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-Tu sei un fottuto idiota!- Freddie si avventò su Roger prendendo a spingerlo energicamente
-Sai quanto ci hai fatto stare in pensiero? Lo sai? Se non sono morto d'infarto, poco ci è mancato!-
Il biondo, non sapendo come giustificarsi, si grattò la nuca imbarazzato.
Lui ed Eleonor, dopo aver lasciato casa Scott, si erano diretti a casa di Brian, dove tutti i suoi amici li stavano attendendo per vedere con i loro occhi Roger sano e salvo.
-Mi dispiace, dico sul serio-
-Mi dispiace? Il mi dispiace per me te lo puoi infilare nel..- esplose John
-Deacon!- lo fermò in tempo Claire
-Ho capito dove me lo devo infilare ed hai ragione. Anzi, avete ragione, ma ora sono qui davanti a voi e sono sano come un pesce, non vi basta per essere più sereni?- spalancò teatralmente le braccia
-Dovremmo ucciderti in realtà, altro che serenità- gli disse Summer
-Non mi perdonerete mai, ho capito-
-Ora non fare la vittima e vai dietro quella fottuta batteria. Dobbiamo terminare The march of the black queen entro questa settimana- gli comunicò Freddie rimanendo serio.
Roger inarcò un sopracciglio, evidentemente sorpreso.
-Perché entro questa settimana?-
-Ah beh, tu non sai niente giusto. Eri troppo impegnato a giocare a nascondino- lo sfotté Brian
-Evans ha chiamato ieri. Si è scusato per il disguido avvenuto con il figlio e ha organizzato la registrazione del secondo album- gli svelò Grace
-Cosa?- domandarono all'unisono il biondo ed Eleonor
-E' tutto vero, io c'ero quando ha chiamato Bri- ribadì la bruna
-Non ci posso credere- sul volto di Roger si fece spazio un sorriso a trentadue denti, così come su quello di Eleonor, che saltellò per la felicità
-Sei ancora lì? Dietro la batteria ho detto!-
-Dai Fred, ora non farla tanto lunga- lo riprese Claire esasperata
-Non credo possa permettersi certe pause, si è assentato fin troppo-
-Okay okay, arrivo- il biondo alzò le mani in segno di resa raggiungendo il proprio strumento, il tutto sotto lo sguardo divertito di Claire ed Eleonor, le quali si guardarono complici in un secondo momento
-Dopotutto è vero che dopo la tempesta torna sempre il sole, no?- disse la mora
-Eh già- le sorrise la castana, già più spensierata vedendo Roger di nuovo entusiasta.

Terminate le prove, le varie coppie, esclusi ovviamente Summer e Freddie, si divisero decidendo di passare del tempo in intimità.
Soprattutto Roger ed Eleonor, essendo vicina l'ora del tramonto, vollero fare una passeggiata insieme, date le poche nubi presenti quel pomeriggio nel cielo londinese. Evento più unico che raro.
Il biondo, all'insaputa della castana, la portò in un luogo a lei totalmente sconosciuto, situato fuori dalla caotica metropoli britannica.
Si trattava di un parchetto per bambini ormai abbandonato a ridosso di una collinetta, essa totalmente immersa nel verde di una nuova primavera in arrivo.
Roger parcheggiò l'auto su un vialetto sterrato, creando un leggero frastuono dovuto alle ruote passanti sui sassolini, accendendosi poi una sigaretta e facendosi cullare dalla brezza calma di fine Febbraio.
-Dov'è che siamo?- domandò Eleonor curiosa come una bimba
-Mi sono imbattuto in questo posto ieri, è una favola vero?-
-Si sta da Dio, c'è una pace!- la castana si beò del silenzio circostante, appoggiandosi in tutta comodità sul sedile
-Qui ho riflettuto tanto-
-Su cosa?- Eleonor non si mosse
-Su tutto. Sotto sotto immaginavo che Sam non c'entrasse nulla, uno strano istinto mi portava a pensare a tutt'altro- le disse sincero
-E allora perché lo hai attaccato?- gli chiese la ragazza perplessa
-Con Sam, per ottenere la verità, si deve fare così. Lo devi attaccare e farlo sentire alle strette, mettendo in discussione tutte le sue affermazioni fino a spingerlo a vuotare il sacco-
-Lo conosci davvero bene, noto- accennò un sorriso lei
-Già- si limitò ad annuire lui
-Sai? Ora che ci penso, non ti ho mai propriamente chiesto cos'ha dato inizio a queste continue faide tra voi, come tra le vostre famiglie-
Roger assunse un'espressione indecifrabile, la quale si tramutò in una smorfia.
-Ad essere sincero non ci ho mai capito niente nemmeno io- ridacchiò amareggiato
-So solo che tra i Scott e i Taylor non è mai scorso buon sangue, da generazioni-
-Veramente? E allora come mai Rupert è in società con tuo nonno ed ha sposato tua zia?- gli domandò Eleonor realmente interessata
-Mia zia Bridget è sempre stata troppo innamorata di lui, nonostante mio padre ed i miei zii le dicessero di stare attenta. Rupert si è presentato alla mia famiglia come l'eccezione della famiglia Scott, come il povero onesto costretto a portare un cognome che non gli appartiene, ma sono sempre state balle. Mio zio Peter, il fratello di mio nonno, ci aveva visto lungo su di lui, ma nessuno ha mai voluto dargli retta. Rupert si è rivelato solo dopo il suo matrimonio a detta di mio padre-
-E cosa vorrebbe ottenere da tutto ciò?-
-La totale fiducia di mio nonno, così da potergli soffiare l'azienda da sotto il naso alla sua morte ed avviare un impero di Scott, spazzando via i Taylor ed i May-
-E' un subdolo calcolatore- disse schifata la castana.
Roger assentì divertito.
-Non puoi neanche immaginare-
-E Sam, in tutto questo, che ruolo ha?-
-Sam? Sam non ha ruolo. Sam è solo una marionetta che agisce a seconda di come suo padre decide di muovere i suoi fili, nient'altro-
Sul volto della ragazza si fece spazio un'espressione colma di dispiacere per il biondo in questione.
-Sam da piccolo non era così. Io e lui eravamo inseparabili, fino a quindici o sedici anni siamo andati d'accordo, sai?-
-Sul serio?- si sorprese Eleonor
-Sembra assurdo, ma è così. Eravamo come fratelli, siamo cresciuti insieme fino a che l'ombra di Rupert non lo ha trascinato nel "lato oscuro". Mio nonno si tiene buono Rupert solo perché è spaventato all'idea che lui possa fare qualcosa a Sam ed a mia zia, li ama troppo. Tutti vogliono bene a Sam in casa- le rivelò
-E tu?-
-Forse anche io nel profondo, ma in questi anni me ne ha fatte veramente troppe. Io non avrei mai permesso a mio padre di anteporsi tra me e mio.. fratello. Mi sarei ribellato-
-Forse lui non aveva scelta-
-Che vuoi dire?-
-Lui forse rimpiange il suo passato, te lo ha fatto anche capire prima. Ha vissuto condizionato da suo padre per paura, perdendo tutto- lo fece riflettere
-A volte la paura ci fa fare cose che non sono da noi, te lo dico per esperienza-
Roger, a quel punto, dopo aver sospirato, diede le spalle alla ragazza alzandosi leggermente i capelli, così da mostrarle chiaramente una lunga cicatrice presente tra la fine del capo e l'inizio del collo.
-E questa?- Eleonor sbiancò
-La paura ti spinge a fare anche questo?- le rispose con un'altra domanda
-E' stato.. Sam?-
-Ad un pranzo di famiglia in campagna. Stavamo discutendo e lui, incitato dal padre che gli diceva di farsi rispettare, mi colpì facendomi cadere su una roccia appuntita. Dovettero operarmi d'urgenza, io e la mia famiglia abbiamo vissuto momenti infernali-
-Rog- sussurrò Eleonor sfiorando la cicatrice con l'indice, quasi impaurita da poter fargli male.
Roger lasciò ricadere i capelli sulle spalle, tornando a guardarla in viso.
-E' passato, ma dimenticare e perdonare è impossibile-
-Portare rancore non ti porterà comunque a niente, non trovi?-
-Ne sono consapevole, ma per me lui ora non è altro che il nulla. Non potrei considerarlo diversamente, anche se volessi-
-E' comprensibile-
-E fa schifo- il biondo si stravaccò letteralmente sul sedile, stremato dal doversi ricordare di certi avvenimenti.
Eleonor, scrutandolo avvilito e fin troppo provato da tali ricordi, si mosse e con qualche mossa agile andò a sedersi sulle sue gambe, abbracciandolo successivamente.
-Va tutto bene-
-Lo so. Da quando ci sei tu va tutto meglio- le confessò.
La castana si distanziò di poco da lui, sfiorando il suo naso con il proprio, baciandolo poi con estrema delicatezza.
-Io sono migliore- le sussurrò sulle labbra
-Non sei migliore. Sei come sei sempre stato, solo che ti serviva qualcuno che facesse riemergere quella tua parte più fragile ed emotiva- gli disse
-Rog, credimi, chiuderti in te stesso annullando ogni sentimento non ti farà vivere meglio. La sofferenza torna, la tristezza si prova, il dolore inevitabilmente arriva. Devi affrontarli sempre a testa alta-
-Ora lo so ed è grazie a te- la baciò di nuovo.
Eleonor, allora, intrecciò la propria mano in quella di Roger, ammirando quanto meravigliose esse fossero incastrate alla perfezione.
-Rog, è da un po' di tempo che mi succede qualcosa di strano-
-Mh? Che vuoi dire?- inarcò un sopracciglio il biondo
-Non lo so, è una sensazione.. strana che sento dentro ogni volta che stiamo insieme-
-Strana? El, ma che cosa dici? Mio Dio che ansia, cosa ho fatto di male ora?- cominciò ad agitarsi lui
-Niente niente!- lo bloccò la ragazza sorridendo divertita
-Credo sia uno strano.. bello-
-Strano bello? Ma che vuol dire?-
La castana abbassò la nuca, che fu rialzata dal biondo un attimo successivo.
-Sincera- le disse come di consueto
-Rog io devo confessarti una cosa-
-Dimmi- la incitò lui rilassandosi
-Io sto davvero bene con te. Da quando stiamo insieme, malgrado qualche discussione, io mi sento spensierata, apprezzata, desiderata. Sento di poter spaccare il mondo con te affianco, in più molte mie ansie si sono polverizzate ed è solo grazie te questo, perciò..-
-Perciò?- le sorrise dolcemente lui, accarezzandole la chioma in contemporanea
-Io credo di..-
La suoneria squillante dell'IPhone di Eleonor li fece sobbalzare, costringendo Roger a portarsi una mano sul cuore.
-Che infarto!-
-Chi sarà?- chiese la ragazza, sorprendendosi non appena lesse sul display il nome di Jade
-E' tua madre- gli comunicò.
Roger, affatto sorpreso di ciò, annuì con il capo, suggerendo ad Eleonor di rispondere impostando l'opzione del vivavoce.
-Pronto?-
-Pronto? Eleonor??-
Il tono della donna era tutt'altro che calmo e pacato.
-Ciao Jade, c'è qualcosa che non va?-
-Tesoro mio, meno male che almeno tu mi hai risposto! Mio nipote non è disponibile e nemmeno John-
-Dimmi Jade, posso fare qualcosa per te?-
-El, ti prego, se tu sai dov'è Roger dimmelo. Ho trovato le tue chiamate, deducendo che lo stessi cercando. Noi non sappiamo dov'è e siamo davvero fin troppo preoccupati-
Eleonor guardò Roger, che a gesti le dettò di riferirle che lui stava bene, ma che non sarebbe tornato per un po'.
-E' con me-
-Oh dio! Grazie al cielo!-
Jade esultò ritrovando serenità.
-Puoi passarmelo? Voglio parlarci, voglio abbracciarlo, dobbiamo chiarirci-
Il biondo scosse il capo in segno di dissenso.
-Ora non vuole parlare Jade e dice di volersene stare un po' per conto proprio, scusa- si morse il labbro inferiore la ragazza, realmente dispiaciuta per le circostanze.
La donna sospirò senza insistere.
-Lo comprendo. Posso almeno sapere dove ha passato la notte?-
-E' stato da me, aveva bisogno di essere ascoltato e confortato ed io l'ho fatto con tutto l'amore possibile- le comunicò
-Grazie Eleonor, sei un angelo-
-Per lui questo ed altro-
I due si sorrisero dolcemente.
-Ora vi lascio, avrete ancora tanto di cui parlare. Digli che lo amo da morire e che lo aspetto, anzi lo aspettiamo-
-Sarà fatto. Ciao ciao Jade-
Eleonor agganciò.
-Non pensi di essere troppo duro con loro? D'altronde sono vittime quanto te di Rupert-
-Lo so, ma avrebbero dovuto credermi, senza creare tutto quel macello per un errore passato. Ora non ho voglia di vederli-
La castana annuì senza aggiungere nessun'altra parola.
-Che ne dici di rincasare ora?- le propose
-Sì, abbiamo bisogno di riposo dopo ieri notte- acconsentì lei ritornando seduta sul proprio sedile.
Roger le sorrise in modo complice, facendole poi il baciamano.
-Dove dormirai?-
-A casa mia, mi sembra ovvio no?-
-E se i tuoi venissero comunque a cercarti?-
-Non verranno, sanno quando devono lasciarmi il mio spazio, fidati- le garantì più che sicuro.
Eleonor si limitò ad annuire, lasciandosi cullare dall'imbrunire del cielo londinese, che stava pian piano lasciando spazio all'arrivo della sera.

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John e Claire, non avendo pensato a niente di così originale da poter fare, quello stesso pomeriggio si recarono a casa Deacon.
Il ragazzo stava componendo una melodia con la tastiera elettrica, o perlomeno ci stava provando. Non aveva mai composto seriamente una canzone, ma ora voleva farlo assolutamente, desideroso di lasciare anche un suo segno indelebile nella band.
Claire, per tutto quel frangente di tempo, si limitò a scrutarlo incantata.
Amava osservarlo mentre era perso nel suo mondo ideale, cioè quello della musica.
Essendo entrato nella band, John, a differenza di Brian, aveva deciso di mollare temporaneamente gli studi, avendo perso gran parte della sua iniziale motivazione.
-Sento il tuo sguardo insistente addosso e tutto ciò mi mette un'ansia tremenda, sai?- se ne uscì d'improvviso John senza distogliere gli occhi dai tasti dello strumento.
Claire si finse indignata, non riuscendo, però, a trattenere per molto una risatina.
-Sei il mio ragazzo e non posso guardarti. Dove sono i miei diritti di fidanzata?-
-Ma quando la pianterai di fare la scema?- rise lui
-Mi ameresti lo stesso se fossi noiosa e normale?- gli domandò con fare fiero.
John le lanciò un'occhiata fugace, decidendo di dedicarsi totalmente a lei, riponendo la tastiera al suo posto. Dopodiché il riccio prese velocemente la ragazza in braccio, facendole emettere un urletto sorpreso.
-Ma che fai?!-
-Quando è che farai silenzio?- le sorrise
-Okay, oggi mi stai facendo capire che ti stai stancando di me e questa cosa non mi piace affatto, sappilo Deacon-
John scosse il capo e la appoggiò delicatamente sul suo letto, sdraiandosi affianco a lei.
-Ma la vuoi smettere di sparare stronzate oggi?-
-No-
-Io ti consiglierei di farlo-
-Perché, se no che mi fai?- lo sfidò la mora inarcando un sopracciglio.
Il riccio, esasperato dall'infantilità della sua dolce metà, roteò gli occhi continuando ad ascoltarla blaterare a caso, poi la baciò con trasporto, finendo inevitabilmente per sovrastarla con tutto il suo peso.
-E questo?- gli chiese lei riprendendo pian piano fiato
-E' il mio modo per farti tacere, dovresti saperlo-
-Beh, allora dovrei parlare così tanto più spesso-
-Scema- le pizzicò una guancia lui, prendendo poi ad ammirarla, facendola arrossire
-Ti ho mai detto che ti amo?- aggiunse poi
-Qualche volta- gli sorrise Claire ammaliata
-Beh, credimi, sono arrivato al punto di amarti ancora più di prima. Quei ti amo, in confronto a questo, sono il nulla-
-Che intendi?-
Il cuore di Claire prese a martellare sempre più freneticamente. La ragazza poteva sentirlo battere in ogni parte del corpo, anche la più sconosciuta alla conoscenza umana.
-Claire, io senza di te non ce la faccio. Sei arrivata nella mia vita casualmente, davanti ad un banale scaffale di cereali, e hai stravolto tutto. Tu hai stravolto me. Mi hai permesso di seguire il mio cuore anche nelle cose più sciocche, mi hai aperto gli occhi su quale fosse la mia reale vocazione-
-Ed è per questo che ti amo. Ti amo la mattina quando mi sveglio, la sera quando vado a dormire, adesso, domani, ieri. Sempre Claire Cooper, sempre. E sappi che io voglio renderti felice, non come ha fatto Michael- terminò il suo discorso, notandola commossa, come al suo solito
-Ora non piangere però- le sorrise.
Claire, in tutta risposta, si asciugò le guance e dopodiché si fiondò letteralmente addosso a John, facendo aderire totalmente la schiena del ragazzo al materasso.
-Ti amo anche io amore mio- gli disse bacio dopo bacio
-Voglio che tra noi funzioni per sempre- riprese a piangere leggermente
-Sarà così piccola, non preoccuparti-
Allora Claire, totalmente succube delle proprie emozioni, lo baciò nuovamente, stavolta con più desiderio e trasporto. Con più amore. Con più voglia di appartenergli totalmente.
Successivamente gli sfilò la maglia e il riccio fece lo stesso con lei, facendola sedere a cavalcioni sul suo bacino, così da poterle lasciare dei baci infiniti dappertutto, oltre che sulle labbra.
Le loro fronti si unirono e i loro sguardi si fusero in una cosa sola.
-Ti scongiuro- sussurrò la ragazza
-Mh?- fece lo stesso John
-Non farmi del male. Tu conti molto più di quanto contava lui, tu mi hai dato quello che lui non avrebbe potuto darmi in una vita-
John allacciò le braccia dietro la sua schiena, lasciandole poi un bacio sulla guancia, anch'esso colmo di amore.
-Mai-
Ciò che si susseguì a quel piccolo dialogo non fu altro che l'amore più puro.
Due ragazzi, due corpi, due anime diverse, si fusero in un'unica, per amarsi ed appartenersi totalmente, senza più la minima paura o esitazione.
E Claire, per la prima volta, nonostante la sua precedente storia, si sentì completa e consapevole di aver trovato, finalmente, la persona giusta per lei.
Quel pomeriggio John e Claire fecero l'amore e spazzarono vie le più minuscole e futili insicurezze, sostituendole con la totale voglia di viversi giorno per giorno. Viversi amandosi, senza più timore.

The Only Exception // R.M.T.Where stories live. Discover now