Capitolo 3. Senza riserve

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Theodore, però, non era riuscito a farla pagare a Daphne. In compenso, la Serpeverde aveva conseguito l'ennesimo successo quando, il giorno prima della fine delle lezioni e del conseguente inizio delle vacanze natalizie, aveva infilato una boccetta di Inchiostro Esplosivo dentro il suo baule, giurando di essere convinta che fosse innocente, semplice china.

«Le Greengrass portano solo guai, dai retta a me» biascicò adirato il ragazzo, osservando schifato gli indumenti zuppi di vischioso liquido nero.

«Come se non lo sapessi» ribatté lugubre Draco, che, al contrario dell'amico, stava gettando i suoi effetti personali alla rinfusa dentro il suo baule.

«Ma cosa le avrò fatto per meritarmi questo?» chiese a bassa voce, quasi retorico, Theodore, facendo Evanescere con un sospiro triste la sua camicia di seta preferita. Il suo compagno di stanza gli lanciò un'occhiata divertita, e inarcò un sopracciglio, quasi volesse suggerirgli con la sola forza dello sguardo la risposta a quella domanda.

«Ti sei scopato sua sorella» spiegò dopo aver intercettato gli occhi confusi dell'altro. Il Serpeverde sbuffò, e scosse il capo.

«Ma non può essere solo questo. Le hai viste? Daphne odia Astoria!» esclamò con tono stridulo, mentre tirava fuori dal baule una pergamena tanto intrisa di inchiostro che sarebbe stato impossibile leggerne il contenuto. «Ah! Qua è tutto da buttare» borbottò con una smorfia sul volto. Rialzò lo sguardo dal contenuto ormai inutilizzabile del suo baule, per puntarlo sul volto del migliore amico, e i suoi occhi si sgranarono di meraviglia, e anche di una punta di disprezzo. Draco aggrottò le sopracciglia, confuso da quell'espressione, e la sua perplessità fu diradata solo dal cenno del capo che l'altro gli fece, indicando qualcosa alle sue spalle. Quando, dopo essersi voltato, il giovane Malfoy vide Astoria Greengrass ferma sulla soglia del dormitorio, affiancata da Pansy Parkinson, il cui volto era funereo, emise un ringhio basso e minaccioso.

«Rilassati, Malfoy» lo ammonì immediatamente la bionda, facendo il suo elegante ingresso nella stanza con passo sinuoso. «Non sono qui per te» Passò davanti a Draco con un sorriso leggero sul volto - il sorriso della vittoria, del trionfo; un sorriso malvagio, ma soddisfatto - e lo guardò, lussuriosa e seduttiva. «Questa volta» aggiunse, prima di voltarsi verso Theo, in un sussurro che suonava piuttosto minaccioso. «Devo parlarti» esordì con tono neutro, il volto di marmo, immobilizzato in un'espressione imperscrutabile.

Theodore lanciò un'occhiata incuriosita e preoccupata a Draco, che ricambiò, confuso più che altro dalla luce dei suoi occhi. Forse era solo una sua impressione, ma c'era una flebile, selvaggia speranza nello sguardo del suo migliore amico.

«Da sola» aggiunse la Serpeverde, voltandosi nuovamente verso il biondo e fissandolo con sguardo di sfida. Il ragazzo stava per replicare, quando la voce di Theo lo tacitò.

«Vai» disse, rivolto all'amico. «Me la cavo» aggiunse, con un breve cenno del capo. Draco annuì, e spostò lo sguardo su Astoria. La fissò per qualche istante, con intensità, sfidandola tacitamente a commettere qualsiasi gesto implicasse anche solo una minima dose di fastidio per Nott - senza dimenticare di imprimere tutto il suo odio e il suo disprezzo nei suoi confronti - poi le voltò le spalle e uscì dal dormitorio, seguito da Pansy. Quando furono nel corridoio, si voltò verso di lei.

«Che intenzioni ha?» domandò brusco, senza il minimo tatto. La ragazza incrociò le braccia sul petto, e spostò lo sguardo altrove - ovunque, ma non sul suo viso.

«Vuole solo sistemare una cosa» replicò pacatamente, stranamente attratta dalla torcia che illuminava il varco di pietre scure.

«Sistemare? Dopo quello che gli ha fatto, cosa può sistemare?» sibilò Draco, strattonandola così da costringerla a guardarlo dritto negli occhi. Quando li incrociò, gli sembrò di vedere un brivido inspiegabile dentro le iridi scure della Serpeverde. Fu solo un attimo; poi, lei si divincolò da quella stretta, e fissò il giovane con sguardo truce, ferito.

Polvere di marmo Where stories live. Discover now