, vagando con sguardo scocciato lungo gli scaffali che ospitavano libri di ogni tipo, colore e forma. Quel luogo, oltre che annoiarlo, gli metteva addosso una strana sensazione: era un misto di fastidio e desiderio, dolore ed emozione. Man mano che avanzava, inoltrandosi tra i labirinti di legno e pagine che ne costellavano il pavimento, crebbe in lui il sospetto che lì fosse successo qualcosa che doveva a tutti i costi ricordare.

Polvere di marmo Where stories live. Discover now