Capitolo 16 - Frattura

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La tensione avvolgeva entrambi. Eleanor si rese conto di aver davvero esagerato. I giapponesi erano molto riservati, non parlavano dei loro problemi come facevano gli americani, la sua intromissione non era piaciuta all'uomo davanti a lei. Lo si notava dai suoi occhi, dall'espressione gelida del suo volto, dalla postura rigida sulla poltrona bianca. Stava per scusarsi quando lui parlò.

- È una domanda inappropriata - le fece notare - Ma non me l'avrebbe chiesto se la sua coscienza non l'avesse spinta a farlo - aggiunse appoggiando i gomiti sulle ginocchia e sporgendosi in avanti verso di lei.

Eleanor inspirò appoggiandosi allo schienale e ritraendosi istintivamente da quello sguardo indagatore.

- Mi... Mi scuso, ma oggi Hitomi-san mi ha parlato e io... - abbassò lo sguardo, imbarazzata e colpevole, senza riuscire a finire la frase.

- Non c'è nessuna amante - le confidò attirando la sua attenzione e allacciando gli occhi a quelli di lei. Eleanor si sentì catturata, avvinta alla sua determinazione: quello sguardo non mentiva.

- Lasci che i coniugi Yamada risolvano da soli questo conflitto - le consigliò finendo lo champagne nel suo bicchiere.

- Certo! Io non avevo alcuna intenzione di... - replicò subito Eleanor per convincerlo che lei non si sarebbe mai intromessa, ma Nakajima la fermò sollevando appena una mano.

- Lo so - le disse con un sorriso - Me l'ha chiesto solo perché è preoccupata per Hitomi-san - concluse offrendole un piccolo bignè salato che lei prese dopo un'esitazione.

Eleanor lo fissò in silenzio infilandosi garbatamente in bocca il pasticcino. Non sapeva mai come comportarsi con quell'uomo. Sembrava essere sempre un passo avanti e nonostante si fossero incontrati solo poche volte, la conosceva già abbastanza bene da indovinare i suoi pensieri.

- Ha intenzione di dirmi cosa sta accadendo? - insisté Eleanor sfidando la sua benevolenza.

Kosaku si appoggiò allo schienale e la osservò qualche istante. Era abituata a ribattere su qualsiasi cosa, di certo non si tirava indietro, a differenza di alcune giapponesi, soprattutto quelle altolocate, educate ad obbedire.

- Ha letto una lettera, vero? - la interrogò alzandosi e porgendole la mano.

Eleanor lo seguì con lo sguardo e annuì prima di raccogliere il suo invito e alzarsi. Le volte in cui si era appoggiata alla sua mano tesa, aveva sempre trovato un appoggio reale, non era mai un invito di sola galanteria. Il braccio era solido e lo poteva usare davvero come leva. Lui sembrava fornire in modo spontaneo quella solidità, senza chiedere niente in cambio.

- Se l'ha letta, lei più di ogni altro ne ha compreso appieno il senso e la profondità - continuò conducendola lentamente verso una balconata di legno da cui era possibile ammirare il giardino nella bruma notturna.

- Il messaggio che la donna voleva trasmettere non è fraintendibile - ammise Eleanor ricordando le calde parole che erano incise nella lettera.

- Sì - concordò Kosaku attirando la sua attenzione e voltandosi a guardarla - Come lo sono i sentimenti di Yamada Akihiro - aggiunse fissandola intensamente.

Eleanor inspirò riflettendo sul significato criptico di quelle parole. Nakajima parlava solo di sentimenti, non c'era un'altra persona nella frase. Voleva dirle che anche Akihiro ricambiava? O che amava la moglie sopra ogni altra cosa? Le bastò ricordare lo sguardo che i due coniugi si erano scambiati quando avevano annunciato la volontà di fare un picnic sotto l'Hanami per comprendere appieno.

- Ama sua moglie - decise Eleanor arrossendo quando lui annuì, sorridendo amabilmente. Quando lui rideva, le guance salivano e gli occhi diventavano due sottili fessure, cambiando completamente l'espressione del suo volto.

Rebirth [completo]Where stories live. Discover now