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29.ERA NEL TEMPO...

La vita di Lorenzo viene affrontata e vissuta per renderla radiosa. Perfetta in qualsiasi senso lui riesca ad immaginare... purtroppo la vita non è un sogno. E Lorenzo l'aveva capito molto presto.

Lorenzo durante la riunione osserva i nobili annoiato: scrivono, leggono o fissano l'affresco sul muro.

"Ho deciso di chiedere perdono a Papa Sisto per i miei peccati. Ha avuto ragione fin dall'inizio."annuncia impassibile stupendo tutti.

"Ci fa piacere sentire queste parole, Medici. Non cambierò la mia idea che ho su di voi."

"Non mi aspetto che lo facciate, Peruzzi. Ed è anche giusto cos. Voevo solo informarvi."dice freddo Lorenzo chiudendo la cartelletta.

"Peruzzi... mi è difficile dirlo... Medici, ha salvato non solo Firenze. Tutta la Penisola Italiana è in debito con lui... provate a cambiare idea."

"E perché dovrei... Ardinghelli? Datemi un buona ragione per convincermi..."

"Ho deciso di sciogliere il Consiglio Dei Cento. I Priori non esisteranno più, finché la crisi sarà risolta e Riario verrà arrestato. Oggi partirò per Imola. Voglio parlare con sua moglie."

"Ecco la fregatura. Sforza Riario non decide nulla. Fa tuto suo marito."commenta irritato Fabo appoggiandosi allo schienale della sedia.

Il Consiglio Dei Cento viene fatto '8 aprile 1480.

"Il Consiglio Dei Cento verrà sostituito da csa? E i Priori quando verranno rimessi a capo ella Signria?"domanda preoccupato Tommaso fissando Lorenzo.

"Dal Consiglio Dei Settanta. Sarà gestito da me. I Priori restranno sciolti, finché la crisi non terminerà. E poi vi ridarò il potere su Firenze. Firmate questo foglio. Per favore."risponde comprensivo Lorenzo alzandosi per portare i fogli alla scrivania di Tommaso. Caisce la loro preoccupazione, dunque fa un elenco con i nomi dei nuovi membri. Sono tutti leali a lui. Dopo averli fatti firmare soddisfatto torna dalla moglie. Osserva Clarice gioare con Contessina, quando si accorge di lui dà la figlia alla domestica. Vuole stare un po' con suo marito.

"A che ora parti per Imola? Puoi fermarti un po' con me? Ti prego, Lorenzo..."chiede riste accarezzando i capelli del marito, lui piange in silenzio.

"Non posso farlo. Se mi fermo crollo... sono passati ue anni dall'omicidio di Giuliano... continuo a pensare che avrei potuto salvarlo."

"Non potevi fare niente, Lorenzo. Ci siamo già passati con lo sterminio di Volerra. Ricordi? Hai detto le stesse parole. Identiche."

"Non riesco a perdonarmi... se fossi stato... più atgtento l'avrei salvato. E' morto per colpa mia. E Giulio... adesso non ha più suo padre. Ho ucciso mio fratello."

"Non è vero. Tu ami Giuliano. Sei umano... fatto di carne, sangue e sentimenti... lascia che l'odio vada via. Ricomincia a vivere... fallo per me. La nostra famiglia..."

"Sei tutta la mia vita, Clarice. E ti proteggerò sempre. Non devi preoccuparti per me. So cosa devo fare."

"Non lo sai, invece. Chi proteggerà te dai nemici? Se dovessi perderti cosa farei?"

"Sei sempre stata forte, mia Rosa Spinosa. Non hai bisogno di me. Sai cosa fare."replica tenero stringendola, sua moglie piange e lui asciuga le lacrime di Clarice. Non sa perché voglia proteggerla... da quando è arrivata a Firenze ha sempre dimostrato una forza esagerata.

Lorenzo parte per la Romagna e i suoi pensieri sono sempre sulla sua famiglia.

Lorenzo ha formato: Consiglio Dei Settanta, Otto Di Pratica, Dodici Procutatori e Monte Comune.

Un giglio rosso e l'arteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora