Capitolo 24-Charlie

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Ho sperato fino all'ultimo che tornasse, come un cane che è appena stato abbandonato sul ciglio della strada. Mi sento così stupida.

Ho finito il turno. Quando vado a prendere le mie cose accendo il telefono. Nessun messaggio. Sono tentata di scrivergli. Scaccio questo pensiero dalla mia mente.
Non fa mai niente a sproposito. Ci sarà un motivo per cui si è congelato così, di botto.

Dovevo aspettarmelo. Non poteva durare, tutta quella felicità.

Saluto Pam ed una volta sul marciapiede il telefono squilla.
È Iris.
-Amo', una cosa, passi da me?-

Non appena apre la porta mi stritola con le sue braccia.
Il suo piccolo appartamento è in disordine, eppure in quel caos ogni cosa sembrerebbe avere un posto ben preciso.
C'è una bottiglia di spumante sul tavolo e due bicchieri di plastica pieni.
-Cosa festeggiamo, Rossa?- dico mentre mi tolgo il cappotto.
-Hai presente il nuovo locale che ha aperto in centro? Quel coso grande quanto uno stadio che fa seratoni pazzeschi?-
-Diciamo...-
-Beh, mi hanno assunta! Come barista!-
-E come farai col ristorante?-
-Mi sono licenziata. Fanculo, ceh, mi sfruttavano per una paga misera. Qui invece la paga è buona e la cosa bella è che lavorerò prevalentemente la sera, così ho la mattinata libera-
Alzo in alto uno dei bicchieri.
-Allora, congratulazioni Rossa!-
Facciamo cin cin e beviamo. Mi sento il naso pizzicare e probabilmente avrò fatto un'espressione buffa che ha fatto ridere Iris.
-Quando inizi?-
-Stasera. A proposito, sabato c'è una serata, vieni?-
-Non lo so..-
-Dai! Fallo per me-
Non riesco a resistere quando mi fa gli occhi da cucciolo.
-È che, mi conosci, non è il mio genere-
-Per favore! Non ti farebbe male divertirti un po'. Magari incontri qualche bel ragazzo, vi mettete insieme, vi sposate e ai vostri figli racconterai di come tutto questo è accaduto solo grazie a zia Iris che ti ha convinta ad andare ad una serata in centro sabato sera-
Scoppio a ridere. È incorreggibile.
-Va bene, hai vinto-
Esulta e mi abbraccia.

Sono rimasta con Iris per un paio d'ore, poi sono tornata a casa.

Esito un po' sulla soglia. Sarebbe bello aprire la porta e trovarlo lì, nel mio piccolo salotto che si fonde con la cucina altrettanto piccola, mentre disegna. Sogna pure Charlie.

Ceno con mezzo avocado con pepe e dopo aver lavato i piatti mi preparo per andare a dormire.

Controllo se ci sono messaggi fino all'ultimo. Niente.
Non resisto.

Buonanotte

Mi sono già pentita di averglielo scritto, ma quando visualizza il mio cuore inizia a battere forte forte.
Non risponde. Non lo vedo più online.

Abbraccio il suo cuscino e prima che me ne accorga sto già piangendo.

Patetica.

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