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Quanto era bello poter sentire nuovamente tutti gli odori della sua città natale: gli alberi di pesco in fiore regalavano una bellissima sensazione alla ragazza, mentre l'inebriante profumo di spezie proveniente dai ristoranti le riscaldavano il cuore e forse anche l'anima.
Le era stato consegnato da qualche minuto via e-mail il suo permesso di congedo temporaneo e finalmente Kathleen potè definirsi a casa.
Proprio nel momento in cui prese il cellulare in mano, esso vibró nuovamente, ma non era un messaggio di lavoro.
Era Mark Evans, suo ex capitano di squadra e attuale allenatore della Raimon Jr. High; il ragazzo le aveva parlato, nel corso dei mesi, dell'esistenza del Quinto Settore, associazione che regolava le partite e le squadre scolastiche, ma la bruna ne sapeva già più di quanto potesse immaginare.
Egli sapeva dello sbarco giornaliero della ragazza dalla sua missione, ma Kathleen non si immaginava che repentinamente le chiedesse di presentarsi alla Raimon.
Ne era felice e entusiasta di poter vedere amici ed ex compagni, ma non sapeva se le avesse inviato quel messaggio solo per vederla o per parlarle dei propri piani contro l'associazione calcistica.
In entrambi i casi, la bruna avrebbe gentilmente acconsentito a presentarsi o collaborare, forse perchè in fondo era anche quello a cui ambiva da tempo.
Accompagnata dagli sguardi attoniti e sbigottiti nel vedere un ufficiale Marina camminare tranquillamente per la cittá, il capitano si diresse verso la Raimon, ora ristrutturata e irriconoscibile rispetto a un decennio prima.
L'unica cosa che ancora spiccava, luminoso e fiero, era il fulmine simbolo della scuola, che nel vederlo fece abbozzare un sorriso alla militare.
Era ormai quasi sera e l'unica che camminava nel vialetto dell'istituto era proprio lei, seguita dal rumore dei suoi tacchetti e gli schiamazzi dei vari club sportivi.
Entró nell'edificio che era segnato come club calcistico, ma prima ancora che salisse l'ultimo gradino, le porte scorrevoli si aprirono, rivelando uno dei suoi più grandi rivali durante la sua carriera da calciatrice.

-Capitano Smith.- pronunció quelle parole quasi acidamente, ma in fondo lei sapeva che le volesse bene e non lo facesse come motivo di scherno.

-Sharp. Ti vedo in forma.- si acciglió e sorrise furba, guardando il suo ex compagno di squadra con aria di sfida.
Entrambi poi si sciolsero in una risata sincera e si abbracciarono.
-Mi sei mancato.-
Ammise con un po di rammarico, staccandosi sollevata da quel segno di affetto.

-Possiamo dire lo stesso tutti noi. Vieni, ti presentiamo i ragazzi.-

-I-i ragazzi?- allargó gli occhi stupita, stessa cosa fece Jude.

-Mark non te l'ha detto?- le chiese quasi sconfortato.

-A quanto pare no...- mentre pronunciava questa parole, Kathleen si tolse il cappello e slegó lo chignon, rivelando una chioma mossa, lucente e ramata.
Sharp continuó a fissarla; in passato, la ragazza aveva lasciato una lunga strage di cuori, e con lei anche la sua migliore amica. Insieme erano un duo assai invidiato.
-Cosa mi devo aspettare? Dovró fare la babysitter, Jude?- incroció le braccia e assunse un fare assai autoritario che avrebbe intimorito tutti, ma non lui.
L'ufficiale Marina non adorava avere stretto contatto con dei bambini, o peggio ancora, con dei ragazzini in pieno sviluppo ormonale.

-Non ti preoccupare, Kate.- la ragazza ebbe un tuffo al cuore quando finalmente dopo tempo qualcuno la chiamava con il suo nome e non con il suo grado militare. -Loro non si aspettano nemmeno il tuo arrivo.-
Anche se lievemente confusa, la ragazza si affianco' al suo compagno e lo seguii per i corridoi della struttura.
Il rasta ne approfittó per parlarle vagamente della "resistenza", ovvero un gruppo di pochi suoi conoscenti che andavano contro gli ideali del Quinto Settore.

-Qual è il vostro obiettivo principale?- chiese diretta, fissandolo.

-Spodestare l'Imperatore. Evitare che porti ancora danni a questo sport, se eliminiamo lui eliminiamo il Quinto Settore.- a quel punto anche il ragazzo tornó a fissarla, fermandosi poi davanti a una porta scorrevole, una di quelle meccaniche che si apre grazie a un badge. Da dentro provenivano alcune voci...
-E poi, Kate...- fu la prima volta che la ramata vide Jude in seria difficoltà nel parlare. Ció non le passó di certo inosservato e non nascose un suo sguardo preoccupato, quasi timoroso nel sentirgli pronunciare determinate parole.
-Quando ti avremo presentato ai ragazzi io e Mark abbiamo bisogno di parlarti.-

-Perchè non puoi parlarmi tu?- dopo più di dieci anni, aveva imparato a leggere le espressioni delle persone e, seppur quelle di Jude fossero nascoste da quei spessi occhialini, poteva intuire ci fosse qualcosa che non andasse.

-Mark sa molto più di me.- la liquidó con questa frase e passó velocemente la carta sul lettore.
Le due porte si aprirono, rivelando un Mark Evans raggiante affiancato da Celia Hills, ex manager della Raimon, che la accolse con un sorriso a trentadue denti.
Non appena la ragazza mise piede nella stanza caló un silenzio tombale: tutti i ragazzi la fissavano a bocca aperta, stretta nella sua divisa e col cappello fra le mani.
Sorrise ai suoi vecchi amici e compagni di squadra, e la ex manager la strinse in un forte abbraccio.

-Ragazzi, lei è Kathleen Smith.- incominció subito le presentazioni Mark, mentre dalle loro postazioni, i ragazzi incominciarono a discutere sottovoce. Ai loro occhi poteva sembrare una sconosciuta, ma non appena sentirono il suo nome non ci misero molto a rendersi conto di chi avessero davanti.
Aveva sentito bene o male i nomi di tutti i presenti in quella stanza, ma dal vivo non davano sicuramente l'aria della squadra minacciosa e invincibile.
Ma se Mark e Jude confidavano in loro, allora anche la ragazza dava la sua piena fiducia a quei ragazzi.




Quando il sole era ormai calato, i ragazzi uscirono dal palazzetto, seguiti poi da Celia.
Rimasero quindi in tre, Mark e Jude sferragliarono di domande la povera ufficiale a cui non dispiacque rispondere e poi passarono all'argomento "Quinto Settore", quello che la bruna attendeva con ansia.
Spiegarono per filo e per segno come la Raimon ambisse ad arrivare ai gironi nazionali e quanto fosse importante.
Ogni vincita equivaleva a voti in favore dei candidati alle elezioni come Imperatore, che altri non erano che l'attuale Imperatore, ricandidatosi, e Seymour Hillman, loro ex allenatore.
In poche parole, più la Raimon vinceva, più Hillman acquisiva voti, stessa cosa con l'Imperatore in carica, ma a suo favore vi erano scuole che assecondavano i suoi ideali calcistici.
Kathleen era stata molto attenta a tutte le parole che i suoi due amici stavan dicendo, osservando gesti e espressioni, capendo come dovesse comportarsi per non dare nell'attenzione...

-E ditemi, che tipo è questo Imperatore?- guardó seria i due interlocutori. Entrambi si bloccarono e si lanciarono sguardi preoccupati, tesi.

-È ció di cui ti parlavo prima, Kate.- ammise con serietà Jude. -Mark...- incitó.

-Abbiamo fatto varie indagini su questo soggetto e non ti piacerà quello che abbiamo scoperto.-

-Mark, vai al dunque.- incominciava a perdere la pazienza mentre vedeva i suoi ex compagni farfugliare e continuare a girare attorno al fulcro della situazione.

-È Axel. Axel è l'imperatore del Quinto Settore, sotto falsa identità. E a quanto pare asseconda la loro decisioni.-
Kathleen rimase zitta, guardando quasi senza espressione i due amici di fronte a se'. Capiva perchè erano stati così restii a raccontarle del presunto tradimento del ragazzo.
Non doveva essere facile dirle che la persona a cui lei teneva più della sua stessa vita gli avesse voltato le spalle disonorevolmente.

-Kathleen..- la voce di Jude la risveglió da uno stato di trance. Si voltó dando la schiena ai due presenti e guardó fuorì dalla finestra, braccia incrociate e viso corrucciato.

-Non importa chi sia...- quelle parole la scalfivamo nel profondo, anche se non lo dava a vedere. -Dobbiamo fare qualcosa, adesso.- strinse quasi i denti al solo pensiero. -O sarà troppo tardi.-

||Fuoco e Fiamme.|| -Inazuma Eleven GoWhere stories live. Discover now