Capitolo 7. Un aiuto inatteso

579 31 9
                                    

Il treno sferragliava rumorosamente, mentre percorreva a tutta velocità le campagne inglesi, come una freccia implacabile che riga la perduta perfezione di un quadro bucolico, incrinando con sbuffi di fumo e fischi stridenti la bellezza della natura.

All'interno dei vagoni, gli studenti di Hogwarts, di ritorno dalle vacanze natalizie, chiacchieravano rumorosamente, impegnati in fitte conversazioni e racconti più o meno entusiastici di quelle vacanze.

Hermione occupava uno degli scompartimenti in fondo all'Espresso. In silenzio, la maschera di un sorriso ad aleggiarle sul volto, leggeva un grosso libro dalle pagine ingiallite e polverose, ascoltando distrattamente gli esaltati resoconti di Ginny, che, fin troppo ad alta voce, stava raccontando a un rapito Dean che, per facilitare i suoi studi, la McGranitt aveva acconsentito ad ospitare gli allenamenti delle Holihead Harpies nel campo di Quidditch della scuola. Neville e Seamus avevano applaudito entusiasticamente, mentre Hannah aveva lanciato uno sguardo, un po' spazientito e un po' rassegnato, ad Hermione, che le aveva sorriso di rimando, stringendosi nelle spalle e scuotendo piano il capo. La giovane Tassorosso aveva interpretato quel gesto come complicità, ma in realtà la Grifondoro stava solo cercando di controllare il nervosismo.

Draco era su quello stesso treno, in quel preciso momento. E da quel giorno lo avrebbe visto ogni giorno, durante i pasti e le lezioni; e lei non era pronta. Non era pronta a incrociare i suoi occhi, a sentire la sua voce, a guardare le sue mani poggiarsi su tutto ma non su di lei, a guardare le sue labbra muoversi senza poterle baciare. Non era pronta a incontrarlo nei corridoi e far finta di niente, non se sapeva che poi, quella sera, lui non avrebbe potuto punirla per quell'ostinato ignorarsi con cui lei si difendeva dall'ostilità della scuola. Non sapeva come avrebbe reagito, e non era sicura di volerlo scoprire. Perché sapeva che nonostante il dolore e le bugie, la sua mancanza era così dolorosa che al primo sguardo lei avrebbe ceduto. E lo sapeva anche lui, su questo non c'erano dubbi. Avrebbe sfruttato il suo potere o il suo orgoglio e il precedente rifiuto della Grifondoro lo avrebbero trattenuto?

A dispetto dei suoi pensieri, però, il viaggio procedette senza intoppi. Anche se fuori aveva ricominciato a nevicare, l'interno dello scompartimento era tiepido e ad ora di pranzo, quando la vecchietta con il carrello dei dolci passò per offrir loro un rinfresco, Ginny era talmente entusiasta che prese tutto ciò che c'era, forse più per la novità di poterselo permettere che non per reale fame.

Il sole era già tramontato da molti minuti quando si aprì la porta dello scompartimento in cui Hermione, Ginny, Neville e Hannah chiacchieravano quietamente. Gli ultimi due, l'uno con pacatezza, l'altra con un certo imbarazzo, accolsero il nuovo giunto con serenità; l'ex Caposcuola, invece, si irrigidì immediatamente, ma cercò di non darlo a vedere, e proseguì nella sua lettura con rinnovato interesse. Il fatto che i suoi occhi non si stessero muovendo, però, era un chiaro segno che, in realtà, la sua testa era impegnata in ben altri pensieri, nessuno dei quali riguardava il libro che aveva davanti.

«Malfoy, ti consiglio di uscire immediatamente se non vuoi essere orribilmente sfigurato» Ginny Weasley, con gelida pacatezza, diede il suo personale benvenuto al biondo che, senza chiedere permesso, entrò comunque nello scompartimento.

«Weasley, ti consiglio di fare silenzio se non vuoi che ti lanci fuori dal treno» Draco Malfoy, con altrettanta freddezza, replicò senza batter ciglio a quella provocazione. Entrambi nello stesso momento, tirarono fuori le bacchette e si fissarono combattivi, duramente.

«È vietato duellare nel treno » intervenne immediatamente Hermione, con grande sorpresa di entrambi. Gli occhi dei presenti, stupefatti e confusi al tempo stesso, si spostarono su di lei, che continuava a leggere come se nulla avesse interrotto la sua piacevole attività. Aveva sul volto un piglio deciso e vagamente annoiato, lo stesso che assumeva quando, da Caposcuola, tentava di far rispettare le regole, ma al centro della fronte si era formata una profonda ruga di concentrazione, e sia Ginny che Draco, che la conoscevano tanto bene da saper interpretare i segni del suo corpo, sapevano che lei stava tentando di non dare a vedere niente di ciò che la turbava.

Polvere di marmo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora