Capitolo 8. Gelosie

657 34 15
                                    

Silenzio.

Era per questo che Hermione amava la Biblioteca, non c'era mai rumore, non un sussurro, solo quel silenzio gravido di conoscenza e informazioni.

Questa volta, però, il silenzio era diverso. Riusciva quasi a sentirlo crepitare, elettrico come il cielo durante un temporale, teso come una corda prossima a spezzarsi.

Pansy la guardava, in attesa, ma lei non riusciva a vedere niente: davanti ai suoi occhi era esplosa una luce bianca, accecante ma incerta.

«Stai...» Hermione trasse un respiro profondo, cercando di controllare il battito del suo cuore «Stai cercando di darmi false speranze?» Aveva gli occhi chiusi, e la voce spezzata. Non poteva vedere il viso della Serpeverde, né la sua reazione a quelle parole che, si rese conto con un attimo di ritardo, erano fin troppo rivelatrici. Aprì gli occhi lentamente, e vide l'altra ragazza scuotere la testa con convinzione.

«È per questo che Astoria e Daphne hanno litigato, vero? Anche Daphne è innamorata di Draco» Hermione non sapeva cosa dire, né cosa pensare, perciò chiese a Pansy la prima cosa che le venne in mente, un dubbio che le era venuto, in realtà, solamente in quel momento, sbucato fuori da chissà quale angolo del suo cervello. Pansy inarcò un sopracciglio, e sbuffò, alzando gli occhi al cielo, ma non confermò quelle parole.

«Vuoi il mio aiuto, oppure no?» chiese, con una malcelata sfumatura di ansia nella voce. Fu quella a insospettire Hermione, e a metterla in guardia. Nel suo cervello suonò un campanello d'allarme che lei non riuscì a ignorare.

«Non ne ho bisogno, grazie» disse con voce pregna d'orgoglio. Dopodiché, sotto lo sguardo spazientito e incredulo della Serpeverde, raccolse il libro che fino a poco prima stava consultando e si allontanò dalla Biblioteca con passo veloce.

Aveva appena varcato la soglia, quando la mano di Draco la bloccò.

«Cosa ti ha fatto?» domandò subito lui, fissandola con una luce di appena accennata preoccupazione negli occhi. Hermione inarcò un sopracciglio, cercando di mascherare il suo turbamento. Il contatto con la sua pelle le aveva provocato un brivido intenso, quasi impossibile da controllare; ma lei non voleva mostrargli quell'emozione violenta. Doveva dimostrarsi distaccata, padrona di se stessa. Disinteressata. Totalmente estranea a lui e alle sue attenzioni.

«Chi?» La sua voce era sorprendentemente ferma, tanto che lei si congratulò con se stessa per la perfetta recita.

«Come chi? Pansy! Eravate nella stessa aula insieme. Da sole» replicò caustico il ragazzo, fissandola con sguardo spazientito. La presa sul polso della Grifondoro si fece appena più intensa e serrata.

«Credevo di averti dimostrato almeno una ventina di volte che posso cavarmela benissimo da sola. Pensi che una come la Parkinson possa darmi del filo da torcere?» Hermione si liberò con decisione dalla sua stretta, e riacquistò tutto il suo altezzoso contegno.

«Che ti ha detto?» Draco sembrava essere più calmo, adesso, ma aveva gli occhi socchiusi, stretti nel sospetto. La Grifondoro sorrise angelica.

«Pulce nell'orecchio, Malfoy?» lo provocò velatamente, senza sapere da dove tirasse fuori quell'improvvisa acidità nei suoi confronti. Scoprì che quell'atteggiamento combattivo era un'ottima arma di difesa e attacco, e anche se lui ne sembrava ferito, era l'unica cosa che la fermava dal lanciarsi tra le sue braccia.

«Draco» precisò lui, sottolineando con rabbia il suo nome, come fosse, più che un suggerimento, un avvertimento.

«Malfoy» ribatté Hermione con freddezza, senza mai staccare gli occhi dal viso del Serpeverde. Vide la sua mascella contrarsi con un guizzo muscolare veloce, infuriato, e i suoi occhi lampeggiare selvaggiamente. Per un lunghissimo istante, la Grifondoro provò l'irresistibile impulso di accarezzare il suo volto, di distendere quella ruga di dolore che gli si era formata in mezzo alla fronte. La sua mano scattò senza che lei l'avesse ordinato, ma riuscì a fermarla prima di arrivare a sfiorargli la pelle. Tuttavia, quel gesto fu la conferma che lui stava aspettando. Si gettò sulle labbra di Hermione senza lasciarle il tempo di reagire.

Polvere di marmo Where stories live. Discover now