Capitolo XIV: Demoni, parte I

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Alcuni giorni più tardi...


Le spingarde di Leonardo erano finalmente funzionanti e così Da Vinci passava intere giornate alla fornace per coordinarne la produzione su vasta scala. Nel poco tempo libero rimastogli, era riuscito a risolvere l'enigma del libro dell'Ebreo, trovando al suo interno le parti di quella che si sarebbe poi rivelata essere la carta geografica indicante il nascondiglio del Libro delle Lamine. Tutto sembrava proseguire nel migliore dei modi? Certamente, eccezion fatta che quella terra o non esisteva o non era ancora stata scoperta.

A differenza di Leonardo, Elettra era molto scettica nei riguardi della seconda opzione.

La delegazione romana, invece, se ne sarebbe restata ancora per molto a Firenze. Le trattative si sarebbero protratte ancora per lungo tempo visto che entrambe le parti sembravano essere arroccate sulle loro posizioni, incapaci di scendere a compromessi.

Per quanto riguardava Elettra e il Conte Riario, dalla mattina dopo la festa non vi erano state molte occasioni per vedersi: erano entrambi molto occupati e le poche volte che si erano imbattuti per caso nei corridoi, Elettra gli aveva sempre propinato qualche scusa per svignarsela il più in fretta possibile.


***


Quella mattina, come tutte le altre in fondo, Elettra se ne stava sola soletta nel suo studio. Forse merito di ciò era anche il cartello indicante "Lavori in corso - Non disturbare", che ormai nemmeno più si prendeva la briga di togliere. Senza scocciatori si lavorava così bene!

Aveva quasi ultimato il modellino tridimensionale della biblioteca e in quel momento ne stava dipingendo alcuni particolari, quando qualcuno bussò con una certa insistenza.

Appunto: si stava così bene senza scocciatori intorno! 

"Non avete letto il cartello?!", urlò infastidita.

"Signora, c'è qui una visita per voi. Dice che è urgente", rispose in tono timoroso un servo dall'altra parte.

Elettra dapprima sospirò, ancora incerta se dargli davvero retta o ignorarlo e proseguire nel proprio lavoro, ma poi la curiosità su chi la cercasse con un urgenza si fece sentire.

E se fosse stato un certo Conte di sua conoscenza?

Scosse la testa per scacciare quel pensiero il più in fretta possibile, ma decise comunque che un paio di minuti di pausa non le avrebbero fatto male.

Andò ad aprire.

Di certo non si sarebbe aspettata di trovare sulla soglia Vanessa in lacrime.

"Cos'è successo?", le chiese seriamente preoccupata.

La bella modella prediletta da Leonardo aveva la veste candida ricoperta di sangue.

Elettra la osservò attentamente, lasciandosi andare ad un sospiro di sollievo una volta resasi conto che esso non le apparteneva.

Tuttavia delle spiegazioni erano d'obbligo.

E infatti non si fecero attendere.

"Sorella Dolores... lei si è cavata gli occhi di fronte a me!", rispose tra un singhiozzo e l'altro la povera ragazza.
Elettra non sapeva che dire: forse riguardava il convento in cui Vanessa aveva vissuto fino all'incontro con Leonardo, ma non poteva esserne certa.

Doveva prima fare in modo che si calmasse, poi le avrebbe chiesto di raccontarle tutto.

"Vieni e siediti un attimo", le disse mentre, tenendola per mano, la aiutava a sedersi su una delle poltroncine del suo studio. Si rivolse poi al servo: "Portale un bicchiere d'acqua".

L'altra Gemella (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora